Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La verità sugli aiuti umanitari a Gaza che l’Onu non vi racconta Analisi di Eleonora Tiribocchi
Testata: Il Riformista Data: 25 agosto 2025 Pagina: 1 Autore: Eleonora Tiribocchi Titolo: «La verità sugli aiuti umanitari a Gaza che l’Onu non vi racconta: nella Striscia sono entrati oltre 2 milioni di tonnellate di beni»
Riprendiamo dal RIFORMISTA, edizione online, l'analisi di Eleonora Tiribocchi dal titolo "La verità sugli aiuti umanitari a Gaza che l’Onu non vi racconta: nella Striscia sono entrati oltre 2 milioni di tonnellate di beni".
Oltre 2 milioni di tonnellate di aiuti alimentari e umanitari spediti a Gaza dall'inizio della guerra, via terra o anche paracadutati dall'aria. E poi accusano Israele di affamare Gaza, anche ricorrendo a dati falsi sulle spedizioni degli aiuti.
Dall’inizio della guerra, oltre 2 milioni di tonnellate di aiuti umanitari sono entrati nella Striscia di Gaza, trasportati da quasi 100.000 camion. Gli aiuti arrivano regolarmente a Gaza: via Israele, via terra dall’Egitto e dalla Giordania, via mare attraverso il porto di Ashdod e per via aerea dall’aeroporto Ben Gurion, oltre che tramite aerei di diversi Paesi, che hanno già distribuito più di 12.000 pacchi lanciati dall’alto. Israele continua a consentire e facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, monitorando costantemente e regolarmente la situazione sul terreno. Non esistono restrizioni sul numero di camion né sulla quantità di cibo in entrata nella Striscia. I principali ostacoli risiedono nella limitata capacità delle organizzazioni internazionali e delle agenzie ONU di raccogliere e distribuire gli aiuti, nelle deviazioni degli stessi e nell’ostruzionismo diretto di Hamas.
Distribuzione alimentare
Dal 7 maggio, la GHF (Gaza Humanitarian Foundation) ha distribuito 2.170.936 pacchi alimentari, equivalenti a 130.397.130 pasti. Opera attraverso 4 centri di distribuzione: 3 nel sud di Gaza e 1 al centro della Striscia. L’ONU e le ONG internazionali forniscono invece aiuti al nord e in aree del centro di Gaza.
Acqua
Due condotte forniscono acqua dolce da Israele alla Striscia di Gaza. Lo standard ONU richiede un minimo di 7 litri per persona al giorno. A Gaza Nord, l’approvvigionamento quotidiano attuale è di 38 litri pro capite; a Gaza Sud, 44 litri pro capite. Gli Emirati Arabi Uniti stanno costruendo una quarta condotta dall’Egitto a Israele (coordinata con l’IDF). Altre due condotte israeliane sono in costruzione per aumentare ulteriormente le quantità. Inoltre, Israele fornisce elettricità all’impianto di desalinizzazione di Deir Al Balah, nel sud di Gaza, che produce 20.000 metri cubi d’acqua al giorno.
Discrepanze nei report
Un’analisi del COGAT (Coordination of Government Activities in the Territories) rivela che quasi 6.000 camion di aiuti sono stati omessi dai report ONU dal mese di maggio. Mentre l’ONU segnala solo 3.553 camion entrati, i dati reali parlano di circa 9.200. Si tratta di uno scarto di 2,5 volte rispetto a quanto dichiarato dall’ONU. Questo genera un quadro distorto che influenza media e decisori internazionali, dando l’impressione che Israele non faciliti adeguatamente l’ingresso degli aiuti.
Il sistema di monitoraggio ONU include solo gli aiuti veicolati dalle proprie agenzie e da poche ONG partner, escludendo invece Stati, organizzazioni internazionali indipendenti, settore privato, aviolanci e centri di distribuzione americani. Il COGAT sottolinea che i dati ufficiali sugli aiuti vengono pubblicati regolarmente in un sito web dedicato, con dettagli giornalieri per punto di ingresso e tipologia di beni. La documentazione ONU, presentata come “verità indiscutibile”, appare invece parziale, lacunosa e in diversi casi inaccurata.
Per inviare la propria opinione al Riformista, cliccare sulla e-mail sottostante.