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Il TGCOM informa correttamente riguardo il caso di Mohammed Al-Dura a questo URL: http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo382067.shtml .
Titolo del messaggio: "M.O., mito bimbo-martire era falso". Dopo 7 anni: filmato costruito ad hoc" Ma poiché le bugie hanno le gambe corte, sette anni dopo, in nome della correttezza dell'informazione, un tribunale francese ritorna sul caso e intima all'emittente di consegnare tutto il materiale, il filmato completo. E, dopo questa mossa, Dani Seaman, il direttore del Press Office israeliano, colui che accredita i giornalisti in Terra Santa, esce allo scoperto e dichiara che il video fu un falso. Così ora France 2, che finora si era sempre rifiutata di farlo, dovrà consegnare alle autorità tutto il filmato (27 minuti complessivi), girato dal cameraman arabo Abu Rahman. Nel video si assisteva allo scontro a Netzarim, dove da una parte alcune migliaia di palestinesi assaltarono un posto di guardia israeliano e, dall'altra, la risposta dei soldati dello stato ebraico. Nelle immagini si vedevano addossati ad un muro padre e figlio investiti da una vera e propria fucilazione. Il bimbo, che sembrava fosse stato ucciso, divenne proprio grazie al quel filmato, il simbolo del martire innocente. Il suo nome venne invocato in varie altre circostanze: quando fu assassinato il giornalista Daniel Pearl, in un video in cui Bin Laden reclutava combattenti e nel video-testamento della terrorista suicida Wafa al-Samir. Ma ora si scopre che gli israeliani non potevano aver colpito il bambino perché erano in posizione laterale, mentre i colpi sono stati sparati frontalmente (quindi forse dagli stessi palestinesi). E poi, in tutto il filmato, non si vede una goccia di sangue. http://www.tgcom.it |
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