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Eroine della Libertà 21/06/2025 -

Eroine della libertà                         Elisabetta Fiorito

Il Sole 24 Ore                                  euro 16,90

 

Il coraggio, la capacità di resistere alle avversità ribellandosi alle ingiustizie e ai pregiudizi sono i valori che accomunano le vite di nove straordinarie donne ebree di cui Elisabetta Fiorito, giornalista parlamentare di Radio 24, scrittrice e drammaturga di grande talento, racconta le storie nel suo ultimo libro “Eroine della libertà” (Il Sole 24 Ore) presentato quest’anno alla XXXVII edizione del Salone del libro di Torino.

E’ una storia moderna dell’ebraismo femminile in cui l’autrice mette in scena donne vissute in epoche e luoghi diversi, unite però dalla cultura, dalla tenacia e dall’identità ebraica che diventano simbolo di emancipazione e di libertà.

Libertà, una parola meravigliosa che appare nel titolo e che fa parte dei principi fondamentali della costituzione italiana di cui spesso dimentichiamo l’importanza e di come siano state necessarie due guerre mondiali, diverse battaglie e molte proteste per arrivare ad avere quei diritti prima riservati solo agli uomini. Senza dimenticare che in alcuni paesi, come l’Iran, ancora oggi vige l’apartheid di genere, a dimostrazione che la battaglia delle donne non è ancora finita.

“Questo libro – scrive Elisabetta Fiorito nelle Nota dell’Autrice – nasce dal teatro, da alcuni monologhi scritti per Ebraica, il Festival internazionale di cultura e poi alcuni di questi sono andati anche a teatro, altri sono stati recitati da varie attrici, Rosaria De Cicco, Paola Minaccioni e Pamela Villoresi che hanno portato in scena queste eroine. Nove personaggi che io ho deciso di tracciare cercando di fare una storia moderna dell’ebraismo femminile”.

 

Il libro si apre all’epoca del ghetto romano nel 1568 con la figura di Myriam, l’unico personaggio immaginario creato dall’autrice. Myriam è una ricamatrice, “rinacciatrice” si chiamavano all’epoca le donne che cercavano di riparare qualsiasi strappo negli abiti, che vive in un’epoca in cui il terrore percorre le strade del Ghetto, “ogni evento funesto, ogni processo, ogni condanna a morte poteva portare a una ritorsione, eravamo stati avvertiti tutti, non avvicinatevi al luogo dell’esecuzione, non passate per Campo de’ Fiori, evitate di farvi vedere in giro”. Eppure, Myriam deve lavorare e si trova ad assistere, in una triste alba del 17 febbraio 1600, al rogo di Giordano Bruno, il filosofo e frate domenicano che si rifiutò fino all’ultimo di abiurare i principi fondamentali delle sue teorie.

Da qui la narrazione si dipana attraverso i secoli e l’autrice ci porta a conoscere figure storiche realmente esistite come Gracia Mendes, una donna dalla vita avventurosa capace di sfidare i pregiudizi del tempo e seppur paragonata alla regina Ester, colei che aveva salvato il popolo ebraico dallo sterminio decretato dal perfido Amman, volle sempre essere chiamata in modo umile “La Senora”.

Dopo il suggestivo incontro con Anna Del Monte la giovane donna che, rinchiusa senza motivo nella Casa dei Catecumeni, seppe resistere con coraggio e un pizzico di astuzia ai ripetuti tentativi di farla convertire alla religione cristiana, arriviamo con un balzo temporale all’età dell’emancipazione dove incontriamo Amelia Pincherle Rosselli, prima drammaturga italiana che con il manoscritto “Anima” vince il concorso nazionale di drammaturgia e si dimostra capace di distinguersi in un mondo dominato dagli uomini. Amelia è la madre dei fratelli Rosselli, tutti morti in circostanze drammatiche: Aldo, il primogenito, viene ucciso durante la Prima Guerra Mondiale a cui aveva partecipato come volontario, Nello e Carlo invece sono vittime di un agguato fascista in Francia nel 1938. Amelia, prostrata dai lutti, non si perde d’animo e tiene unita ciò che resta della famiglia, nipoti e nuore. Dalla Svizzera a New York il suo percorso di vita è lungo, affronta tante difficolta ma non si scoraggia mai e continua a lottare per ciò che reputa giusto fino alla fine.

