Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Netanyahu: nessuna tregua Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 27 agosto 2025 Pagina: 15 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «L’offensiva avanza. Netanyahu su Gaza: «Nessuna tregua»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 27/08/2025, a pag. 15, con il titolo "L’offensiva avanza. Netanyahu su Gaza: «Nessuna tregua»", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Israele non accetta più accordi di compromesso. L'offensiva a Gaza andrà avanti finché non verrà raggiunto un accordo finale che preveda: tutti gli ostaggi tenuti a Gaza, il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, il controllo generale della sicurezza israeliana sul territorio e il trasferimento del governo a un organismo che non sia Hamas o l’Autorità Palestinese
Ieri le Israel Defense Forces (Idf) hanno svelato alcuni dettagli sul doppio attacco israeliano di lunedì contro il quarto piano dell’ospedale Nasser di Gaza, un’azione che è costata la vita a 20 persone, tra cui cinque giornalisti. Secondo una indagine preliminare delle forze armate, la Brigata Golani ha preso di mira il nosocomio di Khan Younis «per distruggere una telecamera posizionata da Hamas. Si sospettava che la telecamera monitorasse le attività dei soldati. Questa conclusione- ha aggiunto l’ufficio del portavoce delle Idf - è stata rafforzata dall’uso degli ospedali da parte delle organizzazioni terroristiche durante i combattimenti e sulla base di informazioni di intelligence». Dopo queste prime conclusioni, il capo di Stato maggiore, Eyal Zamir, ha ordinato di approfondire l’indagine ed è tornato a esprimere «rammarico per qualsiasi danno causato ai civili». Sul tema si è espresso l’ex ministro israeliano della Difesa, il laico Avigdor Liberman secondo cui il primo ministro Benjamin Netanyahu non ha motivo di scusarsi dopo il recente attacco contro l’ospedale: «L’unico colpevole è Hamas, che usa pazienti e medici come scudi umani. Invece di scusarsi, Israele dovrebbe dare la colpa ad Hamas». Ieri si è anche concluso senza decisioni riguardo a Gaza il gabinetto di sicurezza del governo israeliano convocato nel pomeriggio da Netanyahu. I media avevano fatto capire che i ministri avrebbero discusso di un possibile accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi rapiti il 7 ottobre del 2023, ma le attese sono andate deluse.
Secondo Channel 12 Israele ha nuovamente sottolineato all’Egitto, uno dei mediatori chiave nei colloqui, che non è interessato a un accordo graduale: accetterà un accordo globale che restituisca tutti gli ostaggi tenuti a Gaza, il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, il controllo generale della sicurezza israeliana sul territorio e il trasferimento del governo a un organismo che non sia Hamas o l’Autorità Nazionale Palestinese. Il primo ministro avrebbe detto ai ministri presenti all’incontro che sta portando avanti l’operazione per conquistare Gaza City per fare pressione su Hamas affinché risponda alle sue condizioni.
Tuttavia, un nuovo gabinetto di sicurezza sulla guerra a Gaza è in programma per domenica prossima. Oggi è intanto previsto il secondo incontro fra il ministro degli Esteri del governo di Gerusalemme, Israel Katz, e il segretario di Stato americano, Marco Rubio, che aveva invitato il suo omologo negli Stati Uniti. Solo poche ore prime il presidente Usa Donald Trump, a metà fra l’auspicio e la previsione, ha affermato che «entro le prossime due o tre settimane si arriverà a una conclusione positiva e definitiva» della guerra. In Israele la giornata si era aperta alle 6:29 – l’orario in cui il 7 ottobre del 2023 Hamas mise a ferro e fuoco il sud dello stato ebraico – con una serie di agitazioni su scala nazionale per chiedere all’esecutivo di non proseguire l’azione militare contro il gruppo terrorista ma di perseguire un’intesa con al primo punto la liberazione di tutti gli ostaggi. Manifestazioni di piazza, strade e autostrade bloccate, astensioni dal lavoro sono proseguite fino a una grande marcia di assembramento verso Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv. Molto dura l’uscita rilanciata dai giornali di Gadi Eisenkot, ex capo di stato maggiore e già ministro del gabinetto di guerra allestito nei primi mesi del conflitto.
L’ex generale ha definito il governo Netanyahu «indegno» sia di suo figlio Gal, caduto nella guerra di Gaza, sia degli ostaggi, oggi «vittime dell’indecisione politica».
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