Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Testata: Informazione Corretta Data: 28 agosto 2025 Pagina: 1 Autore: David Elber Titolo: «Diritto e propaganda»
Diritto e propaganda Commento di David Elber
David Elber
La propaganda pro-Hamas ha oscurato l’aggressione del 7 ottobre e la sorte degli ostaggi, trasformando Israele da vittima ad accusato con false narrazioni di genocidio e carestia. Questa campagna mediatica, mira a isolare e delegittimare Israele con accuse infondate di violazioni del diritto internazionale
La propaganda pro Hamas, in tutti i media, è diventata così sistemica, strutturata e martellante che ormai non si capisce più l’ordine degli avvenimenti: il fatto che lo Stato di Israele sia stato aggredito con un’azione di guerra premeditata, ordita a compiere un eccidio (che ha tutte le caratteristiche di un genocidio) è scomparso dai dibattiti televisivi, dai resoconti giornalistici e dalle dichiarazioni dei politici europei. Allo stesso modo, da tutte le cronache giornalistiche e dalle dichiarazioni politiche è scomparso il fatto che, dopo due anni ci sono ancora 50 ostaggi a Gaza che i terroristi/miliziani di Hamas non hanno intenzione di rilasciare, così come di arrendersi per porre fine alla guerra. E questa è l’unica condizione possibile per porre fine alle ostilità senza che Hamas vinca la guerra. Ma di questo non vi è più traccia nei media. Da mesi, invece, si assiste ad un crescendo di dichiarazioni deliranti di primi ministri o presidenti che vogliono obbligare Israele alla resa e per far questo, vogliono riconoscere uno Stato inesistente (atto contrario al diritto internazionale), voglio imporre sanzioni economiche e boicottaggi allo Stato aggredito (Israele) anziché dare il proprio sostegno. Per fare accettare, all’opinione pubblica, questo ribaltamento dei fatti e dell’etica civile è iniziata una campagna di disinformazione che ha pochi precedenti al mondo. I media (salvo rarissime eccezioni) sono diventati il braccio armato della propaganda di Hamas e della mostrificazione di Israele. La campagna mediatica che si è creata a livello mondiale è del tutto simile alla tecnica messa a punto dalla Stasi e denominata “zersetzung”, con la quale si delegittimava un individuo (un oppositore) con la tecnica della “degradazione” o “decomposizione” volta a creargli attorno un vuoto sociale per indurlo al totale isolamento fino al suicidio. Questa tecnica, contro Israele, è iniziata poche settimane dopo il 7 ottobre: con le false accuse di genocidio formalizzate dal Sudafrica presso la Corte di Giustizia Internazionale e prese per buone dai media. Questo è stato il primo concreto passo che ha immediatamente spostato l’attenzione mediatica dai crimini di Hamas a quelli presunti di Israele e proseguiti con la falsa accusa di carestia indotta. Il “zersetzung”, da allora ha subìto un’accelerazione esponenziale e il “vuoto sociale” attorno a Israele e agli ebrei è diventato sistemico, attraverso richieste di disinvestimento da società israeliane, di boicottaggio di aziende farmaceutiche, di attori, di sportivi, di cantanti fino al respingimento, di bambini ebrei in gita, da aerei, campeggi, ristoranti. Questi sono gli stessi passi che hanno condotto all’eliminazione fisica degli ebrei in Europa negli anni 40.
Per fare questo contro uno Stato, la tecnica utilizzata è quella dell’accusa sistematica di violazione del diritto internazionale. Questa autentica macchina delegittimante si è messa in moto subito: a partire dall’8 ottobre 2023 per mezzo di politici (soprattutto europei), rappresentanti Onu e esponenti della galassia di Ong colluse con Hamas. Questa macchina ha subito stigmatizzato inesistenti violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e oscurato tutte le violazioni sistematiche operate dai terroristi/miliziani di Hamas dirottando tutta l’attenzione su una realtà completamente distorta delle operazioni militari a Gaza. Infatti, nei media non si è più parlato di chi ha iniziato la guerra, della sorte dei rapiti e delle violazioni del diritto internazionale che quotidianamente opera Hamas. Si parla unicamente delle presunte violazioni di Israele senza peraltro mai specificare con precisione le norme violate. Ma per la macchina della disinformazione criminalizzante è del tutto superfluo specificare le violazioni di diritto: è sufficiente accusare.
