venerdi 12 settembre 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Corriere della Sera - La Repubblica - Il Manifesto Rassegna Stampa
22.02.2009 Due razzi katyusha dal Libano feriscono tre israeliani a Maalot
La cronaca di Francesco Battistini la disinformazione di Repubblica e Manifesto

Testata:Corriere della Sera - La Repubblica - Il Manifesto
Autore: Francesco Battistini - Giampaolo Cadalanu - Michelangelo Cocco
Titolo: «Razzi dal Libano, Israele risponde col fuoco - Scambio di missili fra Israele e Libano Hezbollah: ' Non siamo stati noi '- Razzi Katyusha dal Libano e su Durban II è già scontro»

Ieri sono stati lanciati due razzi katyusha dal Libano su Israele e tre persone sono state ferite. Di seguito la cronaca di Francesco Battistini sul CORRIERE della SERA e due brevi da REPUBBLICA e MANIFESTO. Ecco gli articoli:

CORRIERE della SERA - Francesco Battistini : " Razzi dal Libano, Israele risponde col fuoco "

GERUSALEMME — L'aveva appena detto, il premier incaricato Bibi Netanyahu. «La minaccia più grande per Israele è questa tenaglia iraniana che ci circonda dal Nord e dal Sud», ovvero dal Libano degli Hezbollah e dalla Striscia di Hamas. Poche ore dopo, ecco due razzi, tre feriti, otto colpi d'artiglieria. Alle 8 del mattino d'un sabato di riposo, il confine più caldo del Medio oriente si riaccende di colpo: sfrecciano i katyusha, lanciati da una piantagione di banane a sud del Libano, sette chilometri dalla frontiera, e uno dei due cade sulla cittadina israeliana di Maalot. Tre persone d'una stessa famiglia finiscono all'ospedale, intorno è il panico. La risposta dell'artiglieria è rapida: i colpi di mortaio centrano alcuni orti, a 15 chilometri da Tiro.
Ma chi è stato? È il terzo attacco in poco più d'un mese, e questo è anche il «febbraio della vendetta», quello che fra gli hezbollah celebra il primo anniversario dell'uccisione d'Ismail Mughniyeh, un capo militare saltato in aria a Damasco per un'autobomba che gli sciiti attribuiscono ai servizi israeliani. Come le altre volte, Hezbollah ci tiene a chiamarsi fuori: «Non abbiamo nulla a che fare», dice Ibrahim Mussawi. Scaricano responsabilità anche Fatah e il Fronte popolare di liberazione palestinese. Tacciono invece i palestinesi filosiriani del Fplp-Cg, un gruppo che ha le sue basi proprio a ridosso del confine ed era già indiziato per i lanci delle scorse settimane. È lo stesso governo israeliano, nel prendersela con quello libanese (dove peraltro siedono gli hezbollah), a evitare di citare il movimento islamico, suscitando solo la scontata risposta del debole premier di Beirut, Fouad Siniora, contro l'«ingiustificata violazione della sovranità e della risoluzione Onu».
L'aria che si surriscalda preoccupa i duemila soldati italiani di Unifil e il comandante dei caschi blu, il generale Claudio Graziano, invita tutte le parti al «massimo contenimento». All'inizio del mese aveva provveduto il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, a salire fino al confine: «Voglio dire proprio da qui — era stato il segnale — che non consiglio a Hezbollah di metterci alla prova. Perché le conseguenze sarebbero terribili, più di quanto uno possa immaginare ». Parole già sentite. Le stesse che Barak aveva usato tre mesi fa, con Hamas, prima di bombardare Gaza.

La REPUBBLICA - dedica alla notizia un articolo di Giampaolo Cadalanu. Il titolo, in particolare è scorretto: " Scambio di missili fra Israele e Libano Hezbollah: 'Non siamo stati noi' ". L'uso del verbo "scambiare" ci sembra poco appropriato. Di solito si scambiano le figurine, le caramelle...non i razzi. Inoltre, non risulta chiaro chi sia stato l'aggressore. Non vi è stato un generico "scambio" a fuoco, ma un attacco (libanese) e una risposta (israeliana).E, in ogni caso, il Libano ha lanciato razzi, Israele no (nell'articolo si parla di " una salva di otto cannonate ") . Il tono dell'articolo, poi, minimizza i danni fatti dai razzi che hanno colpito una cittadina israeliana ferendo tre persone, ma, come si precipita a scrivere Cadalanu, solo lievemente. Come dire che se le ferite sono poco gravi, lo è anche il fatto.

Il MANIFESTO - l'articolo " Razzi Katyusha dal Libano e su Durban II è già scontro " di Michelangelo Cocco minimizza le conseguenze dell'attacco libanese, dichiarando che solo una donna è stata ferita e lievemente (in realtà i feriti sono tre). Il finale del pezzo, invece, è dedicato alla conferenza sul razzismo che si terrà a Ginevra in aprile. Sulle prime non si comprende per quale motivo le due notizie vengano abbinate, ma leggendo l'ultima frase ( " Nonostante gli appelli del governo israeliano, funzionari del dipartimento di stato americano hanno partecipato in questi giorni alle riunioni preparatorie di Durban II, nel tentativo di raffreddare il clima, surriscaldato dopo l’operazione «Piombo fuso», l’offensiva contro la Striscia di Gaza che ha causato la morte di 1.285 palestinesi in tre settimane. ") ,  si può riconoscere in questa scelta un espediente per scrivere dell'operazione Piombo Fuso, mettendo in rilievo, nel momento in cui i civili israeliani vengono colpiti, i morti a Gaza, genericamente qualificati come "palestinesi", senza distinguere tra civili, colpiti involontariamente, e terroristi (circa i 2/3 del totale).

Per inviare la propria opinione a Corriere della Sera, Repubblica e Manifesto, cliccare sulle e-mail sottostanti


lettere@corriere.it
rubrica.lettere@repubblica.it
redazione@ilmanifesto.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT