Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Nuove critiche di Israele agli italiani in Libano inefficaci contro Hezbollah, due persino sull'attenti
Testata: La Repubblica Data: 26 luglio 2008 Pagina: 12 Autore: Vincenzo Nigro Titolo: «Israele, nuove critiche agli italianai in Libano»
La REPUBBLICA di oggi, 26/07/2008, a pag.12, con il titolo " Israele, nuove critiche agli italianai in Libano ", a firma dell'inviato Vincenzo Nigro, riferisce le posizioni di Israele nei confronti dell'azione dell'Unifil verso Hezbollah. Non solo, anche il comportamento dei due soldati italiani sull'attenti davanti ai feretri di Hezbollah. Ecco l'articolo:
DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME - La missione dell´Onu nel Libano del Sud continua ad essere fonte di polemica in Israele. Ieri il Jerusalem Post ha pubblicato un´intervista a Dan Gillerman, pluridecorato ambasciatore israeliano all´Onu. Gillerman sta per lasciare il Palazzo di Vetro, e il suo è un canto del cigno in cui la maggiore accusa che fa al Consiglio di Sicurezza dell´Onu è quella di non essere abbastanza attivo sulla missione Unifil: «I soldati dovrebbero essere più intraprendenti, più aggressivi nei confronti di Hezbollah, per scoprire i depositi di armi. Dovrebbero andarci loro, non lasciare il compito all´esercito libanese, che spesso è colluso con Hezbollah». Gillerman sostiene che «i caschi blu dell´Unifil non stanno portando a termine il loro mandato. Ma così facendo potrebbero preparare il terreno per il prossimo scontro». Gerusalemme nelle ultime settimane ha più volte lamentato che Hezbollah ha riempito di nuovo i suoi arsenali di missili più potenti, con forniture che sono arrivate dall´Iran, attraversando clandestinamente i confini della Turchia, per entrare in Siria. A due anni dalla guerra il fatto che Hezbollah abbia ricevuto missili e razzi più potenti di quelli usati nella guerra del 2006 è un vero incubo per la dirigenza israeliana. Gillerman aveva fatto notizia appena 3 giorni, fa quando protestò all´Onu per la fotografia scattata dalla Ap in cui due soldati italiani salutavano militarmente i feretri di alcuni militanti di Hezbollah. Questa volta le critiche non coinvolgono l´Italia o il comandante della forza, il generale Claudio Graziano; le obiezioni sono invece sono più "politiche", dirette in generale all´Onu e al Consiglio di sicurezza. Ieri Unifil ha risposto contestando le accuse sul tema del mandato Onu: «L´ambasciatore conosce molto bene il mandato Unifil, che prevede un´attività di supporto e assistenza alle forze armate libanesi e ha come focus la prevenzione di movimenti di armi non autorizzate: il perseguimento del disarmo non è previsto», dice un portavoce: «È come andare a comprare il pane e poi lamentarsi che non sa di fragola: dovevi chiedere prima qualcosa di diverso». Una notizia arrivata ieri potrebbe confermare il livello delle preoccupazioni israeliane, e di conseguenza il fatto che qualcuno abbia deciso di reagire: secondo il Daily Telegraph, «a Teheran una misteriosa esplosione ha colpito un convoglio di armi destinate a Hezbollah, causando almeno 15 morti e diversi feriti». Per il giornale inglese, l´esplosione è avvenuta il 19 luglio nel sobborgo di Khavarshahar, mentre il convoglio usciva da un deposito dei Pasdaran. Tutti nella zona hanno sentito la deflagrazione, ma i Pasdaran hanno imposto il silenzio ai media. Sui giornali con le interviste, ma anche in silenzio con le operazioni delle forze speciali, la guerra del Libano sta continuando.
Per inviare a Repubblica la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.