Riprendiamo l'articolo di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Contro i terroristi che ammazzano gli ebrei e i loro utili idioti che bloccano l'Italia, io mi metto una kippà".

Giulio Meotti

Alle 12:31 di ieri la BBC aveva la giornalista Anna Jameson davanti alla sinagoga:
“Sono in piedi davanti al cordone di polizia ai margini di Middleton Road, dove è avvenuto l’incidente”.
Un “incidente” è “avvenuto”!
OK, passiamo alla fase due: il terrorista potrà anche chiamarsi “Jihad”, ma è un “lupo solitario”.
Ok, passiamo alla fase tre: anche se ci fossero abbastanza lupi solitari in giro, “non ha comunque nulla a che fare con l’Islam”.
Il lupo solitario che ha fatto “l’incidente” nella sinagoga di Manchester è stato identificato come “Jihad al-Shamie, trentacinquenne, cittadino britannico di origine siriana”. Questa sorprendente formulazione proveniva da quelle che sono ridicolmente note come “le autorità” ed era approvata dal Ministero degli Interni, forse dopo uno di quei briefing COBRA dall’aria super-mascolina per cui Keir Starmer è tornato in aereo da Kiev per essere brevemente informato.
Quindi, con “discendenza siriana”, intendi, tipo, che il bisnonno di Jihad proveniva da Aleppo? Ehm, no: al-Shamie è nato in Siria negli anni ‘90, quindi la sua discendenza è piuttosto rapida. Figlio di un medico che ha lavorato in zone di guerra per conto di organizzazioni umanitarie, Jihad aveva ottenuto la cittadinanza britannica nel 2006 ed era diventato padre l’anno scorso. È “diventato” britannico nel 2006 e il nome “Jihad” a quanto pare non ha rappresentato un ostacolo all’acquisizione della cittadinanza britannica.
Ora si scopre che il padre del terrorista della sinagoga era un grande fan di Hamas e del 7 ottobre. Tutto si tiene, l’immigrazione di massa, i tagliagole di Hamas, le piazze europee e italiane loro utili idioti.
Ora prepariamoci alla fase quattro: “Gli ebrei se lo sono meritato”. In molti lo pensano, spesso lo dicono usando pseudonimi perché ancora si vergognano, mentre le élite che lo pensano per ora lo stanno dicendo scendendo in piazza contro di loro e con i loro silenzi.
Gli ebrei hanno sempre meno amici tra gli occidentali che, consapevolmente o meno, si stanno assimilando al loro futuro islamico (a Firenze, città fra le più belle del mondo in decadenza per colpa della sinistra, si marcia con i kalashnikov).
C’è una logica demografica spietata in tutto questo: gli ebrei morti sono, sempre e comunque, solo un antipasto per gli infedeli morti in generale (come i cristiani in Nigeria, che vogliono sterminati fino all’ultimo).
Poche ore dopo l’attacco in sinagoga sono scoppiati violenti scontri tra manifestanti filo-palestinesi e la polizia fuori dai cancelli di Downing Street a Londra.
Povero premier Starmer, aveva appena dato loro uno stato palestinese all’Onu. Cos’altro dovrebbe fare, mandare armi a Hamas? Non lo escludo nella fase cinque.
I musulmani inglese dopo l’attentato cantano: “Khayber Khayber Ya Yehud, jaish Mohammad sauf ya’ud”. Si tratta di un appello alla decapitazione degli ebrei nelle strade della Gran Bretagna il giorno dell’attentato.
Decine di migliaia di persone, sventolando bandiere palestinesi, si sono radunate lo stesso giorno in cui due fedeli ebrei sono stati uccisi e altri tre feriti nell’attacco con un’auto e un coltello.

Manchester il giorno stesso della strage
Fiona Smith ha dichiarato al Telegraph: “Non me ne frega un cazzo della comunità ebraica”.
Sicuramente non gliene frega un cazzo neanche ai vari capi di partito e sindacato che in Italia hanno fermato il paese. Non ho letto dichiarazioni di Schlein, Conte, Bonelli e Landini sulla strage in sinagoga. Niente. Ho cercato bene, ma niente.
Come non gliene frega un cazzo degli ostaggi israeliani al Corriere della Sera che pubblica un comunicato di solidarietà con la flotilla: non una parola su Hamas.
Guerriglia urbana intanto a Bologna e in tante altre città italiane. Stazioni di treni, autostrade, aeroporti bloccati.

Firenze oggi: “fermiamo il sionismo con la resistenza” e i kalashnikov
Al canto del muezzin che invita alla preghiera e alla lotta si è ora aggiunto l’urlo del comunista, del cattocomunista, del sindacalista e del giornalista collettivo che chiamano all’occupazione e allo sciopero.
“Il blocco della Global Sumud Flotilla da parte di Israele è un gravissimo atto di pirateria internazionale” denuncia il Movimento 5 stelle. “Un atto di pirateria” secondo Elly Schlein. “Azioni di pirateria internazionale” dice l’Alleanza verdi sinistra. “Un grave atto di pirateria” anche secondo Riccardo Magi di +Europa. “Grave atto di pirateria”, il commento della Cgil. Hamas, che sa leggerci molto bene, riprende alla lettera i comunicati occidentali. L’abbordaggio della flotilla è “un crimine di pirateria” secondo i terroristi al potere a Gaza.
Un parlamentare della sinistra francese è a Beirut a rendere omaggio a uno dei terroristi che ha organizzato il massacro delle Olimpiadi di Monaco nel 1972.
Io quello che vedo è un odio mostruoso per l’Occidente, che con le sue imperfezioni e contraddizioni resta l’unico luogo sulla terra dove fioriscono le democrazie e le libertà (no, non c’è libertà di sciopero a Gaza), grazie a quella dimensione spirituale giudaico-cristiana che si fa di tutto per declassare, disprezzare e distruggere e che ha in Israele la sua culla.

La statua di Giovanni Paolo II alla stazione Termini
Ciò che resta della vita ebraica in Europa si sta estinguendo senza pietà, un cimitero vandalizzato alla volta, un attacco in metropolitana alla volta, una strage alla volta. Secondo Robert Wistrich, il grande storico dell’Università Ebraica di Gerusalemme, l’ebraismo europeo avrebbe avuto ancora 10-20 anni di vita. “È finita”, ha detto Wistrich. “È una morte lenta”.
Ma da questo grande caos, l’unica cosa che guadagneremo sarà la fine del nostro sistema liberale. Le vignette su Maometto non possiamo più disegnarle se non nei bunker protetti dalla polizia. Ma presto saremo costretti a festeggiare il Natale nascosti in cantina. Sta già succedendo, chiedetelo alla cattedrale di Manchester.
Perché come scrisse il filosofo americano Eric Hoffer, “ho una premonizione che non mi lascia in pace: come va per Israele così andrà per tutti noi”.
La cosa incredibile è che abbiamo scelto di fare tutto questo a noi stessi.