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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
27.08.2025 Gli atenei italiani contro Israele
Cronaca di Antonio Castro

Testata: Libero
Data: 27 agosto 2025
Pagina: 6
Autore: Antonio Castro
Titolo: «Gli atenei italiani coltivano la propaganda anti Tel Aviv»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 27/08/2025, a pag. 6, con il titolo "Gli atenei italiani coltivano la propaganda anti Tel Aviv" la cronaca di Antonio Castro.

Nelle università italiane (e non solo) si coltiva l'odio contro gli ebrei. Fin dal primo mese di guerra, nel 2003, sono almeno 4mila i docenti e i membri del personale universitario che hanno sottoscritto appelli per sospendere ogni collaborazione con Israele. E oggi quasi la metà degli studenti italiani è convinta che gli ebrei si stiano comportando come i nazisti nei confronti dei palestinesi. Sono le future classi dirigenti, educate a odiare gli ebrei e Israele.

Dal 7 ottobre 2023 gli episodi di antisemitismo si sono moltiplicati in Europa. E nelle università europee - che dovrebbero rappresentare la culla mondiale dell’accoglienza nella diversità- si sono decuplicati gli atti di intolleranza, quando non si è arrivati e veri e propri casi di razzismo e discriminazione verso gli studenti di religione o origine ebraica. Fino ad arrivare al moltiplicarsi di iniziative per tentare di cancellare gli accordi di collaborazione con atenei e strutture riconducibili a Israele.
Katharina von Schnurbein, coordinatrice della Commissione europea per la lotta all’antisemitismo e la promozione della vita ebraica, ha raccolto e diffuso un dettagliato dossier dal titolo preoccupante: “Un clima di paura ed esclusione”: l’antisemitismo nelle università europee.
Se gli episodi di attacco a persone di religione ebraica si vanno via via moltiplicando nel mondo, in Europa il clima di antisemitismo è ormai diffuso.
Lo studio realizzato dalla B’nai B’rith Europe (l’organizzazione ebraica mondiale B’nai B’rith International fondata negli Stati Uniti nel 1843), ha ricostruito la situazione in 25 Paesi europei.
L’organizzazione si dedica da sempre alla lotta all’antisemitismo e alla promozione della tolleranza e della comprensione tra gruppi in tutto il mondo secondo il motto “Benevolenza, amore fraterno e armonia”.
Ma negli atenei l’armonia non sembra più di casa. Secondo la prefazione della coordinatrice europea se è vero che «il dibattito, anche il disaccordo acceso, la protesta e altre manifestazioni politiche fanno parte della vita universitaria» dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre di Hamas e la reazione militare israeliana che si trascina da quasi 2 anni, la protesta nelle sedi universitarie europee è montata e gli attacchi e la discriminazione verso gli studenti di fede ebraica si sono moltiplicati con preoccupante periodicità. «La protesta non dovrebbe mai trasformarsi in odio, ostracismo, discriminazione e persino violenza», sintetizza allarmata von Schnurbein, Purtroppo, però, «questa è stata l’esperienza di molti studenti ebrei negli spazi universitari sia in Europa che nel mondo. Gli studenti ebrei europei a volte hanno scelto di nascondere la propria identità o in alcuni casi di abbandonare del tutto l’apprendimento in presenza a causa dell’ambiente di odio che li ha circondati».
In Italia (come in Francia, Germania, Belgio) gli episodi di discriminazione si sono ripetuti. «Nei mesi precedenti e successivi al 7 ottobre 2023», spiega Gadi Luzzato Voghera che ha realizzato il capitolo dedicato agli episodi nel nostro Paese, «l’Istituto Cattaneo di Bologna ha condotto un’indagine sull’antisemitismo e l’antisionismo tra gli studenti di diverse università di Milano, Bologna e Padova», ricostruisce il dossier europeo, «l’indagine ha coinvolto 2.579 studenti. Tra i risultati allarmanti», è merso che che «il 46,3% degli studenti credeva che il governo israeliano trattasse i palestinesi nello stesso modo in cui i nazisti trattavano gli ebrei; Il 30,6% ritiene che gli ebrei abbiano sfruttato il genocidio nazista per giustificare le politiche israeliane; il 29,6% riteneva che gli ebrei si fossero trasformati da vittime in aggressori». E questo prima dell’intervento militare. Dopo il 7 ottobre, nelle università italiane sono stati segnalati numerosi incidenti ostili verso Israele e/o la comunità ebraica.
A novembre 2023 oltre 4.000 accademici italiani hanno sottoscritto un appello per «la sospensione della cooperazione con le università israeliane». Molti atenei hanno avviato procedure per richiedere la revoca degli accordi. Da Siena a Torino, da Pisa a Genova. Senza dimenticare Roma, Napoli, Milano, Bologna, Palermo. Con contorno di proteste dentro e fuori le università, con una significativa partecipazione di docenti e studenti. Si sono distinte le rettrici di Sapienza a Roma e di Padova (Antonella Polimeni e Daniela Mapelli) che si sono battute per portare avanti il «dibattito, la collaborazione e il confronto» accademico. Condannando le atrocità commesse dai terroristi di Hamas.

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