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L'Opinione Rassegna Stampa
03.11.2006 Musulmano americano sfida i terroristi fondamentalisti
“uccidete anche a noi, perché anche noi siamo americani”

Testata: L'Opinione
Data: 03 novembre 2006
Pagina: 6
Autore: Dmitri Buffa
Titolo: «Fieri di essere americani, arabi e musulmani e di militare contro il terrorismo di Osama»
Da L'OPINIONE del 3 novembre 2006:

La notizia è di quelle tipo “l’uomo che morde il cane”. Solo che l’uomo è arabo islamico e il cane europeo nord occidentale. Aslam Abdullah è un cittadino americano di origine araba e dirige due quotidiani musulmani americani, il settimanale “The muslim observer” e il mensile “Monthly minaret”, inoltre dirige Il Muslim electorates council of America. Ma non è un musulmano alla Louis Farrakhan. Tutt’altro. Recentemente nel suo articolo “Uccidete anche a noi, perché anche noi siamo americani” ha redatto un vero e proprio manifesto dell’orgoglio americano dei cittadini di fede musulmana e di origine o di nascita araba. Abdullah, per la rabbia e lo sconcerto dei tanti anti americani militanti d’Europa, ha diviso in due il mondo, mettendo dal lato del bene gli Stati Uniti dove quelli come lui risiedono, vivono e producono ricchezza, e da quello del male Osama Bin Laden, il terrorismo islamico o jihad globale che dir si voglia e tutti i vari simpatizzanti, fiancheggiatori e utili idioti. Questo ammirevole signore che sembra fatto apposta per smentire tutti i luoghi comuni sull’ambiguità del mondo arabo e islamico nei confronti del terrorismo di Bin Laden, degli Hezbollah, di Hamas e dei Fratelli musulmani, ha preso carta e penna per denunciare i crimini di Abu Hamza al Muhajir e dire che “lui e i suoi complici in Iraq non fanno altro che uccidere gente innocente” e che “non porteranno altro alla nostra religione che disgrazie”.

Poi la frase a effetto che sta facendo il giro di tutte le comunità islamiche d’America: “se voi terroristi volete veramente uccidere gli americani, potete allora prendere come bersagli anche i musulmani d’America poiché questi ultimi guardano all’America come alla propria patria e ne condividono i valori”.
“Quelli come voi – si legge nell’articolo su citato – non rappresentate affatto i musulmani né in america né in alcuna parte del mondo. Qualunque essere umano che crede nella santità della vita può dirvelo ad alta voce.” “Il leader di Al Qaeda in Iraq, Abu Hamza al Muhajer,recentemente – si legge ancora – recentemente ha stabilito un decreto per tutti i suoi supporters in cui invita a uccidere almeno un americano nelle prossime due settimane usando un coltello, l’esplosivo o qualunque cosa la battaglia possa richiedere”. “Bene anche io sono un americano, contatemi tra quelli che vi è stato chiesto di uccidere. Ma non sono solo – dice Aslam Abdullah – infatti ci sono milioni di musulmani che vivono con me in Las Vegas e molti milioni in più in America, persone che sono orgogliose (“proud”) di essere americane e che sono pronte ad affrontare la sfida che voi avete lanciato.” “Voi che vivete nascosti nelle vostre caverne – continua l’articolo – e che vi fate scudo delle persone normali in Iraq e in Afghanistan, non mostrate mai la vostra faccia e non avete il fegato di affrontare i musulmani veri. Voi gioite della miseria di milioni di giovani musulmani e pescate tra loro che sono le vittime di regimi dispotici, di povertà e di ignoranza la vostra carne da jihad.”

“A voi che invitate a uccidere almeno un americano ogni quindici giorni – dice questa specie di coraggiosa lettera aperta di questa specie di Fallaci al maschile dei musulmani americani – io vi invito ad arrendervi, a chiedere perdono e misericordia al nostro Dio comune per le vostre uccisioni senza senso e a pentirvi di quello che avete fatto.” Parole importantissime che porteranno senz’altro dei guai a questa persona. Ma che meriterebbero di venire lette in Europa ai tanti pacifisti fiancheggiatori della jihad che proprio nei prossimi giorni faranno l’ennesima marcia della pace tra Perugia e Assisi bruciando bandiere israeliane e americane e scandendo slogan truci contro Bush.

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