Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Usa-Russia: accordi energetici dietro la pace in Ucraina Analisi di Lorenzo Vita
Testata: Il Riformista Data: 27 agosto 2025 Pagina: 4 Autore: Lorenzo Vita Titolo: «Stati Uniti e Russia: all’ombra della pace in Ucraina, si fanno accordi sull’energia»
Riprendiamo dal RIFORMISTA del, 27/08/2025, a pagina 4, l'analisi di Lorenzo Vita dal titolo: "Stati Uniti e Russia: all’ombra della pace in Ucraina, si fanno accordi sull’energia".
Lorenzo Vita
Washington vuole garantire la sicurezza di Kiev, ma le politiche di Trump riallacciano gli Stati Uniti a Putin: sul tavolo ci sono concessioni petrolifere e tecnologie. Il sostegno all’Ucraina deve essere totale; a Putin non va concesso nulla, altrimenti andrà tutto a vantaggio della sua invasione
Donald Trump e Vladimir Putin non parlano solo di Ucraina. Il destino di Kyiv è ciò che salta all’occhio. Ma la guerra, oltre che decidere le sorti del popolo ucraino e quella della sicurezza europea, rappresenta an- che un enorme banco di prova per le relazioni tra Russia e Stati Uniti. Rapporti messi a dura prova dall’invasione ordinata da Mosca e che il tycoon, da quando è tornato alla Casa Bianca, sta cercando in tutti i modi di risanare. Il presidente degli Stati Uniti non ha mai nascosto di volere riallacciare tutti i canali con il Cremlino. Lo ha fatto anche per risolvere la guerra in Ucraina, una guerra che Trump ha sempre detto che con lui non sarebbe mai iniziata. Ma mentre Mosca e Washington parlano sul futuro di Kyiv e mentre l’Europa deve gestire queste trattative cercando di fornire le garanzie di sicurezza per il futuro dell’Ucraina, le due potenze discutono anche di altro, e cioè di rapporti bilaterali. Una questione che sta a cuore tanto al presidente Usa quanto a quello russo. Putin ha bisogno di uscire dall’isolamento, sia politico che economico. L’incontro in Alaska è servito sicuramente al primo scopo, ma il capo del Cremlino sa di avere bisogno soprattutto dell’ossigeno che potrebbe arrivare dagli Stati Uniti, sia sul fronte delle sanzioni che su quello degli accordi commerciali (e lo “zar”, in questi mesi, ha più volte sondato il terreno sia sui minerali critici che sull’alluminio). Trump, dal canto suo, vuole strappare la Russia dall’abbraccio della Cina, diventata un alleato fondamentale dopo l’invasione dell’Ucraina, e il blocco dell’Occidente nei confronti di Mosca. Ma oltre al piano strategico, per il presidente Usa c’è soprattutto il desiderio di intavolare con l’omologo russo trattative sulle materie prime. E, come ha rivelato Reuters, dietro le quinte delle trattative sull’Ucraina, i due governi hanno già avviato il dialogo su un dossier fondamentale: quello dell’energia. Secondo alcune fonti, l’amministrazione Trump e i funzionari del Cremlino hanno iniziato a studiare la possibilità di far tornare Exxon Mobil, gigante petrolifero americano, nel Sakhalin-1, il progetto per estrare gas e petrolio nell’Estremo oriente russo. Altre fonti, invece, hanno rivelato che Mosca e Washington starebbero anche discutendo del possibile acquisto di tecnologia americana da parte dei colossi russi per trasportare gas naturale liquefatto, soprattutto per quanto riguarda il progetto Arctic Lng 2. Ma alcuni funzionari vicini al dossier hanno anche rivelato la possibilità che gli Stati Uniti acquistino rompighiaccio a propulsione nucleare dalla Federazione russa, uno dei vanti della cantieristica di Putin, che si è sempre interessata alla possibilità di sfruttare le rotte artiche attraverso queste imbarcazioni. Qualcosa, in realtà, si è già mosso. Le trattative sono andate avanti anche ai massimi livelli, soprattutto tra i principali consiglieri di entrambi i presidenti. Il 15 agosto scorso, proprio in concomitanza con il vertice ad Anchorage (dove si è brevemente accennato anche a questi temi), Putin ha firmato un decreto che ha aperto agli investitori stranieri proprio nel progetto Sakhalin-1, lì dove Exxon deteneva una quota del 30% prima della guerra. E molti osservatori ritengono che le minacce di Trump sulle sanzioni siano legate anche a questi rapporti commerciali in via di rimodulazione. Segnali che inducono a credere che tra la Casa Bianca e il Cremlino i dossier aperti siano molti e ben al di là della “sola” pace in Ucraina.
Per inviare la propria opinione al Riformista, cliccare sulla e-mail sottostante.