Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il "Nuovo Meretz" e il futuro di Israele intervista ad Abraham B. Yehoshua
Testata: Autore: Francesca Maretta Titolo: «Per sconfiggere l'ideologia dei coloni dobbiamo rifondare la sinistra israeliana»
Da LIBERAZIONE del 10 dicembre 2008, l'intervista di Francesca Maretta ad Abraham B. Yehoshua " Per sconfiggere l'ideologia dei coloni dobbiamo rifondare la sinistra israeliana":
Gerusalemme Un mese fa è nata una formazione politica di cui si parla come "il partito degli scrittori", per l'imprinting ricevuto da padri spirituali come, A. B. Yehoshua, Amos Oz e David Grossman, il gotha della letteratura contemporanea di Israele. La nuova entità della sinistra israeliana trova nel Meretz la principale componente politica. Ma come punto di partenza. Questo partito si chiama infatti "Nuovo Meretz". Un partito in cui converge la sinistra orfana della tradzione laburista incarnata dei fondatori dello Stato ebraico, da Ben Gurion a Golda Meir. Lo racconta il settantaduenne celebre scrittore, Abraham B. Yehoshua, che parla con la vivacità di un ventenne anche di altri aspetti dell'attuale situazione politica nel paese. «Il Nuovo Meretz è una progressione del Meretz esistente. E' una risposta al fallimento del partito Laburista come partito e come partner per la pace. E' una risposta agli errori politici commessi da Ehud Barak negli ultimi anni. Errori che hanno distrutto il progetto del goveno di Olmert e Livni. Noi crediamo debba esistere un nuovo partito di sinistra forte, le cui idee di pace siano espresse in maniera chiara. Cosí come Kadima ha rappresentato uno scossone per il Likud, noi vogliamo esserlo per il partito laburista».
Questo non rischia di frammentare ulteriormente lo schieramento opposto a una destra che quasi certamente vincerà le prossime elezioni? Perche? la destra esiste comunque, diventa però sempre più estrema. Kadima resterà al centro. Il problema resta quello della sinistra indebolita dal comportamento del partito laburista. Indeterminato e vago su troppe cose. Le performace di Peretz e Barak al governo sono state un fiasco totale. Invece che lavorare, da ex sindacalista, su questioni sociali, Peretz è andato a fare il ministro della Difesa. Il nostro principale obiettivo è creare un partito di sinistra forte che sia migliore. Certo non ci aspettiamo di creare da un giorno all'altro un partito di massa, ma crediamo di poter contribuire ad aumentare il mandato del Meretz di cinque o sei volte. Questo sarà un grande risultato sopratutto per fornire una sponda politica a tutti quei giovani israeliani che sono toralmente apatici rispetto alla politica, che non vanno a votare. Ai sospettosi della politica. In America è accaduto che tantissima gente che non sarebbe andata a votare è andata alle urne per votare Obama. Noi vogliamo che i giovani e i disillusi dalla sinistra, ormai indifferenti, vadano a votare per la sinistra del "nuovo Meretz", un partito che prende le basi dal Meretz, partito sempre pulito, avulso da corruzione. Non bisogna disperdere voti tra tanti piccoli partiti come il partito dei veterani o quello dei verdi. Bisogna usare il potere del voto.
I giovani israeliani saranno apatici a sinistra in Israele, come lei dice, ma i giovani coloni visti a Hebron sono tanto determinati da non ascoltare nemmeno i propri leader spirituali. Qual è la sua lettura di questo fenomeno? Non so cosa succede a questa destra, che non è più nemmeno destra. Quella di cui parla è una destra che va contro lo Stato. Quella dei coloni di Hebron è una destra post-sionista, anzi antisionista. E' una destra che non riconosce le leggi dello dello Stato di Israele. Da sempre nella nostra storia i religiosi osservanti ed i movimenti e partiti a ispirazione religiosa, sono stati contro la soluzione dei due Stati. L'Olocausto li ha forzati a riconoscere la necessità di uno Stato ebraico. Ma loro sono storicamente contrari al movimento sionista. Più che antisionisti sembrano contrari alla stessa idea di Stato. Questo è un problema che non riguarda solo la sinistra ma anche Benjamin Netanyahu quando sarà primo Ministro e Tzipi Livni. Chiunque dovrà porsi il problema di come delegittimare queste persone che si ribellano contro l'autoritá dello Stato, contro la democrazia.
Lei compare nel recente film-documentario "A Refusenik's Mother" di Ori Ben Dov. Nel film lei critica la scelta del protagonista, un giovane israeliano che ha deciso di rifiutarsi di fare il militare e per questo è condannato a due anni in carcere. Perchè non approva la scelta dei refusenik? Certo che sono contro i refusenik. Noi israeliani siamo ancora in pericolo, siamo in uno Stato di guerra. E questi giovani devono essere parte di un processo. Se sono contrari alle scelte dei governi devono agire politicamente, ma non possono esimersi dalla solidarietà verso chi compie un dovere per questo paese. Se non vogliono andare nei Territori possono essere assegnati ad altre funzioni. Ma il fatto di non servire affatto nell'esercito è inaccettabile. Perchè abbiamo nemici. E non è giusto che altri giovani come loro debbano proteggerli, mentre loro scelgono di rifiutare. Devono proteggere se stessi come gli altri.
Approva la scelta di coloro che si rifiutano esclusivamente di andare nei Territori palestinesi? Se non vogliono andare nei Territori l'esercito gli può assegnare ad altri compiti, ma i refusenik non vogliono arruolarsi da nessuna parte dell'esercito e questo è inaccettabile.
In un recente dibattito a Gerusalemme con uno scrittore italiano, lei ha insistito sull'importanza dell'esistenza e della definizione dei confini. Ma quali sono i confini di Israele? Per me i confini sono quelli riconosciuti a livello internazionale, che oggi anche i palestinesi e la lega araba riconoscono, i confini del '67. Se il muro fosse stato costruito su quei confini non avrei avuto nulla da dire. Ma quando il muro è andato a erodere terra palestinese creando dei ghetti, e creando problemi ai palestinesi è diventato un confine inaccettabile nella mia mente. Ma un confine deve esistere.
Crede ci sia ancora possibilità di vera pace nel nuovo scenario che vede i palestinesi ormai divisi in due stati, uno dei quali governato da Hamas? Credo che ci sia una possibilità di avanzare verso la pace come ha già fatto Olmert. Di certo da parte nostra dobbiamo almeno fermare gli insediamenti. Questo può e deve essere fatto. La questione non è se domani ci può essere la pace, la questione è continuare a lavorare con Abu Mazen per costruire fiducia. Continuare il processo di pace con l'aiuto dell'America. Hamas è un'altra questione. Devono smettere di sparare immediatamente. Immediatamente devono smetterla. La pace può avanzare fermando gli insediamenti e prendendo con serietà il piano di pace arabo. Una proposta molto positiva. E' un gran passo avanti per Israele che i paesi arabi siano pronti a fare la pace. Ora bisogna spingere affinchè questo avvenga, negoziare. Dovrà fare qualunque nuovo governo. E i palestinesi ci devono aiutare in questo.
Il fatto che alcuni esponenti di estrema destra siano stati votati alle primarie del Likud non depone bene da questo punto di vista. Al contrario, questo finirà per rafforzare Kadima, per fargli riguadagnare quei voti che la destra moderata è pronta a restituire a Netanyahu.
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