giovedi` 11 settembre 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Il Riformista Rassegna Stampa
11.09.2025 Droni russi in Polonia: una prova generale? Putin solito bugiardo
Analisi di Lorenzo Vita

Testata: Il Riformista
Data: 11 settembre 2025
Pagina: 2
Autore: Lorenzo Vita
Titolo: «Droni russi in Polonia: una prova generale? Il Cremlino nega tutto»

Riprendiamo dal RIFORMISTA del, 11/09/2025, a pagina 2, l'analisi di Lorenzo Vita dal titolo: "Droni russi in Polonia: una prova generale? Il Cremlino nega tutto".


Lorenzo Vita

I danni provocati dai droni russi in Polonia. Si tratta della più grave provocazione dall'inizio della guerra in Ucraina e del momento più pericoloso per l'Europa dalla Seconda Guerra Mondiale.

Una nuova notte di tensioni. La più difficile, per la Polonia, dall’inizio della guerra in Ucraina. La contraerea di Varsavia, insieme ai Paesi alleati della Nato – tra cui un aereo da ricognizione italiano – ha dovuto respingere una pesante incursione di droni russi. E se il bilancio finale non ha visto né morti né feriti sul suolo polacco, le conseguenze diplomatiche sono state decisamente più gravi.

La Polonia, così come la Nato, ha preferito da subito abbassare i toni. Il premier Donald Tusk ha messo in chiaro che non vi era motivo “di affermare che siamo in stato di guerra”, anche se ha premesso che la situazione “ci avvicina più che mai a un conflitto aperto dalla Seconda guerra mondiale”. Il presidente Karol Nawrocki ha sottolineato che si è trattato di “un momento senza precedenti nella storia della Nato, ma anche nella storia moderna della Polonia”.

Da parte dell’Alleanza atlantica si è evitato di parlare di un gesto intenzionale da parte di Mosca, pur ribadendo l’enorme pericolosità e la sconsideratezza della mossa. Una linea seguita anche dalla Russia che, dopo il “no comment” del Cremlino, ha lasciato la parola al ministero della Difesa: “Non c’erano piani per colpire obiettivi sul territorio polacco”, ha affermato il dicastero, dicendosi pronto a discutere con Varsavia. Il ministero degli Esteri russo, invece, ha accusato la Polonia di inventare “miti”, sostenendo che non vi siano prove che quei droni appartenessero a Mosca.

La tensione resta alta, anche se tutte le parti hanno cercato di contenere i toni per evitare escalation. Varsavia ha escluso di considerare il sorvolo dei droni come un attacco, senza invocare l’articolo 5 della Nato ma limitandosi al solo articolo 4, quello delle consultazioni tra alleati. La Bielorussia, ormai un protettorato del Cremlino, ha affermato di avere avvertito Varsavia e Vilnius del possibile arrivo di “velivoli sconosciuti” deviati per via di azioni di guerra elettronica. Una tesi che non ha convinto il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, il quale dubita che 19 violazioni dello spazio aereo possano essere frutto di un problema tecnico.

Toni più duri sono arrivati dall’Unione europea. L’Alto Rappresentante Kaja Kallas ha sostenuto che i primi indizi provino la natura “intenzionale” e non accidentale dell’incursione. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha parlato di una “violazione spietata” dello spazio aereo polacco e invocato una “alleanza dei droni” con Kyiv.

Da Kyiv, il presidente Volodymyr Zelensky ha condannato la mossa russa, sottolineando che non si è trattato di uno “sconfinamento casuale” ma di un “tentativo di umiliare uno dei Paesi-chiave europei”. Zelensky, contattato da Tusk, ha avuto colloqui con Emmanuel Macron, Mark Rutte, Giorgia Meloni e Keir Starmer. Ma il leader ucraino sa che l’incursione è anche un segnale per la guerra in corso dal febbraio 2022.

Non erano solo droni Shahed di matrice iraniana. Secondo le prime informazioni, si trattava di Gerbera, uno dei quali era già stato ritrovato in Lituania. Più economici degli Shahed, vengono spesso usati come esche durante i lanci massicci di missili e droni russi. Secondo i servizi di Kyiv, l’assemblaggio avverrebbe in Cina, tramite la società Skywalker Technology. Un ulteriore tassello nell’alleanza tecnologica tra Pechino e Mosca, che l’Ucraina e gli Stati Uniti denunciano da tempo.

Il ritrovamento di droni cinesi in territorio polacco, dopo la recente parata militare che ha certificato l’asse tra Pechino e Mosca, conferma il ruolo cruciale dell’industria cinese negli arsenali di Vladimir Putin. Un presidente che Donald Trump ha cercato di riportare al tavolo delle trattative, senza successo.

Ieri il tycoon ha parlato con Nawrocki per confermare la solidarietà atlantica di fronte alla nuova escalation. Poi, sul suo social Truth, ha scritto: «Che cos’ha che non va la Russia per violare lo spazio aereo polacco con i droni? Ci siamo!».

Il segnale giunto dalla Polonia e dal Cremlino appare chiaro: l’agenda diplomatica della Casa Bianca, per ora, non ha portato i risultati sperati.

Per inviare la propria opinione al Riformista, cliccare sulla e-mail sottostante.


redazione@ilriformista.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT