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Avvenire Rassegna Stampa
13.12.2007 L'allarme di Sarkozy sull'Iran
in un'intervista a Le Nouvel Observateur

Testata: Avvenire
Data: 13 dicembre 2007
Pagina: 17
Autore: Francesca Bertoldi
Titolo: «Sarkozy avverte l’Iran «Si rischia la guerra»»
Da AVVENIRE del 13 dicembre 2007

Pronti a discutere di cooperazio­ne nucleare se «l’Iran consen­tirà agli ispettori dell’Aiea di fa­re le verifiche». Il presidente francese Nicholas Sarkozy tende la mano all’I­ran. Ma mette subito i paletti e le con­dizioni.
 
Diplomazia del bastone e la carota. Perché l’avvertimento che il capo del­l’Eliseo fa – tramite un’intervista sul­le pagine di Le Nouvel Observateur
  – è nitido. «Il pericolo di una guerra e­siste », dice Sarzkozy. E sarebbero più probabilmente gli israeliani a con­durla anziché gli statunitensi. «Io – di­ce Sarkozy – non sono mai stato per la guerra. Il problema per noi non è tanto il rischio che gli americani si lancino in un intervento militare ma che gli israeliani considerino che la
loro sicurezza è minacciata». L’Agen­zia internazionale per l’energia ato­mica e l’Iran hanno fissato un quadro e delle scadenze per risolvere le mol­te questioni aperte sul programma nucleare iraniano che secondo la Re­pubblica islamica è pacifico ma che per gli occidentali ha finalità militari. Sarkozy tuttavia non è sceso nei det­tagli su cosa il mondo dovrebbe fare nei confronti di Teheran. Nell’intervi­sta ha precisato che «tutti sono d’ac­cordo che ciò che gli iraniani stanno facendo non ha motivazioni per l’u­so civile». «L’unico argomento di di­scussione – ha continuato il leader francese – è se svilupperanno un ar­senale militare tra uno o cinque anni». Non è la prima volta che da Parigi giungono froti e determinati segnali di fermezza nei confronti di Teheran. In settembre era stato il ministro de­gli Esteri Bernard Kouchner ha parla­re di un intervento militare inne­scando un vero e proprio caos diplo­matico nelle cancellerie mondiali.
  L’uscita di Sarkozy arriva pochi gior­no dopo la diffusione del rapporto dell’intelligence Usa che ha rivelato che nel 2003 l’Iran ha fermato il pro­gramma atomico. Secondo alcuni a­nalisti, il documento della Cia ora ren­de più difficile per gli stessi Usa e gli alleati francesi e inglesi presentare u­na nuova ondata di sanzioni contro Teheran. Russia e Cina infatti hanno già palesato la loro contrarietà.
  Il ragionamento di Sarkozy riprende comunque quello di Bush che anco­ra martedì ha preteso dall’Iran «spie­gazioni » sul perché aveva un pro­gramma militare segreto attivo fino a qualche anno orsono. Malgrado quin­di la Nie restano le incertezze sulle
reali intenzioni di Ahmadinejad. Il presidente francese comunque ha ri­badito la sua convinzione che una collaborazione sul nucleare con l’Iran potrebbe disinnescare la minaccia.
  Ieri intanto a Teheran sono finiti i ne­goziati fra gli inviati dell’Aiea e il re­gime sul nucleare. I colloqui e le sca­denze degli incontri erano stati fissa­ti in agosto. L’agenzia
Isna
  non ha det­to se i tre giorni di intensi colloqui hanno prodotto risultati ma ha spie­gato che le discussioni si sono foca­lizzate sul livello di arricchimento del­l’uranio.
 
L’ultimo rapporto dell’Aiea – in no­vembre – sosteneva che l’Iran sta col­laborando ma non in modo «produt­tivo e attivo», anche se il direttore del­l’organismo Onu, Mohammed el-Ba­radei, ha parlato di «buoni progres­si ».

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