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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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La Repubblica Rassegna Stampa
02.03.2006 Odiano l'America e Israele
gli impresentabili di Forza Nuova

Testata: La Repubblica
Data: 02 marzo 2006
Pagina: 4
Autore: Alessandra Longo
Titolo: «E l'alleato Fiore attacca la piovra yankee»

Da La REPUBBLICA di giovedì 2 marzo 2006:

ROMA - Sembra di vederli, i camerati, nelle loro sezioni affollate di croci celtiche e busti del Duce, tutti davanti alla televisione mentre Silvio Berlusconi, il loro nuovo alleato, parla al Congresso degli odiati yankee. Che faccia avranno fatto mentre il premier ricordava i morti americani per «liberare l´Italia dal giogo nazista e fascista»? Non occorre nemmeno andare a chiederglielo, ai duri e puri, che cosa ne pensano dello sbarco alleato, «dell´imperialismo Usa», di quello che da sempre loro considerano il regno del «male». Che sia cambiato qualcosa? Che ci abbiano ripensato? Ovviamente no. Basta aprire a caso uno dei siti neofascisti appartenenti ai nuovi amici del Cavaliere e si materializza la madre di tutte le contraddizioni. All´appassionata dichiarazione di amore di Berlusconi per l´America, fanno da contraltare i manifesti di Forza Nuova, la formazione di Roberto Fiore, appena cooptata nel salotto cosiddetto buono, che tappezza l´Italia con slogan di questo tipo: «25 aprile: 60 anni di catene americane. Spezzale!». Chiamalo se vuoi, pluralismo delle alleanze, o alleanza plurielle. Chi dice di aver fatto il pellegrinaggio sulle tombe dei liberatori è lo stesso uomo di governo che, nell´ansia di vincere, si prende in casa i peggiori nemici di George Dabliu, di quel Paese che, recita uno dei tanti volantini, «ha come obiettivo di facciata l´esportazione forzata della democrazia a suon di bombe, torture e guerre illegittime». Anzio come Bagdad... Chissà se a Washington hanno messo a fuoco quali strane compagnie frequenta l´estroverso capo del governo italiano in fase di campagna elettorale. Chissà, per esempio, se sanno della campagna di Forza Nuova per boicottare i prodotti americani, dagli hamburger di Mc Donald´s alle Timberland. Slogan: «Non finanziare i nemici d´Europa».
E poi: la Nato è davvero «quello strumento di democrazia» esaltato da Berlusconi che immagina per il sistema di difesa europeo solo una funzione «complementare»? Se lo chiedete agli amici di Fiore, candidato in pectore a Strasburgo, vi risponderanno con le parole scolpite nella pietra dalla Destra Universitaria: «No alle basi Nato in Europa. Universitari, prendiamo coscienza, uniamoci e lottiamo per l´identità e la tradizione del nostro popolo. Rompiamo il servilismo economico che ci lega alla piovra a stelle e strisce». Altro che riconoscenza. Sempre dal sito di Forza Nuova, ecco parole lontane dallo studiato appello alla memoria di Berlusconi: «Yankee... non vi dobbiamo niente».
C´è qualcosa che non torna, qualcosa di stordente, di surreale. Zitte, zitte, le formazioni neofasciste che, grazie all´abilità mediatica di Alessandra Mussolini, si sono infilate nella squadra del premier, continuano la loro battaglia muscolare. Hanno siglato l´alleanza ma non rinnegano - verbo caro a destra - il loro credo e la totale avversione all´«occupazione dell´Iraq»: «L´oro e il petrolio non sono i valori con i quali la nostra generazione vuole crescere. Si spaccia per necessità nazionale e lotta al terrorismo il meschino tornaconto di Bush». E chi glielo va a dire ai festanti membri del Congresso americano?

Ricordiamo che Forza Nuova, oltre ceh dall'antiamericanismo, é caratterizzata dall'ostilità a Israele e dall'antisionismo, dal negazionismo, dalla riproposizione di vecchi stereotipi relativi agli ebrei.

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