Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Bandiere e cori pro-Pal alla Mostra Cronaca di Alessandro Agostinelli
Testata: Il Riformista Data: 28 agosto 2025 Pagina: 2 Autore: Alessandro Agostinelli Titolo: «Bandiere e cori pro-Pal alla Mostra. La lezione di Sorrentino sul dubbio»
Riprendiamo dal RIFORMISTA del, 28/08/2025, a pagina 2, il commento di Alessandro Agostinelli dal titolo "Bandiere e cori pro-Pal alla Mostra. La lezione di Sorrentino sul dubbio".
Mostra del Cinema di Venezia, cori pro-Pal e film a senso unico contro Israele. Ma c'è chi si stacca dal conformismo di sinistra: Paolo Sorrentino e il suo protagonista Toni Servillo sono contrari al boicottaggio degli attori israeliani. E meno male che almeno due sono rimasti razionali.
“Penso che l’esercizio del dubbio sia una delle qualità che dovrebbe avere un politico, ma che oggi è poco frequentato”. Lo ha dichiarato Paolo Sorrentino, parlando del suo film La Grazia, che ieri ha inaugurato la 82esima Mostra d’arte cinematografica di Venezia. Una dichiarazione che brilla per originalità nel mondo pieno di certezze. Come quelle di preti, attori, manifestanti e cineasti che sull’ubiqua questione Gaza non hanno nessun dubbio, producendo un forte sottofondo ideologico all’evento.
Sorrentino invece usa nel suo film il tema del fine vita e del dilemma etico di un Presidente della Repubblica per dire che “oggi troppo spesso le certezze appaiono spesso strampalate”. Per qualcuno il suo è un film sulla verità dell’amore, per altri una bugia totale. Ma si sa: come tra dubbio e certezza, anche tra realtà e narrazioni ideologiche i limiti sono opachi. Quale realtà? Quella dell’unica guerra che interessa i media tra le decine in atto nel mondo o quella dei film? E una lezione è arrivata anche da Toni Servillo: “La Mostra del Cinema deve accendere una luce su Gaza, ma non condivido per nulla il boicottaggio di artisti israeliani o di qualsiasi altro Paese. Questi sono luoghi di accoglienza, non sono luoghi di esclusione”. Sulla stessa linea lo sceneggiatore Umberto Contarello: “Non ho firmato e non firmo l’appello ‘veneziano’ perché lo considero nel merito e nella forma un testo che ripropone una postura intellettuale per me non più accettabile”.
La Venezia cinematografara comincia con i vaporetti dove diventa prevalente il romanesco, e dove di giorno salgono aspiranti attrici in abito da sera e critici cinematografici che la sanno lunga. Archiviato “il male ebraico da fermare”, citato da don Capovilla da Marghera, anche la Mostra del Cinema si è schierata politicamente a favore di una Palestina ideale. In attesa di vedere, il 3 settembre, un po’ di realtà nel film The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania che parla del disastro di Gaza attraverso la voce di una bambina, colpita dall’esercito israeliano. Pur essendo ferita, telefonò alla Mezzaluna Rossa e nel film si sente la sua vera voce. Ecco la realtà del documentario, punto di unione e fusione tra cinema e reale. Ma di chi è la responsabilità di queste morti? È di Israele? I pro-Pal che sabato parteciperanno alla manifestazione non hanno dubbi: certamente.
Ieri mattina hanno esibito le bandiere palestinesi al Lido, e sabato il corteo acqueo partirà da Marghera per raggiungere il Lido con una motonave, e da lì a piedi fino al Palazzo del Cinema. Ma il corteo, organizzato dai centri sociali del nordest - che griderà “stop al genocidio, Palestina libera” - basa la sua lotta su scelte ideologiche infondate. Infatti a Gaza sarebbe realistico riconoscere che ci sono due tipi di ostaggi: quelli israeliani nei tunnel e i gazawi tra le macerie. E sarebbe anche realistico riconoscere che i carcerieri di entrambi sono i miliziani di Hamas. Purtroppo, nella narrazione internazionale a senso unico, il gruppo terroristico non è mai citato, se non nella veste di Ministero della Salute (non meglio identificato) che dispensa veline informative a tutto spiano.
Ed ecco la fiction della guerra: un ossessivo e spregiudicato uso delle notizie da parte di Hamas, in modo che risulta difficile stabilire cosa sia veramente accaduto e cosa invece sia pura invenzione. Anche alla Mostra del Cinema veneziana, quindi, nessun dubbio. Oltre alla fiction dei film, andrà in scena pure l’artefatto della narrazione totale contro Israele e non contro il governo Netanyahu. Eppure gli israeliani sono scesi in strada a Tel Aviv in oltre 350mila, cosa che non è ammessa fare sotto Hamas.
Intanto all’hotel Excelsior c’è il solito via vai di addetti ai lavori del cinema, con tanti cacciatori di selfie a presidiare il fortino. Lo stesso fortino che sta continuando ad accendere luci, ordinare il ciak e far partire la macchina da presa, mentre intorno lievita la disinformazione. Anche gli artisti dello spettacolo hanno scelto di sedersi dalla parte giusta, come fossimo ancora negli anni Settanta in cui si firmavano appelli, impalmati di ragione. Quel tempo è passato. Purtroppo ha lasciato alcuni simboli ideologici ancora solidi. Talmente solidi e irreali da soffocare. Il filosofo Gilles Deleuze pare abbia detto durante l’impossibilità della rivoluzione permanente: “Un po’ di realtà, altrimenti si soffoca”.
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