Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
«Putin come Voldemort, di guerra in guerra» Per Zafesova i droni russi sono test e minaccia Intervista di Aldo Torchiaro
Testata: Il Riformista Data: 28 settembre 2025 Pagina: 5 Autore: Aldo Torchiaro Titolo: ««Putin come Voldemort, di guerra in guerra» Per Zafesova i droni russi sono test e minaccia»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 28/09/2025, a pagina 5, l'intervista di Aldo Torchiaro ad Anna Zafesova dal titolo "«Putin come Voldemort, di guerra in guerra» Per Zafesova i droni russi sono test e minaccia".
Aldo Torchiaro
Anna Zafesova
Droni sulla Romania. Poi in Polonia. Quindi sulla Danimarca, tre volte. In Alaska. E ieri sulla Svezia. Cosa ha in mente Putin? Lo abbiamo chiesto ad Anna Zafesova, politologa ed esperta di Russia. Autrice di saggi che indagano con lucidità e coraggio il potere di Putin e la natura del suo regime, tra cui l’ultimo libro Russia. L’impero che non sa morire (Rizzoli).
Putin usa i droni come test o come minaccia psicologica?
«Entrambe le cose. I droni sono una prova di forza, ma anche un segnale di intimidazione: “posso arrivare a casa vostra”. È un linguaggio che in Europa non comprendiamo più, ma che per lui è naturale. Putin crede che l’Europa, spaventata, non reagisca rafforzandosi, bensì arrendendosi. E insieme manda un messaggio: invece di aiutare Kiev, pensate a proteggere voi stessi.»
In questa logica, come legge l’atteggiamento di Mosca verso l’Europa?
«Per Putin il mondo è diviso in padroni e servi. Ricorda quando disse, all’insediamento di Trump, che gli europei avrebbero scodinzolato teneramente ai suoi piedi. Una visione caricaturale, ma è così che lui immagina i rapporti internazionali. L’altro giorno, quando Londra, Berlino e Parigi hanno convocato l’ambasciatore russo con toni molto duri, per il Cremlino è stato uno smacco.»
Quanto conta il rapporto con la Cina e i BRICS?
«Diciamo intanto che non sono i BRICS a girare intorno a Putin, semmai il contrario. L’India gli chiede ulteriori sconti sul petrolio, erodendo le sue finanze. Tuttavia lui si sente incoraggiato: la vicenda dei droni è iniziata dopo un incontro con Xi Jinping. Non sappiamo se le due cose siano collegate, ma è certo che interpreta ogni colloquio come un sostegno. In passato la Cina lo aveva invitato a smorzare le minacce nucleari e lui aveva obbedito. Ma resta la convinzione di avere un’alleanza.»
Giorgia Meloni ha citato Papa Francesco all’ONU: “terza guerra mondiale a pezzi”. Putin trae vantaggio dalle divisioni europee, anche rispetto a Gaza?
«Sì, le divisioni sono oro per lui. Gaza però non è al centro della sua strategia. Ha legami troppo solidi con Israele per attaccarlo: non ha mai condannato Netanyahu, anzi lo vede come uno specchio utile. È vero che dopo il 7 ottobre i leader di Hamas sono volati a Mosca, ma Israele non ha aderito alle sanzioni russe e molti oligarchi putiniani hanno interessi a Tel Aviv. Ma ogni frattura interna in Europa, anche lontana dall’Ucraina, è per Mosca una crepa da sfruttare.»
In Europa esistono leader apertamente filorussi. Quanto pesano per il Cremlino?
«Moltissimo. Orbán e Fico sono agenti dichiarati dell’influenza russa. Ma anche partiti come Alternative für Deutschland o le forze sovraniste sono strumenti di destabilizzazione. Mosca legge ogni protesta interna, anche scollegata dalla politica estera, come una conferma della fragilità europea.»
L’esercito russo perde uomini e risorse. C’è il rischio di un’altra guerra parallela, come in Siria nel 2015?
«Il rischio è reale. Già allora Putin aprì il fronte siriano per nascondere la sconfitta nel Donbass. Oggi l’offensiva ristagna: non è riuscito a spezzare il fronte ucraino, si parla di sacche in cui truppe russe rischiano l’accerchiamento. L’economia è in crisi, il deficit cresce, la banca centrale valuta l’aumento dell’IVA. Sta finendo i soldi e intanto brucia migliaia di vite. Un animale ferito è sempre il più pericoloso.»
Trump ha definito la Russia una “tigra di carta”. È così?
«Putin non può accettare quell’immagine. Se non conquista neppure città minori, rilancia con azioni spettacolari, anche terroristiche. Vuole rimanere il “più cattivo di tutti”. È la sua forza simbolica: essere Lord Voldemort, non una tigre di carta. Per questo il momento è così pericoloso: quando si sente debole, è pronto a rilanciare con nuove minacce e nuove guerre.»
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