Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Ospedali bombardati? Tre domande da farsi Editoriale di Iuri Maria Prado
Testata: Il Riformista Data: 26 agosto 2025 Pagina: 1 Autore: Iuri Maria Prado Titolo: «Ospedali bombardati? Tre domande da farsi»
Riprendiamo dal RIFORMISTA del, 26/08/2025, a pagina 1, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "Ospedali bombardati? Tre domande da farsi".
Iuri Maria Prado
Bombardamento dell'ospedale Nasser, prima di indignarvi fatevi alcune domande. Tre in particolare: Israele vuole uccidere medici e pazienti? Per quali scopi vengono usati gli ospedali nei territori controllati da Hamas? L'ospedale può essere stato colpito per errore? Le risposte sono ovvie. Per cui è bene trattenere l'indignazione e ricominciare a riflettere razionalmente, quando si parla della guerra a Gaza.
Ci sono domande legittime e serie da porsi quando un ospedale, sia pur in zona di guerra, è colpito.
Ieri è successo all’ospedale Nasser di Khan Younis, a Gaza.
La prima domanda riguarda l’ipotesi che l’esercito di Israele bombardi le strutture sanitarie perché vuole uccidere i pazienti, i medici e gli infermieri.
È verosimile?
Avrebbe senso?
Per chi ritenga che Israele abbia quell’obiettivo, e che lo persegua incurante dell’esecrazione che inevitabilmente ne raccoglie, sì: è verosimile e ha un senso.
Israele vuole uccidere tutti, malati e dottori compresi, e dunque bombarda gli ospedali per ucciderli.
Forse qualcuno riterrà improbabile questa ipotesi, anche solo per la scarsa utilità, anzi la evidente dannosità, che Israele trarrebbe comportandosi così.
Ma diamola per ammessa.
La seconda domanda riguarda l’ipotesi che l’esercito di Israele, quando colpisce un ospedale, lo fa perché ha accertato che vi si nascondono dei terroristi o che la struttura è utilizzata per attività ostili (costituzione di arsenali, impianto di postazioni di lancio di razzi, organizzazione di attacchi contro militari e civili israeliani, eccetera).
Che la cosa sia successa, e non raramente, non è soltanto verosimile: è certo.
Si può poi discutere sul fatto che abbia senso, o no, colpire un ospedale per eliminare i terroristi che vi si nascondono, o per neutralizzarne l’uso a fini ostili.
L’unica cosa certa è che una struttura “civile” usata in quel modo perde - o vede attenuata - la guarentigia di protezione di cui è destinataria.
Si può colpire, insomma.
Certo, si tratta di vedere con quanta violenza e a quale costo in termini di danni alle persone.
Può trattarsi di una violenza sovradimensionata e i danni possono essere eccessivi: ma tutto questo definisce l’inadeguatezza di fatto, non l’illegalità a priori, dell’operazione.
C’è poi una terza ipotesi, di cui è giusto occuparsi con un’altra domanda.
E cioè che l’ospedale sia colpito dall’esercito israeliano per errore, vale a dire ritenendo erroneamente che vi si nascondano terroristi o che sia adoperato per attività ostili.
È verosimile?
Era il caso dell’ospedale colpito ieri?
Diciamo che è possibile.
Se è così, tuttavia, si tratta appunto di un errore, grave quanto si vuole e colpevole quanto si vuole.
Ma non è la deliberata iniziativa rivolta a uccidere malati e medici.
Non diventa una cosa buona, ma resta una cosa diversa.
Qualche parola, infine, sui giornalisti che sono rimasti uccisi nell’operazione.
Non usiamo le virgolette (“giornalisti”) perché non tutti, pare, erano come Mohammed Salama, il quale aveva accompagnato e ripreso i macellai del 7 ottobre mentre erano all’opera, glorificandola.
È doveroso deplorare la morte di ogni essere umano, ovviamente.
Ma lasciare intendere che si tratti dell’assassinio del nobile reporter per mano di chi vuol far tacere la stampa è un’altra cosa ancora.
Una mistificazione che disonora e danneggia i giornalisti veri, ai quali dovrebbe ripugnare di essere accomunati agli accompagnatori dei macellai e ai distributori delle veline da tunnel.
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