Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Ma quanto sono obiettivi e imparziali gli esperti dell’Onu Commento di Mike Wagenheim
Testata: israele.net Data: 26 agosto 2025 Pagina: 1 Autore: Mike Wagenheim Titolo: «Ma quanto sono obiettivi e imparziali gli esperti dell’Onu. Uno degli autori del recente rapporto sulla carestia a Gaza posta messaggi anti-israeliani da anni (e 20 giorni dopo il 7 ottobre accusava Israele di genocidio)»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'analisi di Mike Wagenheim tradotta da Jns.org dal titolo: "Ma quanto sono obiettivi e imparziali gli esperti dell’Onu. Uno degli autori del recente rapporto sulla carestia a Gaza posta messaggi anti-israeliani da anni (e 20 giorni dopo il 7 ottobre accusava Israele di genocidio)".
Mike Wagenheim
Andrew J. Seal è il principale redattore del rapporto IPC in cui si accusa Israele di aver provocato una carestia a Gaza. Quello in cui sono stati cambiati i parametri stessi di ricerca per poter proclamare l'esistenza di una "carestia" dove invece non c'è. Ebbene, Andrew J. Seal è un docente militante pro-Pal che scriveva post contro Israele da tempi non sospetti. Questo sarebbe il rigore scientifico degli "esperti" ONU?
Un autore del controverso rapporto che sostiene d’aver accertato che in alcune zone di Gaza è diffusa una carestia (deliberatamente provocata) si distingue da anni per prese di posizione pregiudiziali anti-israeliane e filo-regime iraniano.
Andrew J. Seal ha contribuito a scrivere il rapporto speciale pubblicato venerdì dall’Integrated Food Security Phase Classification, l’ente per l’insicurezza alimentare globale allineato alle Nazioni Unite.
Secondo il rapporto IPC, a Gaza City e nelle vicinanze si verificano tutti i criteri che confermerebbero una carestia in atto. Le autorità israeliane hanno risposto al rapporto affermando che impiega una metodologia irregolare, appositamente adattata ai numeri diffusi da Hamas, e che i dati sono stati deliberatamente distorti.
Andrew J. Seal è docente presso l’Institute for Global Health dell’University College di Londra.
Appena 20 giorni dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre 2023, Seal affermava sul suo account X che a Gaza era in corso un genocidio.
Post di Andrew J. Seal del 28 ottobre 2023: genocidio a Gaza
Una settimana dopo, Seal faceva intendere che gli Stati Uniti avrebbero dovuto sospendere gli aiuti militari a Israele. “Israele deve essere costretto [sic compelled] ad accettare un cessate il fuoco immediato e negoziati di pace realistici”, scriveva Seal in un tweet postato nei giorni in cui era appena iniziata la controffensiva di terra anti-terrorismo israeliana e la missione per salvare gli ostaggi.
Post di Andrew J. Seal del 3 novembre 2023: Israele deve essere “costretto” ad accettare un cessate il fuoco immediato
Per non lasciare dubbi su cosa intendesse, Seal accompagnava il post con l’immagine di un rapporto del Congressional Research Service sugli aiuti esteri degli Stati Uniti a Israele e la frase: “Un solo Paese detiene la chiave!”
Meno di un mese dopo la carneficina del 7 ottobre, Seal si domandava perché mai Hamas dovesse essere rimossa dal potere, argomentando che “la sua retorica estrema e i suoi crimini di guerra” non giustificavano tale richiesta.
La retorica di Seal risale a ben prima della guerra scatenata da Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023
Nel 2018, Seal twittava sulla Nakba (la “catastrofe”, secondo la narrativa palestinese, del fallito tentativo del mondo arabo di distruggere lo Stato ebraico sul nascere).
Seal definiva la formazione di Israele come “il fallimento del Mandato Britannico e la distruzione dello Stato di Palestina da parte degli insorti ebrei”.
N.B. Nel 1948 non esisteva nessuno “Stato di Palestina”, e la nascita dello “stato arabo” preconizzato dalla risoluzione Onu del 1947 venne impedita dal rifiuto arabo, dalla guerra scatenata dagli Stati arabi e dall’occupazione di Cisgiordania e Gaza ad opera rispettivamente di Giordania ed Egitto.
Nel luglio 2023, Seal promuoveva un video della tv Al Jazeera che glorificava i gruppi terroristici palestinesi operanti in Giudea e Samaria (Cisgiordania), definendolo “un’introduzione molto interessante per comprendere l’escalation del violento conflitto tra i gruppi palestinesi e lo Stato israeliano”.
Seal ha anche ripetutamente diffuso contenuti di Press TV, la rete televisiva di stato iraniana in lingua straniera, e di funzionari iraniani.
Fra l’altro, ha rilanciato la versione iraniana secondo cui un incidente del maggio 2019 in cui quattro navi commerciali erano state colpite nel Golfo dell’Oman sarebbe stata un’operazione “false flag” (sotto falsa bandiera), e ha sostenuto che gli Houthi dello Yemen attaccano le navi nel Mar Rosso per far rispettare una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia.
I tweet di Seal sono stati segnalati da Eitan Fischberger, scrittore e investigatore di intelligence open source, dall’ex ricercatore di intelligenza artificiale Mark Zlochin e da Hillel Neuer, direttore esecutivo della ong UN Watch.
Al momento di questa pubblicazione, Seal non ha risposto alla richiesta di un commento.
(Da: jns.org, 25.8.25)
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