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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
11.09.2025 La solidarietà 'legittima' al Paese che copre i dirigenti dei terroristi
Commento di Iuri Maria Prado

Testata: Il Riformista
Data: 11 settembre 2025
Pagina: 5
Autore: Iuri Maria Prado
Titolo: «La solidarietà 'legittima' al Paese che copre i dirigenti dei terroristi»

Riprendiamo dal RIFORMISTA del, 05/09/2025, a pagina 5, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "La solidarietà 'legittima' al Paese che copre i dirigenti dei terroristi".


Iuri Maria Prado

Media e politica compatti, esprimono tutti solidarietà al Qatar. Dimenticando un "piccolo dettaglio": che sponsorizza e protegge i terroristi islamici

I membri del lungo corteo di capi di Stato e di governo che, con dichiarazioni pressappoco allineate, hanno deplorato l’iniziativa israeliana dell’altro giorno non si sono limitati a denunciarne l’inopportunità o a contestarne la legittimità. Dal francese Emmanuel Macron al britannico Keir Starmer, dal finlandese Alexander Stubb all’italiana Giorgia Meloni, tutti sono andati ben oltre la prevedibile condanna e hanno ritenuto di manifestare “solidarietà” al Qatar.

Una scelta politico-diplomatica legittima, certo, ma assunta al prezzo di accantonare una lunga serie di fatti che pesano non poco sul conto delle responsabilità del Paese destinatario di tanta solerzia solidaristica. Il Qatar è infatti il Paese che, con un comunicato del 7 ottobre 2023 – mentre era in atto il pogrom – dichiarava che Israele “è l’unico responsabile per l’escalation in corso”. È il Paese che da allora ha giustificato e coperto, quando non direttamente supervisionato e finanziato, le attività terroristiche di Hamas nella Striscia di Gaza. È il Paese che ha dato protezione e garantito impunità alla classe dirigente di Hamas, la stessa che proprio a Doha, mentre erano in corso massacri, stupri e rapimenti del 7 ottobre, celebrava le atrocità come un trionfo.

Non si manifesta “solidarietà” a quel Paese senza voltare la schiena a questi fatti pesanti e indiscutibili. Non si accusa Israele di avere attentato alla stabilità della regione, di avere violato la legalità internazionale e di avere ostacolato i negoziati, senza riconoscere la realtà di un Paese – quello cui si dimostra solidarietà – che per due anni ha fatto da spalla a una setta terroristica. Una setta che strangola Gaza, promette di distruggere Israele e che, proprio il giorno prima del cosiddetto “irresponsabile” attacco israeliano, celebrava come “eroi” uomini armati che salivano su un autobus a Gerusalemme sparando nella testa a civili, uomini, donne e bambini.

Era possibile assumere un atteggiamento anche fortemente critico rispetto all’iniziativa israeliana, senza però scivolare nel grottesco titolato da un malridotto quotidiano italiano: “bombe sul negoziato”. Che fossero inopportune, sbagliate, magari persino sconsiderate, è questione di giudizi. Ma erano bombe sui terroristi, ed è un fatto. E che la “solidarietà” rischi di finire più a loro che alla sovranità del Qatar, questo è un altro fatto.

 

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