Ora proveremo a mettere in luce, invece, in estrema sintesi le innumerevoli violazioni che commette Hamas nel compiacente silenzio mediatico e politico (USA esclusi).
Le violazioni del diritto internazionale da parte di Hamas sono così innumerevoli che ne metteremo in luce le più importanti. Per prima cosa è importante controbattere alle deliranti affermazioni di alcuni rappresentanti speciali dell’Onu, autentici ciarlatani, che sostengono che “Israele non ha diritto a difendersi” perché Hamas non rappresenta uno Stato ma un’organizzazione di terroristi, o di combattenti, o di “resistenza”, in base al credo politico di chi descrive questi criminali stragisti. Il diritto internazionale è chiaro: Hamas ha tutte le caratteristiche disciplinate dalla IV Convenzione dell’Aia del 1907 che norma “Le leggi e gli usi della guerra per terra”. Essa, all’articolo 1 della sezione 1 (Dei belligeranti), Capitolo I (Delle qualità del belligerante) equipara all’esercito regolare anche le milizie che non sono un vero e proprio esercito riconosciuto ma ne hanno le caratteristiche. Di questa equiparazione ne hanno tenuto conto gli Stati che hanno redatto la Carta delle Nazioni Unite nel 1945. Infatti all’articolo 51 si legge: «Nessuna disposizione del presente Statuto pregiudica il diritto naturale di autotutela individuale o collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, fintanto ché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. …»
Come si evince, chiaramente, nel testo non c’è un riferimento esplicito ad una aggressione compiuta da uno Stato ad un altro Stato ma di semplice “attacco armato”. Questa vaghezza fu voluta dai legislatori per comprendere anche gli attacchi operati da milizie e da terroristi ai danni degli Stati. Su questa base legale vennero approvate le Risoluzioni 1368 e 1373 del Consiglio di Sicurezza sotto l’egida del Capitolo VII dello Statuto Onu, che equiparano un grave atto terroristico (l’attacco dell’11 settembre) alla minaccia della pace, cioè ad una aggressione armata vera e propria. Per proporzioni l’eccidio del 7 ottobre è stato ben peggiore dell’11 settembre. Infine, bisogna sottolineare che l’intero II Protocollo alla IV Convenzione di Ginevra del 1977, è interamente dedicato alla protezione delle vittime dei conflitti “non internazionali” cioè non combattuti tra due Stati, riconoscendo così implicitamente il caso della guerra asimmetrica (Stato contro organizzazioni terroristiche o paramilitari). Quindi Israele ha tutte le ragioni legali per difendersi militarmente da Hamas.
Ora veniamo alle numerose violazioni del diritto internazionale perpetrate da Hamas.
L’attacco indiscriminato operato da Hamas il 7 ottobre è una violazione degli articoli 51, 52 e 57 del I protocollo alla IV Convenzione di Ginevra.
Rapire persone e farne ostaggi è una violazione degli articoli 3 (b), 34 e 147 della IV Convenzione di Ginevra; dell’articolo 3 (b) della I Convenzione di Ginevra; dell’articolo 3 8b) della II Convenzione di Ginevra; dell’articolo 3 (b) della III Convenzione di Ginevra; dell’articolo 75 del I Protocollo alla IV Convenzione di Ginevra del 1977; dell’articolo 4 (c) del II Protocollo alla IV Convenzione di Ginevra del 1977;
L’utilizzo di scudi umani è una violazione dell’articolo 28 della IV Convenzione di Ginevra, e dell’articolo 48 del I Protocollo del 1977.
L’utilizzo di ospedali, ambulanze, case civili, luoghi di culto e “luoghi protetti” per scopi militari è una violazione dell’articolo 27 della IV Convenzione dell’Aia; degli articoli 19-22 e 35-37 della I Convenzione di Ginevra; degli articoli 18-19 e 21-22 della IV Convenzione di Ginevra; degli articoli 12, 21-31 e 52-56 del I Protocollo alla IV Convenzione di Ginevra.
A questi crimini vanno aggiunti quelli di: stupro sistematico, tentato genocidio, sottrazione di aiuti umanitari, uccisioni indiscriminate anche verso la popolazione palestinese e molto altro.
Tacendo su tutto questo, l’Europa è ormai complice di questo programma criminale di delegittimazione degli ebrei.