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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
06.09.2025 Guerra psicologica di Hamas
Cronaca di Matteo Legnani

Testata: Libero
Data: 06 settembre 2025
Pagina: 10
Autore: Matteo Legnani
Titolo: «Guerra psicologica di Hamas: video con altri prigionieri»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/09/2025, a pag. 10, con il titolo "Guerra psicologica di Hamas: video con altri prigionieri" la cronaca di Matteo Legnani.

Guy Bilboa Dalal, ostaggio israeliano, è stato mostrato in video dai suoi aguzzini di Hamas. Una nuova operazione di guerra psicologica dei terroristi per fiaccare il morale degli israeliani e dividerne l'opinione pubblica.

Una nuova, ennesima vigliaccata. È il video che Hamas ha rilasciato ieri mattina, nel quale mostra due degli ostaggi che ancora tiene prigionieri a settecento giorni dal loro rapimento, avvenuto insieme a quello di altre 247 persone nel corso dell’attacco dei terroristi palestinesi contro Israele il 7 ottobre 2023. I due uomini ritratti nelle immagini sono Alon Ohel e Guy Bilboa Dalal.
Si tratta della prima volta che il 24enne Ohel appare in un video. Le immagini che lo ritraggono sono state visionate dalla famiglia, che lo ha riconosciuto ma non ha voluto la loro diffusione.
Gli Ohel avevano già vissuto un momento altrettanto drammatico nel febbraio scorso, riporta il Times of Israel, quando uno degli ostaggi rilasciati durante il cessate il fuoco di dodici settimane fra Israele e Hamas aveva parlato di lui, dicendo che era vivo ma tenuto in catene con pochissimo cibo e acqua e con molteplici ferite, spingendo la madre Idit Ohel a lanciare in tv un drammatico (quanto inutile) appello affinché il figlio venisse rilasciato viste le sue pessime condizioni.
L’altra persona che si vede nello spezzone di 28 secondi di un video molto più lungo è invece Guy Gilboa-Dalal. Nelle immagini è mostrato con i capelli corti, una camicia blu scuro e un’espressione di angoscia, mentre si copre il viso con le mani.
In una parte del video sembra seduto sul sedile posteriore di un’auto.
Afferma che la data è il 28 agosto 2025 e di essere detenuto dalle brigate Izz ad-Din al-Qassam di Hamas a Gaza City. Con parole sicuramente dettategli dai suoi carcerieri, implora la sua liberazione: «Questo è tutto ciò che vogliamo, vogliamo solo che finisca» dice. «Vogliamo tornare dalle nostre famiglie. Per favore, riportateci indietro».
Il video e le parole fatte pronunciare all’ostaggio sono tutt’altro che causali, per contenuto e tempistica. Arrivano, infatti, in un momento in cui le Forze di difesa Israeliane stanno per lanciare l’attacco finale su Gaza City, un’operazione giudicata cruciale dal governo di Gerusalemme per garantirsi il controllo della Striscia, ma che metterebbe in grave pericolo la ventina di ostaggi che ancora in vita dei 50 tuttora detenuti, che potrebbero essere usati come scudi umani dai terroristi di Hamas.
«Nessun video di propaganda indebolirà la nostra determinazione e ci distoglierà dal raggiungimento degli obiettivi che Israele si è prefissato per la fine della guerra» ha ribattuto il primo ministro Benjamin Netanyahu, riferendo del colloquio avuto con i genitori degli ostaggi apparsi nel video.
Netanyahu ha sottolineato che «la guerra può finire immediatamente alle condizioni stabilite da Israele», ovvero «il rilascio di tutti i nostri ostaggi, sia vivi che caduti, il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza e l’istituzione di un’amministrazione civile alternativa che non rappresenti una minaccia per Israele».
Passando dal fronte meridionale a quello settentrionale, nella serata di giovedì gli Stati Uniti hanno avvertito i leader del governo libanese che «il loro tempo per il disarmo completo di Hezbollah è scaduto» ammonendo Beirut che «l’inazione o misure solo parziali» potrebbero portare il Congresso americano a tagliare i finanziamenti annuali al Paese, che ammontano a circa 150 milioni di dollari, riferisce il New York Times.
L’accordo tra l’amministrazione Usa e quella libanese per il disarmo dell’organizzazione terroristica finanziata e sostenuta dall’Iran risale esattamente a un mese fa. Ma da allora nulla è cambiato.

 

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