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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Shalom Rassegna Stampa
05.10.2025 Le muse emergono dal profondo della gola
Commento di Claudia De Benedetti

Testata: Shalom
Data: 05 ottobre 2025
Pagina: 1
Autore: Claudia De Benedetti
Titolo: «Le muse emergono dal profondo della gola»

Riprendiamo da SHALOM il commento di Claudia De Benedetti dal titolo "Le muse emergono dal profondo della gola".


Claudia De Benedetti

Israel Museum, ANU – il Museo del Popolo Ebraico e Yad Vashem, per citare solo le più importanti istituzioni, hanno dedicato mostre temporanee o inserito opere dedicate al 7 ottobre nei percorsi di visita permanenti.

Le conseguenze degli infami attacchi del 7 ottobre 2023 e della guerra che ne è seguita hanno portato molti israeliani a ripensare al modo in cui interpretano l’arte e la cultura: la sensazione prevalente è che l’ultimo biennio avrà un effetto duraturo sulla produzione artistica dei grandi maestri come dei giovani emergenti. Nei momenti di gioia così come in quelli di tristezza per il popolo ebraico e per la Terra d’Israele l’arte è sempre stata un mezzo per combattere il nemico.
Israel Museum, ANU – il Museo del Popolo Ebraico e Yad Vashem, per citare solo le più importanti istituzioni, hanno dedicato mostre temporanee o inserito opere dedicate al 7 ottobre nei percorsi di visita permanenti.

“7 Ottobre” è il titolo dell’allestimento di ANU; il sottotitolo è eloquente “Uno spazio di angoscia, perdita, frustrazione, rabbia e dolore”. L’esposizione raccoglie le opere di 24 artisti la cui attività creativa riflette i tempi atroci che la società israeliana sta affrontando dal 7 ottobre, alcuni dei 24 artisti sono sopravvissuti, altri sono stati uccisi il 7 ottobre o sono morti durante la guerra, altri abitavano o abitano al sud d’Israele, hanno subito la perdita dei loro cari, delle loro case, o le loro famiglie sono state colpite dagli orrori del massacro. La mostra propone uno spaccato crudo e realistico, che non lascia spazio alla commiserazione, dello stato d’animo degli israeliani e registra l’esplosione creativa unica che è ben avvertita dall’inizio della guerra. Gli artisti in mostra rispondono e ritraggono in modo esemplare gli eventi che hanno vissuto, interpretando ed elaborando una sorta di memoria collettiva. Nelle parole di Sophie Barzon MacKie, sopravvissuta al massacro nel Kibbutz Be’eri e curatrice della locale galleria d’arte rasa al suolo, “l’arte articola gli eventi e ci fornisce immagini” e ancora “quando si odono i cannoni, le muse tacciono. Il luogo comune secondo il bisogno di sopravvivere calma le idee, i pensieri e la creatività sembra essersi capovolto in questa guerra, e in tutto il paese si assiste ad un’abbondanza di creatività in tutti i campi dell’arte: si odono i cannoni, le voci delle muse emergono sempre più chiaramente dal profondo della gola”.
Or Yogev è stato il primo artista che ha postato sui social l’8 ottobre 2023 il suo lavoro digitale intitolato “I gemelli” e dedicato ai fratellini Bibas. La sua opera, unitamente a quelle di altri 74 artisti, per un totale di 98 produzioni, è confluita nella prima collettiva intitolata “Or Gadol” “Grande Luce” allestita al Porto di Giaffa per celebrare Chanukkà nel 2023.

Yad Vashem ha intrapreso una collaborazione con l’artista Shai Azulai che nel 2024 ha inaugurato la mostra intitolata “Più grande di me”. Il 7 ottobre è stato inevitabilmente oggetto di riflessione di Azulai che ha spiegato: “Tutto si è elettrificato, si è connesso, come se i fili si fossero intrecciati. Gli eventi [del 7 ottobre] mi hanno trasportato nella Shoah, e per un attimo ho avuto la sensazione che fossimo lì”.
Israel Museum ha inserito nel percorso di visita permanente l’allestimento intitolato “Tempo da ricordare”. Tra le opere, di grande impatto emotivo, vi sono una scatola di beneficienza per il ritorno degli ostaggi, una collana creata per il lutto e due candelieri “in memoria della distruzione del Tempio”.
Tra i primi a dare voce al dolore personale e collettivo dopo il 7 ottobre ci sono stati i musicisti israeliani. Le mostre dedicate al 7 ottobre comprendono spesso colonne sonore con le musiche più ascoltate in Israele: canzoni note che la guerra ha caricato di nuovi significati. Alla fine della prima settimana di conflitto, i musicisti hanno iniziato ad esibirsi volontariamente in tutto il Paese, offrendo un temporaneo sollievo, un’opportunità di stare insieme ai familiari delle persone rapite o uccise, a chi è sopravvissuto a traumi impensabili,a chi era in procinto di partire per la guerra. I musicisti hanno suonato ai funerali e negli ospedali, si sono esibiti per gli sfollati del Sud e del Nord, per i sopravvissuti ai massacri del Nova festival e per i soldati nei luoghi di ritrovo, spesso solo con una chitarra e un grande cuore. Definire questi raduni spettacoli è riduttivo: si è trattato di incontri intimi tra esseri umani, a volte sono stati proprio gli artisti i primi ad ascoltare le storie degli sfollati, delle persone ferite o di chi aveva perso i propri cari. Incontri che non saranno mai dimenticati per la loro straordinaria energia emotiva e umana.

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redazione@shalom.it

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