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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
27.06.2008 Nessun ordine dagli ebrei italiani
la presa di posizione su "via Almirante" è solo democrazia

Testata:
Autore: Mariagrazia Gerina
Titolo: «La vedova Almirante contro gli ebrei»
"Un piccolo gruppo non può fare lezioni a un grande popolo come quello italiano" sostiene Assunta Almirante, secondo la cronaca pubblicata da l'UNITA' del 27 giugno 2008 . Il piccolo gruppo sarebberp gli ebrei italiani. L'inaccettabile "lezione" consisterebbe nell'opposizione alla via dedicata a Giorgio Almirante, in considerazione della sua adesione alla campagna razzista antiebraica nell'Italia fascista.
Gli ebrei, Assunta Almirante lo dimentica, sono cittadini italiani come gli altri. E come gli altri hanno diritto ad aver un'opinione sull'opportunità o meno di dedicare la  via chi scrisse sulla "Difesa della razza". Non c'è in questo nessuna prevaricazione.
La prevaricazione e la discriminazione è invece tutta in parole inquietanti come quelle pronunciate da Assunta Almirante.

Ecco il testo:

Altro che via Almirante. Roma, Cortile di “Casa d’Italia”. Così i militanti della Fiamma Tricolore hanno ribattezzato il palazzone Siae da loro occupato esattamente un anno fa (oggi i festeggiamenti) e ora popolato da famiglie e “camerati”. Per far parlare questo posto, nascosto tra le palazzine borghesi di via Valadier, ci vorrebbe la cinepresa usata da Scola in “Una giornata particolare”: scivolerebbe da sé lungo le geometrie imbandierate finestra per finestra fino all’ultimo piano e poi, stacco, sulla targa che ricorda Mikis Mantakas e i “camerati” che dopo la sua morte «hanno tenuto accesa la fiamma». «Cose belle così... nel centro di Roma...», si commuove per l’incredibile deja vu donna Assunta Almirante, mentre, dal palco montato in fondo al cortile, posa lo sguardo sui giovani in maglietta nera, sui loro figli che giocano, sui tricolore a cui l’immobile calura estiva imprime una certa fissità. «Almirante è con noi stasera», le suggerisce qualcuno. Ad accompagnarla gli amici di sempre: il direttore del Tg2 Mauro Mazza, già “ragazzo di via Milano” (la sede del Secolo d’Italia) e l’ex direttore di Rai International, Massimo Magliaro, una vita per l’Msi, che si sperticano in lodi per il leader dell’occupazione, Giuliano Castellino, ex testa rasata e ora segretario romano della Fiamma. Vecchi missini e giovani neofascisti riuniti nell’omaggio all’uomo a cui anche Gianni Alemanno, diventato sindaco, vorrebbe ora intitolare una via. Il pretesto è la presentazione di un libretto, edito nel ’95 da Ciarrapico: «Autobiografia di un fucilatore». Riferimento sprezzante dell’autore, Almirante, all’accusa di aver disposto la fucilazione dei partigiani che non si fossero consegnati. Il direttore del Tg2 lo trova «potentemente umoristico». D’altra parte: «Quando sento parlare di lui, come Baudelaire, mangio ricordi», sospira Mazza. E giù a raccontare di «quando a Via Milano si viveva tappati» e «lui arrivava a bordo della sua 126 bianca dopo aver mangiato un pasto frugale». «Avremo mai una via Giorgio Almirante?», si domanda citando come argomento a favore l’esistenza di via Palmiro Togliatti: «Colui che pubblicò dopo l’assassinio di Gentile un articolo che sembrava Lotta continua».
La toponomastica infuoca i ricordi. «Una volta Almirante disse che non aveva defascistizzato nulla e che quella parola la portava sulla fronte», racconta Magliaro, non si capisce se per trovare argomenti a favore o contro. «Fascismo e antifascismo? Ci fu uno scontro tra eserciti stranieri e qualcuno ne approfittò per fondare una Repubblica sull’antifascismo», spiega Castellino, illuminato da «tre giorni di lettura» di Almirante. E tra una rievocazione e l’altra il direttore del tg 2 arriva a ravvisare anche nella Robin Hood tax il segno della destra almirantiana.
«Ma sapete che c’è: a me di via Almirante non mi importa nulla», interviene per ultima donna Assunta, con l’aria di chi si sente a casa. «E però se la ragione per non farla è un articolo scritto su “La difesa della razza” da un ragazzo di vent’anni che cercava di fare il giornalista allora sono impazziti tutti», prosegue poi il suo ragionamento. Sul tema si era già pronunciata, ma la serata e il pubblico la ispirano ulteriormente. «Loro vietano? Ma che siamo dipendenti loro?», dice riaprendo lo scontro con la comunità ebraica: «Rispettiamo quello che hanno patito, chiediamo scusa - premette, persino -, ma per quello che altri hanno fatto», si auto-corregge scaricando il fascismo e suo marito da ogni responsabilità e aggiungendo: «Con quelli però fanno gli affari e solo con Almirante fanno i puri? Ma a me i loro soldi non importano - si inalbera infine compiaciuta -, un piccolo gruppo non può fare lezioni a un grande popolo come quello italiano», chiude rinverdendo le idee espresse in gioventù dal marito mentre il direttore del tg 2 e Casa d’Italia applaudono. C’è anche il futurista della Fontana di Trevi, Graziano Cecchini, lo storaciano Schiuma, il rautiano Romagnoli. All’uscita un ragazzo distribuisce cartoline da spedire ad Alemanno con la foto di Casa d’Italia. C’è un messaggio per lui: «Difendila, sostienila, regolarizzala».

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