Da LIBERAL del 16 maggio 2008
In questi giorni si è parlato molto, con vasta eco e spesso a sproposito, della presenza d’Israele come ospite d’onore della fiera del libro a Torino.
Contestatori e boicottatori hanno avuto il massimo della visibilità sui giornali e nei molti programmi televisivi che hanno seguito sia la kermesse torinese sia la festa d’indipendenza dello stato d’Israele, e questo grazie ad una certa informazione che ha fatto di tutto per mettere in luce la contestazione e lasciare in ombra gli altri aspetti che hanno caratterizzato l’evento.
Chi è stato alla fiera ha sicuramente notato l’alta affluenza di pubblico, formato da persone che per i più svariati motivi cercavano un approccio di prima mano con tutto quello che lo stato d’Israele sa offrire.
La meravigliosa sorpresa per gli organizzatori dello stand dove Israele è stata splendidamente rappresentata, è venuta dalla partecipazione attenta, anche e soprattutto, alle tematiche ed alle ragioni di Israele.
Sono stati tanti i gesti di affetto e le parole di solidarietà da parte della stragrande maggioranza dei visitatori arrivati a Torino da ogni angolo d’Italia con la sana curiosità di chi vuol vedere, scoprire e conoscere.
Persone che nella visita negli spazi fieristici hanno scoperto quante siano le cose che Italia ed Israele hanno in comune.
Questo ha fatto vivere, a chi era presente, momenti che hanno dato la misura di quanti sono, e sono tanti, quelli che vedono l’unica democrazia mediorientale come modello da seguire per lo sviluppo della civiltà in tutta la regione.
Ciò che di buono questa fiera ci lascia in eredità, si nota nei numeri dei visitatori che si sono registrati all’interno dello spazio espositivo israeliano.
Fin dalle prime ore, comunque, era netta l’impressione che i lettori, veri consumatori di cultura, aspettassero con impazienza quest’appuntamento con Israele, con il suo patrimonio di conoscenze e con tutto quello che gira a livello storico, religioso e filosofico, intorno al popolo ebraico ed alla sua storia.
Inutile dire che siamo stati piacevolmente sorpresi nello scoprire quante persone non si lasciano più influenzare da una certa informazione, selettiva e di parte, ed abbiamo anche avuto la prova, e ne siamo felici, che il martellamento mediatico che dipinge Israele come il fulcro dei mali del mondo, fa oggi meno breccia che in passato nella mente della gente.
Abbiamo scoperto che esiste in Italia una larga parte di pubblico che non si accontenta più delle notizie sparate in “Prima Pagina” o nelle aperture dei telegiornali, ma che va a cercare quando ne ha la possibilità, e da questo punto di vista la fiera del libro è stata importantissima, ogni genere d’informazione: dall’attualità alla storia, passata e recente, ed anche dei punti di vista, costantemente ignorati dai mezzi d’informazione ufficiali, sia di Israele sia del suo popolo.
Religione, politica, filosofia, storia e tanti altri aspetti del vivere israeliano, sono stati temi su cui si è molto parlato e ci si è confrontati in un dialogo fra persone che pur provenendo da culture diverse si sono incontrate con la mente aperta e che hanno scoperto i tanti valori e punti in comune che ci sono fra i popoli.
Guardando alla fine della fiera con un po’ di ottimismo possiamo senz’altro affermare che il momento che Torino ci ha regalato è stato di grande qualità, ed anche se la fiera sta in queste ore chiudendo rimane in noi la sensazione che l’edizione del 2008 rimarrà negli annali come una delle più importanti, dove la voglia di capirsi e stare insieme è andata oltre i pregiudizi e distorsioni di chi a remato al contrario e in alcuni casi ha gettato benzina sul fuoco.
Rimane il rimpianto del mancato confronto con la controparte palestinese, ma questo è dipeso dall’immaturità di chi è solo capace a perdere le buone occasioni che il destino ci serve sul piatto d’argento.
C’è però da rallegrarsi per com’è andato il resto delle cose; perché non ha vinto solo la cultura e il buon senso, ma l’intelligenza della gente comune che si è dimostrata matura ed attenta oltre ogni più rosea previsione.
Grazie Torino, continua a stupirci.
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