Un auto lanciata contro un gruppo di passanti, soprattutto soldati, a Gerusalemme. 17 feriti. L'attentatore ucciso da un militare prima che potesse colpire altre vittime.
Sui fatti di ieri sera, 22 settembre 2008, abbiamo messo a confronto alcuni articoli dei quotidiani del 23 settembre.
Dal CORRIERE della SERA, la cronaca di Davide Frattini, che tocca anche la situazione politica interna israeliana:
GERUSALEMME — Piazza Tsahal, a Gerusalemme. Un'auto contro un gruppo di passanti. Soprattutto soldati, fermi all'incrocio intitolato alle forze armate. Un nuovo attacco dove l'arma è una macchina che si trasforma in proiettile. I feriti sono diciannove, l'attentatore è stato ucciso da un militare. Ancora una volta veniva da Gerusalemme Est, un palestinese con la carta d'identità blu, un assalitore difficile da identificare, solitari che stanno diventando l'incubo dei servizi segreti israeliani.
In luglio, a venti giorni di distanza, due ruspe erano state lanciate in una caccia alle auto e ai pedoni nel centro di Gerusalemme. Attentati rivendicati da un gruppo sconosciuto, lo Shin Bet non era stato in grado di risalire a legami tra i guidatori (lavoravano per società di costruzione israeliane) e le fazioni estremiste. L'attacco è arrivato nel giorno di Tzipi Livni. Dopo le consultazioni con i partiti, il presidente Shimon Peres ha dato l'incarico al ministro degli Esteri. Livni ha quarantadue giorni per provare a formare una coalizione. Su 120 deputati alla Knesset, solo 38 hanno per ora indicato a Peres il nome della vincitrice delle primarie in Kadima: oltre al partito fondato da Ariel Sharon, i Pensionati e Meretz. «Per me si tratta di una responsabilità enorme — ha ammesso Livni —. Credo che Israele abbia bisogno di stabilità e di una mano che la guidi. Dovrò agire velocemente, con l'obiettivo di formare una coalizione che resti in carica fino alla fine della legislatura».
L'ex avvocato e agente del Mossad, entrata in politica solo otto anni fa, ha lanciato un appello a Benyamin Netanyahu perché accetti di entrare in un governo di unità nazionale. «Dobbiamo affrontare sfide importanti e lui lo sa». Il leader del Likud continua a chiedere le elezioni anticipate, i sondaggi danno per ora la destra in vantaggio.
Livni deve convincere Ehud Barak, ministro della Difesa e leader laburista. Che per ora sembra propenso a scegliere il voto, anche se la sinistra rischierebbe una pesante sconfitta. Il primo ministro incaricato ha proposto al soldato più decorato della storia di Israele una piena collaborazione.
Il ministro della Difesa è stato criticato dai giornali per le sue posizioni poco chiare: prima ha chiesto che Kadima eleggesse un nuovo leader— commentano gli analisti. Adesso che Olmert, coinvolto in inchieste per corruzione, ha dato le dimissioni, Barak non vuole entrare in un governo guidato da Livni.
Da L'OPINIONE , un articolo di Michael Sfaradi sulla situazione politica interna israeliana:
L’ex Primo Ministro israeliano Ehud Olmert ha presentato a Shimon Peres, Presidente di Israele, la sua lettera di dimissioni da capo del governo. Dopo aver mal governato lascia il paese nel caos politico. Mentre il presidente Peres iniziava le consultazioni invitando le delegazioni dei partiti rappresentati in parlamento, è girata voce, non smentita, che i sostenitori di Shaul Mofaz l’altro candidato alla segreteria, abbiano fatto richiesta al tribunale amministrativo di Tel Aviv per ottenere il riconteggio dei voti delle primarie di Kadima, denunciano irregolarità e brogli. Mofaz nel frattempo ha rimesso il mandato da Ministro dei Lavori Pubblici e sta, secondo diversi analisti, valutando se passare, insieme ai suoi sostenitori alla sponda Likud. Anche se la Livni dovesse riuscire a formare un nuovo governo, si tratterà, quasi sicuramente, di “un’anatra zoppa”. Sa di essere sui carboni ardenti e per questo ha iniziato subito gli incontri con i leader degli altri partiti di maggioranza e dell’opposizione di sinistra, per mantenere viva la legislatura. Eli Ishai segretario di Shas, formazione religiosa, ha presentato il conto per il suo eventuale appoggio, e più il premier incaricato è in difficoltà più il conto è salato. Pretende finanziamenti per tutta una serie di organizzazioni legate al suo partito, finanziamenti tagliati dalla riforma che Netanyahu aveva fatto come Ministro delle Finanze dell’ultimo governo Sharon. Accordarglieli sarebbe un ritorno al passato e lo scontento generale è da evitare. La sinistra radicale di Meretz è d’accordo ad una partecipazione governativa, ma alle sue condizioni, (conto altrettanto salato). Ehud Barak, attuale ministro della Difesa e segretario del partito Ahavoda gioca a nascondino e non ha risposto alla chiamata della Livni per discutere sul futuro del governo. I due non sono riusciti neanche a fissare un appuntamento. Per concludere, Tzipi Livni si trova ora, come avevamo previsto, nella condizione di non poter portare avanti le trattative e ad aver a che fare con chi ha interesse a farle cadere nel vuoto per andare ad elezioni anticipate. Elezioni che, visto lo scontento che Ehud Olmert è riuscito a creare intorno al partito, significherebbero la morte di Kadima ed il ritorno del dualismo Ahavoda-Likud.
Alberto Stabile su REPUBBLICA non è d'accordo a definire l'attentato di Gerusalemme un atto di terrorismo. Dal suo articolo la definizione risulta essere della polizia israeliana, lui non la fa sua.
