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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
07.06.2008 Che fare se l'Iran avrà la bomba atomica
Lo anticipa Shaul Mofaz

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: ««L’Iran fermi il riarmo nucleare o Israele l’attaccherà»»
Sull' UNITA' di oggi, 07/06/2008, a pag.12, con il titolo " «L’Iran fermi il riarmo nucleare o Israele l’attaccherà», Umberto De Giovannangeli intervista Shaul Mofaz. Un Udg che sa porre domande anche non in linea con la posizione dell'intervistato, come si dovrebbe fare in ogni intervista. Una buona informazione, visto che capita di rado sull'UNITA', lo sottolineiamo con piacere. Un sospetto: non è che Udg ha un gemello ? Ecco l'articolo:
Capo di stato maggiore e ministro della Difesa tra il 2002 e il 2006, oggi vice premier, Shaul Mofaz contende la leadership di Kadima al primo ministro Ehud Olmert. Una sfida che investe la priorità assoluta per Israele: come garantire la sua sicurezza. Mofaz guarda soprattutto all’Iran - Paese che conosce bene, essendo nato a Teheran - e alla «minaccia mortale» per lo Stato ebraico rappresentata da un «regime teocratico che intende dotarsi dell’arma nucleare per realizzare il suo obiettivo dichiarato: distruggere Israele», afferma il vice premier israeliano. Per Mofaz la risposta di Israele deve essere «decisa, risolutiva». L’opzione militare è in campo, sottolinea l’ex capo di stato maggiore, ed essa va attivata con il sostegno degli Usa. «In nessun caso - avverte il vice premier - Israele tollererebbe l’eventualità che armi nucleari siano in possesso dell’Iran».
A Roma, nei giorni del summit mondiale della Fao, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha rilanciato la sua sfida a Israele: il regime sionista, ha detto, finirà presto.
«Scomparirà prima lui di Israele. Questa non è una speranza. È una certezza».
C’è chi sostiene che le minacce del presidente iraniano siano solo propaganda a fini interni.
«Non sono di questo avviso. Guai a sottovalutare il pericolo iraniano. L’Iran è la più grande minaccia dal tempo dei nazisti. Quelle di Ahmadinejad non sono le farneticazioni di un esagitato. Sono le parole del capo di uno Stato che fa parte delle Nazioni Unite e che continua impunemente ad usare le tribune internazionali, ultima quella della Fao, per propugnare il suo odio antisemita e istigare alla violenza contro Israele. Nella storia dell’Onu non è mia accaduto che uno Stato membro dichiarasse esplicitamente la sua volontà di distruggere un altro Stato membro delle Nazioni Unite. Quando nega l’Olocausto, Ahmadinejad esorta a un altro Olocausto. La comunità internazionale avrebbe dovuto già da tempo considerare un individuo del genere persona non gradita invece di concedergli ogni opportunità per rinvigorire le sue minacce a Israele. L’Iran è una minaccia per noi ma lo è anche per il mondo libero. Non solo perché persegue i suoi piani di riarmo nucleare, che se portati a compimento determinerebbero una corsa alla bomba atomica di altri Paesi arabi sunniti - come l’Egitto e l’Arabia Saudita - che si sentirebbero anch’essi minacciati dall’”atomica sciita”, ma anche per il sostegno incessante, militare, logistico, finanziario, che Teheran fornisce ai più pericolosi gruppi terroristici mediorientali».
Di fronte a una tale minaccia, cosa resta da fare, a suo avviso, a Israele?
«Se l’Iran proseguirà il suo programma di riarmo nucleare, noi non avremmo altra scelta che attaccarlo. Di fronte alla determinazione del regime iraniano, tutte le altre opzioni sembrano destinate al fallimento. Le sanzioni si stanno rilevando inefficaci, e ancor meno incisive si mostrano le pressioni diplomatiche. Questa, purtroppo, è la realtà dei fatti. L’Iran ha già oggi missili a lunga gittata in grado di colpire pesantemente non solo Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa, ma anche Roma, Madrid… L’Iran porta avanti la sua strategia destabilizzante fornendo armi e istruttori ad Hamas, Hezbollah, ai gruppi della Jihad islamica. Arma i nemici della pace e prosegue nella costruzione della bomba atomica, il cui utilizzo è chiaro. In questa situazione, e in assenza di un ripensamento che appare inimmaginabile da parte del regime iraniano, Israele non ha altra scelta che attaccare l’Iran per fermare il suo programma nucleare».
Ma Israele potrebbe praticare questa opzione senza o addirittura contro la volontà degli Stati Uniti?
«Sulla portata della minaccia iraniana c’è assoluta convergenza di vedute tra noi e gli Stati Uniti. Non mi riferisco solo all’attuale presidente, ma anche ai due candidati che si contenderanno la Casa Bianca. Il recente discorso del senatore Obama è stato in questo senso molto importante e impegnativo, come lo sono stati i pronunciamenti del senatore McCain: l’America è consapevole del pericolo iraniano. E sarà a nostro fianco nel momento della verità».
Da un fronte all’altro. Come valuta i colloqui avviati, con la mediazione del governo turco, tra Israele e la Siria?
«La via del negoziato è sempre auspicabile se le due parti sono realmente intenzionate a praticarla. Dubito però che sia così per la Siria, che ancora oggi, al di là delle dichiarazioni di facciata, continua ad essere parte attiva del fronte degli estremisti».
Damasco ha ribadito che un negoziato diretto con Israele deve contemplare la restituzione delle Alture del Golan.
«Si tratta di una richiesta inaccettabile, almeno per quanto mi riguarda. La Siria è legata strettamente all’Iran. E come è già avvenuto nel Libano meridionale e nella Striscia di Gaza, gli iraniani si installerebbero anche sul Golan, un altopiano dall’enorme valore strategico».
ha collaborato Cesare Pavoncello

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