Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Abraham B. Yehoshua alla prima rappresentazione israeliana de "L'Istruttoria" di Peter Weiss due cronache a confronto
Testata:Corriere della Sera - La Repubblica Autore: Emilia Costantini - Antonio Mascolo Titolo: ««L'istruttoria» di Weiss sconvolge Tel Aviv In sala anche Yehoshua - E Yehoshua applaude la Shoah made in Parma»
Dal CORRIERE della SERA, la cronaca della prima rappresentazione israeliana de "L'istruttoria" di Peter Weiss, alla quale era presente anche abraham B. Yehoshua:
TEL AVIV — All'Arrison Theatre di Tel Aviv, capita di incontrare anche Abraham Yehoshua tra il pubblico di intellettuali che affolla la sala. Si rappresenta per la prima volta in Israele L'istruttoria di Peter Weiss ed è un evento. L'aspetto più curioso della circostanza consiste nel fatto che a rappresentare questo testo, monumento drammaturgico alla Shoah, non è una compagnia di israeliani, ma di italiani. Si tratta infatti dello spettacolo-cult che il Teatro Due di Parma mette in scena da venticinque anni con gli stessi attori (Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Milena Metitieri, Tania Rocchetta, Antonio Tintis) e lo stesso regista, Gigi Dall'Aglio. Scritto in seguito al processo che si svolse a Francoforte tra il 1963 e il '65 contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz, l'opera di Weiss è un dramma documentario che, snodandosi dialetticamente come un oratorio laico in undici canti, rievoca le atroci testimonianze delle vittime, contrapposte all'autodifesa degli aguzzini. Un doloroso e interminabile elenco di orrori, dove si rincorrono i fantasmi di un'umanità devastata, umiliata, contratta, massacrata e dove la pietà non può più trovare spazio. In palcoscenico, come in una chiesa eretta a simbolo delle mostruosità del mondo, si celebra la messa nera dell'Olocausto. E il processo ai carnefici, incredibilmente, resta senza verdetto, l'orrore è senza catarsi, diventando così un più forte e incisivo monito per il futuro. «E' difficile la rappresentazione estetica dello sterminio degli ebrei, perché è un'esperienza estrema, cui non si può aggiungere nulla - commenta a caldo il grande scrittore israeliano Yehoshua, che l'altra sera ha visto per la prima volta rappresentata L'istruttoria - E' difficile scegliere la forma adatta per raccontare lo strazio delle vittime. Ma Weiss ci è pienamente riuscito, perché ha trasformato quello strazio in un poema». Ospite dell'Habimah Nazional Theatre (teatro nazionale di Tel Aviv), la compagnia di attori italiani ha dunque portato, sul palcoscenico dell'Arrison, la memoria dell'Olocausto nella terra di coloro che, di quella tragedia, sono state vittime dirette. Un compito particolarmente arduo, se si pensa che in Israele si tratta tuttora di un argomento molto delicato, difficilmente rappresentato. Spiega Paola Donati, direttore del Teatro Due: «In occasione del 60˚anniversario della fondazione dello Stato di Israele, è nato questo rapporto di collaborazione. E, per il prossimo Meeting Europeo dell'Attore, che si svolgerà a Parma dal 23 al 30 ottobre, noi ospiteremo alcuni esempi del miglior teatro contemporaneo israeliano. Tra gli altri, lo spettacolo "Momik" del Gesher Theatre di Giaffa, due produzioni dell'Habimah, "War" e "Pshuta:Denuded", e anche un testo di Yehoshua sulla guerra dei sei giorni, "Una notte di maggio"». Il teatro, quindi come impegno civile, ma anche come scambio culturale e riflessione sui temi caldi della nostra realtà: dalla multietnicità alla guerra, alla stessa Shoah. «Per non dimenticare. Mai», avverte Yehoshua, mentre scatta sonoro l'applauso soprattutto dei tanti giovani presenti in sala.