Forse perché le vittime erano soldati ? In questo casoStabile ignorerebbe il fatto che comunque, soldati o no, in quel momento erano non combattenti. In ogni caso, le vittime, come in precedenti casi analoghi, non sono state scelte in quanto portavano una divisa, ma in quanto erano passanti ebrei a Gerusalemme. Il termine terrorismo, dunque, è indubbiamente adeguato.
Per completezza di informazione, segnaliamo che i genitori dell'attentatore, Qassem Mughrabi, hanno dichiarato che non vi è stato un attentato, ma un incidente stradale (ma non risulta che fossero presenti sul luogo dell'accaduto).
http://www.haaretz.com/hasen/spages/1023694.html
Elad Amar, il tenenente di polizia che ha ucciso Mughrabi, ha però visto la sua auto puntare sulla folla. Amar ha anche dichiarato di aver sparato a Mughrabi dopo che la sua auto era finita contro un muro perché temeva che ripartisse e colpisse altre persone. Stabile invece scrive che Mughrabi è stato ucciso "prima che potesse tentare una fuga". E' molto improbabile che Mughrabi volesse tentare la fuga: nei casi analoghi di veicoli trasformati in armi, i terroristi hanno ucciso fino a che non sono stati fermati. In ogni caso, Stabile non può, ovviamente, sapere che se Mughrabi non fosse stato ucciso sarebbe fuggito.
Ricordiamo anche che secondo l'agenzia palestinese Ma'an Mughrabi era un membro di Hamas. Organizzazione terroristica, come noto.
http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1222017359506&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull
Ecco il testo completo dell'articolo di Stabile:
GERUSALEMME - Sono stati attimi di terrore ieri sera nella centralissima Shivtey Israel, nel centro di Gerusalemme. Un arabo al volante di una "Bmw" ha lanciato la sua auto contro una comitiva di militari che si trovava in quel momento sul marciapiede investendoli in pieno. Poi prima che potesse tentare una fuga è stato ucciso da un ufficiale dell´esercito israeliano che si trovava sul posto. Stando alla Radio militare, due dei quindici passanti feriti versano in condizioni gravi. L´attacco terroristico - così è stato definito dalla polizia israeliana - è avvenuto in una delle strade centrali di Gerusalemme, affollata ieri sera come sempre per i numerosi ristoranti e pub che richiamano molti giovani. Questo è il terzo attentato negli ultimi mesi a Gerusalemme in cui un palestinese alla guida di un automezzo investe intenzionalmente passanti ebrei. In tutti i casi l´attentatore è stato ucciso sul posto. Nei due casi precedenti la polizia è giunta alla conclusione che gli attentatori agirono in maniera «spontanea».
Ieri a Gerusalemme tutta l´attenzione è stata concentrata su Tzipi Livni che non appena ricevuto l´incarico di formare il nuovo governo, ha subito lanciato un appello destinato a diffondere il dubbio, se non il panico, tra le fila nemiche. «Chiedo al leader del Likud, Benjamin Netanyahu - ha detto la Livni dalla tribuna in cui era salita pochi minuti prima per ricevere il mandato dal presidente, Shimon Peres - di unirsi ad un governo di unità nazionale guidato da me per far fronte agli urgenti problemi che egli sa dobbiamo fronteggiare». Anche se l´appello ha un destinatario nominale, il capo del maggior partito d´opposizione, esso tuttavia sembra indirizzato ad una audience più vasta che include giocoforza anche il partito laburista guidato da Ehud Barak, principale alleato di Kadima, nonché componente imprescindibile della maggioranza uscente. Con una mossa a sorpresa che alla Livni non era per niente piaciuta, già sabato sera prima che Peres formalizzasse la sua scelta, Barak s´era infatti incontrato con Netanyahu per parlare proprio di un governo di unità nazionale presieduto da se medesimo. Come se non bastasse, nel corso delle consultazioni la delegazione laburista aveva proposto a Peres la stessa formula, governo di unità guidato da Barak. Così, durante le consultazioni, la candidatura della Livni, doverosa, in quanto leader del partito di maggioranza relativa, era stata proposta soltanto da tre gruppi parlamentari su 13, pari a circa 38 voti sui 120 che ne conta la Knesset. In pratica a sostenere l´incarico alla Livni erano stati soltanto Kadima, Meretz e il Partito dei Pensionati.
E´ chiaro che spetta a Netanyahu, quantomeno per cortesia, rispondere alla Livni. Ma è molto difficile, se non impossibile, che il redivivo Bibi, il grande congelatore degli accordi di Oslo, già primo ministro dal `96 al ?99, accetti l´offerta. Troppo favorevoli gli sono i sondaggi d´opinione in caso di elezioni anticipate. Resta la consolazione degli sconfitti: in caso di rifiuto la responsabilità dello sfascio sarà sua. D´altronde anche ieri Tzipi Livni, dopo l´appello all´unità ha ammonito che se non riuscirà a formare il governo, nell´arco delle sei settimane che le offre la legge, allora si andrà al voto.
Considerazioni analoghe a quelle fatte sull'articolo di Stabile valgono per questa breve pubblicata da La STAMPA:
Una decina di soldati sono rimasti feriti in quello che la polizia israeliana ha definito un attacco «terroristico». Un palestinese alla guida di una Bmw si è lanciato contro il gruppo di militari in una strada di Gerusalemme est. Dopo aver investito una comitiva di soldati, è uscito di strada ed è stato ucciso da un ufficiale che faceva parte del gruppo. E’ il terzo attentato negli ultimi mesi a Gerusalemme in cui un palestinese investe intenzionalmente passanti ebrei. In tutti i casi l’attentatore è stato ucciso sul posto
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