Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Zelensky: io a Mosca? non vado nella capitale di questo terrorista Commento di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 07 settembre 2025 Pagina: 9 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Trump invita Putin e Xi al «suo» G20»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 07/09/2025, pag. 9, con il titolo "Trump invita Putin e Xi al «suo» G20", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Zelensky rifiuta di incontrare Putin a Mosca. E ha ragione: il presidente del paese invaso non può andare a trattare la pace nella capitale del nemico che lo sta invadendo, con un dittatore e criminale di guerra.
Il presidente Donald Trump ha annunciato che il G20 del dicembre 2026 si terrà negli Stati Uniti come non succedeva dal 2009, quando a fare gli onori di casa a Pittsburgh, in Pennsylvania, c’era un giovane Barack Obama fresco di elezione. Il tycoon ha aggiunto che ospiterà il summit in una delle sue proprietà, al Doral Golf Resort, «perché è proprio accanto all'aeroporto» ed «è bellissimo». Ma soprattutto ha detto che gli piacerebbe se venissero «come osservatori» anche Vladimir Putin e Xi Jinping, «ma non sono sicuro che vogliano venire come osservatori».
Solo qualche giorno fa il presidente americano aveva accusato i presidenti cinese e russo di cospirare insieme a Kim Jong Un contro gli Stati Uniti ma questo non toglie, secondo la logica trumpiana che per risolvere i problemi bisogna guardarsi negli occhi, che almeno i primi due siano i benvenuti a casa sua. Per la verità sia la Russia che la Cina sono già membri del G20: nel 2024, Xi ha partecipato di persona all'incontro di Rio de Janeiro, mentre Putin ha scelto di partecipare tramite collegamento video per evitare di essere arrestato o quantomeno di mettere in imbarazzo l’alleato Lula che avrebbe dovuto arrestarlo in base al mandato spiccato nel 2023 dalla Corte penale internazionale di cui il Brasile fa parte.
FASTIDI
Gli Stati Uniti invece non ne sono membri per cui almeno da questo punto di vista non ci sarebbero problemi, anche se è tutto da vedere come reagirebbero i leader di buona parte degli Stati presenti al G20, a cominciare da quelli europei. Un fastidio che Putin probabilmente vuole evitare, sebbene sia ancora presto per dirlo. Da qui a 15 mesi di cose potrebbero succederne, a cominciare da una sempre più improbabile pace con l’Ucraina.
Tale fastidio è il medesimo che il presidente ucraino Zelenski ha detto di voler evitare a proposito dell’invito a Mosca dello stesso Putin per dare il via alle trattative di pace.
«Può venire a Kiev», ha detto Zelensky in un’intervista alla Abc, «non posso andare a Mosca quando il mio Paese è sotto attacco missilistico, ogni giorno. Non posso andare nella capitale di questo terrorista», ha aggiunto. Poco più tardi il presidente ucraino in un messaggio sui social ha puntualizzato che «solo dall’inizio di settembre, la Russia ha utilizzato contro l'Ucraina oltre 1300 droni d'attacco, quasi 900 bombe guidate e circa 50 missili di vario tipo. Anche stanotte ci sono stati attacchi contro infrastrutture civili», il che dimostra come «stia continuando a trascinare questa guerra, cercando di trasformare la diplomazia in una farsa».
In attesa di decisioni da una parte e dall’altra (si dice che il Cremlino stia preparando un nuovo incontro ai massimi vertici) e in attesa che Trump sposi una linea più precisa o che dia il via a nuove sanzioni o altre misure contro Mosca, come ha promesso più di una volta con tanto di ultimatum, i toni sono questi, sempre più accesi e insultanti. Ieri è stata la volta della Russia, con la pasionaria Maria Zakharova, la portavoce del ministro Lavrov, che ha definito i leader europei che si schierano con Kiev e rifiutano un negoziato come «gnomi mutanti». Il commento è nato da un parallelo fatto in precedenza dall’ex ministra degli Esteri austriaca Karin Kneissl, che aveva paragonato ai «sette nani» i leader europei incontrati dal presidente Usa Donald Trump. Zakharova ha precisato che, nella fiaba, i nani aiutavano Biancaneve, la proteggevano e non minacciavano la sua vita. «Invece», ha osservato, «quelli che erano presenti all’incontro con Trump erano nani di un’altra storia, parte di un sistema che è arrivato persino a spingersi verso un attentato contro il presidente americano».
«Non parlo dei popoli né di singoli Paesi» ha chiarito la Zakharova, «ma dei regimi che erano lì rappresentati. Per questo si tratta ormai di veri e propri gnomi mutanti». Parole pesanti e minacciose sono arrivate anche dal portavoce del presidente russo Dmitry Peskov che in un'intervista alla Tass ha detto che le aziende straniere «che hanno finanziato le Forze armate ucraine» sono «diventate nemiche e devono essere trattate come tali».
CHIAMARE IL BLUFF
D’altronde secondo il citatissimo Institute for the Study of War (Isw) americano Putin starebbe facendo il doppio gioco, con il suo «continuo sforzo di dipingere Zelensky e altri funzionari ucraini come partner con cui la Russia non può negoziare o firmare un accordo di pace definitivo» sta cercando «di rendere impossibili i negoziati e di attribuire falsamente la colpa all’Ucraina». Che di fatto è la stessa accusa mossa dal Cremlino a Zelensky che continua a premere per un impossibile, al momento, incontro con Putin per poter dire che è quest’ultimo che non vuole trattare e quindi attribuire al Cremlino la colpa della continuazione della guerra. Da qui l’invito provocatorio dello stesso Putin a recarsi a Mosca per trattare che il presidente ucraino ha rifiutato, ma che avrebbe dovuto accettare per svelare l’evidente bluff.
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