Su REPUBBLICA, una cronaca dedicata anch'essa alla rappresentazione delll'"Istruttoria", ma il cui vero tema è la mancata rappresentazione, fino ad oggi, del testo di Weiss in Israele.Tema affrontato, ci sembra, con ampio ricorso a dubbie generalizzazioni e ad esagerazioni, e con una certa malevolenza di fondo: "in questo Stato vige il concetto filosofico e morale della irrappresentabilità della Shoah", leggiamo per esempio. Israele non è uno Stato totalitario, dunque non vi vige alcune "concetto filosofico e morale" in campo artistico. Nessun censore di Stato ha mai proibito la traduzione o la rappresentazione dell'"Istruttoria". Anche il regista dello spettacolo ha la sua spiegazione del ritardo nella rappresentazione dell'"Istruttoria". "Credo ci sia innanzitutto il senso di colpa dei sopravvissuti" dichiara. "Spesso la gente dell´Israele di oggi non ha molto a che spartire con la cultura della diaspora che da molti viene ghettizzata e dimenticata". Il fenomeno del senso di colpa dei sopravvissuti alla Shoah è un dramma reale, raccontato per esempio da Primo Levi. Quel senso di colpa, però, non può certo valere come prova d'accusa. Nè nei confronti dei sopravvissuti,né nei confronti della società israeliana, che certo non "ghettizza" la cultura della diaspora. I ghetti erano i luoghi in cui gli ebrei venivano rinchiusi dagli antisemiti. Accusare falsamente Israele di costruirne di nuovi, sia pure "culturali", sembra francamente molto fuori luogo.
Ecco il testo:
È toccato al Teatro 2 di Parma portare in scena l´Olocausto proprio in Israele. Una cosa da far tremare i polsi visto che da sessant´anni in questo Stato vige il concetto filosofico e morale della irrappresentabilità della Shoah. E non è un caso che "L´istruttoria" di Peter Weiss qui non sia mai nemmeno stata tradotto, anche se questo oratorio sulla vita quotidiana nei campi di sterminio, non cita mai né la parola Auschwitz né il termine ebrei. Questo testo viene messo in scena in tutta Italia e non solo da 25 anni dalla compagnia parmense. Dal 1984 ad oggi ogni stagione gli attori diretti dal regista Gigi Dall´Aglio indossano i cappotti consunti dalla sofferenza, si vestono di ricordi e dolori ed entrano nella camera a gas. La sintesi migliore della complessità e dell´impegno di portare sul palco un testo così doloroso viene da Milena Mititieri, 25 anni fa giovanissima attrice nel cast originario. Ancora oggi una volta l´anno è in scena per il testo di Weiss anche se ormai è una affermata psicologa con tanto di impegni e clienti: «Dall´Istruttoria non si sfugge, è un peso che va portato anche se non sai fino in fondo se è più "lezione" per te o per gli altri». Ricorda Giorgio Gennari oggi "ministro degli esteri" della compagnia, che «una sera mi si avvicina un signore di una certa età e dice: "Il personaggio che lei interpreta, ad Auschwitz mi bastonava tutte le sere"». Il regista Gigi Dall´Aglio cerca di andare a fondo sulle ragioni che possono aver portato gli israeliani ad ignorare un testo così forte. «Credo ci sia innanzitutto il senso di colpa dei sopravvissuti. Spesso la gente dell´Israele di oggi non ha molto a che spartire con la cultura della diaspora che da molti viene ghettizzata e dimenticata». In platea, alla prima delle due rappresentazioni dello spettacolo, anche il grande scrittore israeliano Abraham B. Yehoshua, che ha sottolineato il silenzio con cui il pubblico ha seguito le due ore dello spettacolo. «E´ uno spettacolo molto forte e coraggioso» è il commento dello scrittore, che proprio al Festival di Parma a ottobre vedrà rappresentato il suo "Notte di maggio" proprio dalla compagnia del Teatro 2. «Vedevo anch´io quest´opera per la prima volta, l´avevo letta ma mai vista su un palco» racconta Yehoshua «Sugli ostacoli che ci sono in Israele alla rappresentazione della Shoah tengo da tempo corsi all´università. Credo che Peter Weiss abbia trovato una strada, trasformare gli atti processuali in un dolente poema».
Per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera e della Repubblica cliccare sul link sottostante