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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera - Il Messaggero Rassegna Stampa
06.05.2008 L'attacco di Ramadan a Napolitano
e la risposta del Presidente della Repubblica, che ribadisce: negare la legittimità dell'esistenza di Israele è antisemitismo

Testata:Corriere della Sera - Il Messaggero
Autore: Vera Schiavazzi - Paolo Cacace
Titolo: «Napolitano e la Fiera del libro: Israele, legittimità innegabile -Napolitano: criticare Tel Aviv si può, ma non negare la legittimità dello Stato»

Dal CORRIERE della SERA del 6 maggio 2008, la cronaca di Vera Schiavazzi:

TORINO — Mancano due giorni all'inaugurazione della Fiera del libro, la prima ad essere così violentemente contestata per la scelta di invitare Israele come Paese ospite, la prima nella quale sarà il presidente della Repubblica a tagliare il nastro d'inizio.
E proprio da Quirinale, ieri sera, è giunta una ferma replica agli attacchi arrivati nel frattempo da Torino, nelle parole di Tariq Ramadan e di altri contestatori come Gianni Vattimo: «È del tutto falso attribuire al capo dello Stato l'errore di aver tacciato di antisemitismo tutti coloro i quali criticano lo Stato di Israele — si legge nel testo diffuso dal Colle —. La critica delle politiche del governo di Israele è del tutto legittima, innanzitutto all'interno di Israele; quel che è inammissibile è qualsiasi posizione tendente a negare la legittimità dello Stato di Israele».
E mentre fanno scalpore le dichiarazioni di Gianfranco Fini sulla «gravità» delle contestazioni torinesi culminate il 1˚ maggio col rogo della bandiera israeliana, la tensione cresce: le forze dell'ordine e il cerimoniale del Quirinale desiderano che la presenza di Giorgio Napolitano a Torino sia «protetta » il più possibile da ogni contestazione, mentre, d'altra parte, i giovani dei collettivi autonomi che fin dall'inizio hanno sostenuto la linea del «boicottaggio duro» contro la Fiera fanno sapere che non accetteranno gli inviti «dell'ultima ora» a essere presenti alla kermesse libraria e che non rispetteranno la «zona rossa» di sicurezza nella quale ogni tipo di manifestazione è vietata, quella che si trova nelle immediate vicinanze del Lingotto.
Contemporaneamente, esponenti di tutte le parti politiche, delle Comunità ebraiche, dell'Associazione Italia-Israele e dei vari gruppi nati per sostenere la presenza dello Stato di Gerusalemme a Torino confermano la loro volontà di festeggiare l'avvenimento, sventolando la bandiera con la stella di David nella mattinata dell'apertura. Tra di loro, il senatore Pd Roberto Della Seta («Torino democratica sventoli compatta la bandiera d'Israele»), mentre la presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso conferma di «non essere affatto pentita » della scelta di Israele come Paese ospite. Oltre che sulla giornata inaugurale, le preoccupazioni della questura sono concentrate sulla manifestazione nazionale promossa dai boicottatori per sabato 10 maggio, un corteo al quale non sarà consentito di giungere fino al Lingotto.
Intanto, nella stessa giornata nella quale all'Università di Torino si apriva la due giorni intitolata «Le democrazie occidentali e la pulizia etnica in Palestina », con gli interventi dei principali sostenitori del boicottaggio alla Fiera (e si scatenavano quindi le polemiche tra alcuni docenti e il rettore Ezio Pelizzetti), il comico Beppe Grillo annunciava che non sarebbe stato presente lunedì al Lingotto, come invece era stato annunciato, e che avrebbe optato invece per un intervento in diretta streaming dal suo blog. Perché?
«Perché non posso ammettere forme di censura preventiva come quelle di chi mi ha invitato a "non tenere comizi": se mi tolgono comizi e invettive preferiscono non esserci ».
E di «censura» nei confronti di Grillo parlano anche i Comunisti italiani di Torino, i primi ad aver lanciato la parola d'ordine del boicottaggio alla presenza israeliana.

Segnaliamo i titoli scorretti del MESSAGGERO "Napolitano: criticare Tel Aviv si può, ma non negare la legittimità dello Stato". Escludiamo che il capo dello Stato abbia "spostato" la capitale di un paese straniero.
In seconda pagina "Napolitano: chi critica Israele non è antisemita". Il senso del discorso di Napolitano che, replicando a un attacco di Ramadan, distingueva tra critiche e negazione del diritto all'esistenza, sempre illegittimo, va evidentemente perduto.

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