IL MATTINO di giovedì 3 marzo 2005 pubblica una cronaca della conferenza di Londra interamente mirata a indicare in Israele la parte "inadempiente" del processo di pace e ad esaltare i passi di Abu Mazen. Vengono riportate le discutibili affermazioni di Javier Solana e in chiusura una dichiarazione di Abu Mazen sulle demolizioni di edifici e "altre infrastrutture" nei territori. Il giornalista avrebbe dovuto spiegare che Israele demolisce le case dei famigliari degli attentatori suicidi, quando ritiene che fossero a conoscenza del progetto criminale. Ecco l'articolo, "Abu Mazen: Stato palestinese al più presto" Bruxelles. Aiuti, ma anche politica ed economia: sono stati questi i temi principali che, sulla scia della conferenza di Londra, Abu Mazen ha affrontato ieri a Bruxelles, nella sua prima visita alla capitale dell'Ue quale neo presidente dell'Autorità nazionale palestinese. Dalla condanna all'attentato di venerdì in Tel Aviv ai diversi aspetti delle riforme in corso nelle strutture della sicurezza palestinese, Mazen ha affrontato a Bruxelles molti dei temi esaminati a Londra. Le novità rispetto ai colloqui londinesi sono state due: l'auspicio chiesto da Mazen «per un maggior ruolo politico dell'Ue nel Quartetto» di mediatori del processo di pace (integrato, oltre all'Unione, da Usa, Russia e Onu) e l'invito rivolto al presidente della Commissione europea, Josè Manuel Durao Barroso, a visitare i territori palestinesi. Mazen ha aperto la sua lunga giornata bruxellese con un colloquio con l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Javier Solana, che aveva già visto martedì a Londra. Subito dopo è stato ricevuto dal presidente dell'Europarlamento, Josep Borrell, da Barroso e, infine, dal presidente di turno Ue, il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker. Con Solana, Mazen ha in sostanza parlato delle «concrete possibilità di lavoro sulle strutture» che portino ad uno Stato palestinese. Nell'incontro con la stampa, Solana non ha nascosto il fermo sostegno europeo al successore di Yasser Arafat: «finora» Mazen ha rispettato «tutto quello» che si era impegnato a fare, ha sottolineato, precisando che «il presidente può essere sicuro degli appoggi dell'Ue affinchè i palestinesi possano raggiungere il sogno di uno Stato proprio». Su quest'ultimo punto, alla domanda sulla data della nascita del futuro Stato palestinese, Mazen ha risposto «nel minor tempo possibile». E subito dopo, Solana ha precisato, sorridendo: «Tanto prima, tanto meglio». Nell'incontro, Solana e Mazen hanno tracciato un bilancio dei «piccoli e grandi dettagli» dei negoziati in Medio Oriente. Oltre al richiamo per un maggior spazio dell'Europa nel processo di pace, Mazen ha ricordato l'importanza degli aiuti targati Europa nei settori della «sicurezza, l'amministrazione e in altre aree di cui i palestinesi hanno bisogno». Ad una domanda sulle colonie israeliane e sul Muro, Solana ha rinviato ad una delle principali dichiarazioni del documento finale di Londra, in cui si afferma che «non verrà accettato più nulla che sul terreno possa pregiudicare il buon esito dei negoziati». Da parte sua, Barroso, presidente della commissione europea, ha affrontato con Abu Mazen i diversi aspetti della consistente cooperazione finanziaria di Bruxelles nei territori, segnalando per esempio l’erogazione di 250 milioni di euro destinati quest'anno nei territori. A conclusione della sua visita a Bruxelles, il presidente dell’Anp si è augurato che Israele eviti in futuro di distruggere edifici ed altre infrastrutture nei territori. Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a dare il proprio giudizio su quanto scritto dal quotidiano napoletano. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail pronta per essere compilata e spedita.
posta@ilmattino.it
|