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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio - loccidentale.it Rassegna Stampa
18.09.2008 Il fondamentalismo islamico alla conquista della Gran Bretagna
le analisi di Giulio Meotti e Souad Sbai

Testata:Il Foglio - loccidentale.it
Autore: Giulio Meotti - Souad Sbai
Titolo: «“Zone selvagge” di sharia. Ecco il piano islamista per conquistare Londra - A Londonistan vige la sharia. Perché il governo Brown non reagisce?»
Da Il FOGLIO del 18 settembre 2008:

Roma. Scomparsa la vecchia guardia dopo gli attentati del 7 luglio del 2005, è nata una nuova generazione di imam fondamentalisti. Sono i fautori delle corti della sharia attive in tutto il Regno Unito e propugnano la conquista del potere attraverso la bomba demografica e la creazione di “società parallele”. Anjem Choudary è il più noto di questi predicatori fondamentalisti. Il suo nome uscì la prima volta dopo il discorso che Benedetto XVI tenne a Ratisbona. Nel corso di una manifestazione all’esterno della cattedrale di Westminster, Choudary disse che il Papa doveva essere “sottoposto alla pena capitale”. Lo slogan di Choudary è semplice: “Musulmani, fate più figli e conquisteremo il Regno Unito”. E’ stato il combattivo Sun a filmare un convegno shock di islamisti nell’East London. Il tabloid ha mandato una squadra di reporter in incognito a una riunione di islamisti nell’East London, in occasione dell’anniversario dell’11 settembre. Choudary sostiene che un’esplosione demografica permetterà ai musulmani di prendere il controllo del paese, che sarà finalmente governato in base alla sharia. “L’islam è superiore e non sarà mai sorpassato. La bandiera dell’islam sarà issata a Downing Street” ha dichiarato il responsabile del gruppo islamico britannico al Ghurabaa. Di fronte a una folla di un centinaio di giovani musulmani adoranti, Choudary ha annunciato che sarebbe semplice per un vasto numero di musulmani dichiarare il jihad contro il Regno Unito e che ognuno di loro potrebbe diventare “una bomba a orologeria pronta a esplodere”. Il predicatore è stato accolto con una vera e propria ovazione, quando ha dichiarato: “Circa 500 persone diventano musulmane ogni giorno nel paese”. L’Inghilterra è sotto choc e i grandi quotidiani titolano sul ritorno degli imam dell’odio. “Non ci integriamo con la cristianità – ha tuonato Choudary – ci assicureremo che un giorno vi possiate integrare nella legge islamica. I nostri occhi sono su Downing Street”. Sono intervenuti al convegno i nuovi volti più noti dell’estremismo britannico, fra cui Abu Omar, Saiful Islam e Abu Saalihah. Il discorso più incendiario è stato quello di Saiful Islam, che ha ringraziato Osama bin Laden per il suo “coraggio”. Il libretto rosso dei nuovi movimenti islamisti si intitola “Edarat al-Wahsh”, governare in un mondo selvaggio. E’ scritto da uno dei maggiori strateghi di al Qaida, lo sceicco Abu-Bakar Naji. Si tratta di creare “società parallele”, accanto a quelle già esistenti, devono esistere nelle città principali, “sotto gli stessi occhi delle autorità, come società segrete con le proprie regole, valori e forze”. Devono costituirsi ampie minoranze musulmane, inziando a “dare alle zone dove i musulmani vivono un’apparenza chiaramente islamica”, imponendo speciali stili di abbigliamento alle donne e barbe agli uomini. Poi si comincierà ad imporre la sharia. Come già accade in Inghilterra con le corti islamiche parallele che regolano questioni domestiche, matrimoniali, di vicinato e sessuali. Sorgono ovunque e sfruttano le falle del sistema inglese. Nella fase finale, i jihadisti creeranno un “sistema parallelo di tassazione e rispetto della legge”, sottraendo effettivamente in tal modo quelle zone al controllo del governo. Queste “zone selvagge”, come le chiama Naji, offriranno la copertura per basi e operazioni del jihad. L’obiettivo è far sì che l’“infedele” esca di casa ogni mattina con la paura di non rientrarci più. “Una volta stabilite queste società parallele, essi faranno pressione sui non musulmani perché si sottomettano”. Naji è certo che, sottoposti a costanti intimidazioni e a una paura di morire stimolata a “bassa intensità”, i non musulmani alla fine si sottometteranno: “L’occidente non ha lo stomaco per una lunga battaglia”. Perché, conclude l’ideologo di al Qaida, l’occidente ama la vita e la tratta come “una festa continua”

Da L' OCCIDENTALE del 17 settembre:

Un gigante dai piedi d’argilla: questo il vero volto del sistema giuridico anglosassone che sta permettendo alle Sharia di irrompere nei sistemi giuridici occidentali. Non tutti hanno compreso che le sentenze emesse in Inghilterra dalle “Sharia courts” rappresentano un precedente molto grave. Il nostro compito è quello di salvaguardare lo stato di diritto che fin dal Settecento si è affermato in Europa e che ha sulle sue spalle una tradizione millenaria. L’apertura dimostrata dell’arcivescovo di Canterbury verso questo fenomeno rappresenta un imperdonabile cedimento ed è comprensibile che le sue parole siano state contestate da ogni parte politica. Tuttavia, lo sconcerto dell’opinione pubblica inglese non è stato tale da spingere il sistema giudiziario inglese a rigettare questi tribunali.

Ben cinque corti manovrate dallo sceicco Sheikh Faiz-ul-Aqtab Siddiqi, in funzione a Londra e in altre città del Regno Unito, hanno cominciato a deliberare a partire dall’estate 2007, sulla base di una riforma del 1996, l’Arbitration Act. L’unico a reagire con risolutezza è stato Dominic Grieve, ministro ombra conservatore della giustizia inglese, che chiede di sapere quali tribunali britannici stiano avallando decisioni di questo genere, visto che agiscono al di fuori della legge.

Questi tribunali anomali per l’Occidente non condividono il principio di inviolabilità dei diritti umani, né i valori di libertà e di uguaglianza alla base delle democrazie europee. Per fare un esempio, tra i casi dibattuti di fronte alle “Sharia courts” c’è stata una disputa ereditaria. In nome della sharia, i giudici hanno assegnato ai figli maschi il doppio dell’eredità attribuita alle figlie femmine. Nei casi di violenza domestica, poi, non si è provveduto a punire i mariti violenti, ma gli imputati sono stati invitati semplicemente a seguire dei corsi di autocontrollo. In questo modo è venuto a mancare il principio secondo cui la giustizia è uguale per tutti e la legge inglese ha preferito che i panni sporchi venissero lavati “in casa propria”, cioè nella propria comunità di appartenenza.

Avvallando questo status quo, Londra ha venduto l’anima agli sceicchi. L’Europa deve imparare da questa esperienza per rafforzare un sistema comune di diritti e di leggi che possa tutelare tutti i cittadini, indipendentemente dall’origine etnica o dalla religione. E proprio questo è stato uno dei temi cardine di un meeting sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione a cui ho partecipato al Parlamento Europeo di Bruxelles, insieme ai parlamentari nazionali ed europei. Anche per questo motivo è condivisibile la posizione espressa dal presidente della Commissione Europea Barroso di creare una politica comune europea sull’immigrazione per conferire un’impronta democratica e moderata ai processi di integrazione. Speriamo che tutto questo non resti solo teoria.

Anche il Canada alcuni anni fa stava per cadere in questo tranello, ma alle prime avvisaglie fondamentaliste è riuscito a fermarsi in tempo. Inoltre, la strada del relativismo giuridico è ulteriormente pericolosa, perché non tutti i paesi arabi si fondano sullo stesso il diritto di famiglia. La Moudawana marocchina, riformata nel 2004, il diritto di famiglia tunisino modificato nella seconda metà degli anni cinquanta, quello giordano e quello di altri paesi arabi moderati sono molto diversi dal diritto di famiglia saudita, soprattutto per quanto riguarda la condizione della donna. A questo punto resta da chiedersi quale diritto sharitico stiano seguendo queste corti inglesi?

Per salvaguardare un sistema di valori millenario, Papa Benedetto XVI ha lanciato un appello di cui il presidente Sarkozy ha saputo fare tesoro. I rischi collegati al relativismo e all’estremismo e l’importanza della laicità positiva della politica e dello Stato sono stati al centro del discorso di Benedetto XVI in Francia. Proprio in Francia, negli ultimi mesi, la polemica si è accesa attorno alle sentenze emesse da alcuni tribunali che purtroppo stanno facendo scuola anche in Italia. Talune delibere hanno attenuato la pena in base all’appartenenza religiosa ed etnica dell’imputato, altre invocavano tradizioni lesive per la donna. Il risultato è una situazione di schizofrenia culturale, in cui le donne sono le prime a rimetterci, di fronte all’ideologia fondamentalista che le vorrebbe sottomesse. Anche in Italia è emerso nei giorni scorsi il caso eclatante di una sentenza della corte d’appello di Cagliari, secondo la quale il ripudio non sarebbe contrario all’ordine pubblico, in quanto, a detta dei giudici, garantirebbe i diritti patrimoniali e di difesa della moglie.

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