Fra le luci scintillanti di Hollywood conosciamo la figura di Hedy Lamarr, un’attrice bellissima, di fama internazionale la cui vita è degna di un film che si rivela una geniale inventrice. Ma, come spesso capita, solo nel 1997, ormai anziana, le verrà conferito il premio Pioneer Award “per aver rivoluzionato il mondo dell’elettronica e della comunicazione” gettando le basi per la moderna tecnologia di rete senza fili, in breve il wi-fi.

Tra le protagoniste citate nel libro non può mancare un simbolo universale di emancipazione femminile, di genialità scientifica, un faro della moderna Medicina di cui vinse il Nobel nel 1986 per la scoperta del Nerve Growth Factor (NGF), prima donna a essere ammessa all'Accademia Pontificia delle scienze: Rita Levi Montalcini.

Di Rita che decise di studiare medicina perché alla domestica Giovanna era stato diagnosticato un tumore allo stomaco, Elisabetta Fiorito racconta in modo magistrale la sua vita straordinaria e le sue eccezionali scoperte senza tralasciare gli anni della guerra e delle persecuzioni nazi-fasciste.

Ampio spazio nel libro è riservato a Ada Sereni, una figura storica che nel dopoguerra ebbe un ruolo fondamentale per organizzare l’immigrazione in Erez Israel degli ebrei sopravvissuti alla Shoah, ancor prima della nascita dello Stato d’Israele. Autrice di un libro imperdibile “I clandestini del mare” ripubblicato da Mursia nel 2007, Ada ha fondato il kibbutz Ghivat Brenner insieme al marito Enzo Sereni, di cui nel libro viene ricostruito il tragico destino. E’ stata responsabile delle relazioni del movimento Aliàh Bet (l’immigrazione clandestina) e a capo del settore italiano dall’aprile 1947 al maggio 1948, data di fondazione dello Stato ebraico.

Una delle figure chiave nel libro è Golda Meir alla quale l’autrice ha già dedicato un’opera straordinaria “Golda” (Giuntina, 2024).

Prima donna a guidare il governo del suo Paese e ad arrivare al potere senza essere imparentata con chi la precede, come fu per Indira Gandhi, è stata la quarta premier d’Israele e “sicuramente uno spartiacque nell’umanità”. Nel libro l’autrice ricostruisce il rapporto tra Golda e l’Italia, l’amicizia con Pietro Nenni, uno degli uomini migliori che abbia incontrato; il difficile incontro con Aldo Moro che non mutò mai la sua politica filoaraba; la grande amicizia con Oriana Fallaci alla quale rilasciò una famosa intervista nel 1972; e infine la visita in Italia e l’incontro storico con Paolo VI al quale non risparmiò alcune pungenti riflessioni.

Se il libro si apre con una donna comune, Myriam, si chiude con un’altra donna comune ma realmente vissuta: è Magda, la suocera dell’autrice la cui vita si snoda in pagine bellissime che lasciano trasparire tutto l’affetto e la complicità che ha unito Elisabetta Fiorito alla madre del marito.

Magda è il simbolo delle migliaia di ebrei costretti ad abbandonare nel 1967 le loro patrie nelle quali erano vissuti per decenni per ricostruire un futuro nuovo in un altro paese. Costretta ad abbandonare Tripoli in pochissimo tempo perché dopo la Guerra dei Sei Giorni i paesi arabi cacciano via tutti gli ebrei, Magda arriva a Roma con quattro figli piccoli e con grande determinazione ricostruisce la sua vita e quella della famiglia. Fiorito ricorda anche gesti di profonda umanità compiuti da questa donna semplice ma coraggiosa come il salvataggio di un bambino ammalato di morbillo in Africa dove il marito era andato a lavorare e la partenza rocambolesca di un bambino dalla Libia che Magda riesce a far salire sull’aereo nascondendolo nella sua ampia pelliccia. Quello di Elisabetta Fiorito è un omaggio commovente ad una donna, sua suocera, che fino all’età di 83 anni ha messo a tavola sedici persone per ogni shabbat e raccontando la sua storia ci fa capire come esistano tante “eroine silenziose che magari non passeranno alla storia, ma che invece fanno gesti eroici”.

Questo libro è un viaggio che, attraverso ritratti intimi e potenti, racconta la battaglia universale per la libertà, la giustizia, l’emancipazione di donne straordinarie che hanno lottato per difendere la propria identità, i valori in cui credono e per costruire un mondo migliore. Sono storie che non conoscono confini di tempo o spazio, che tracciano l’epopea ebraica al femminile nel corso dei secoli formando un mosaico di esperienze straordinarie la cui eco resterà a lungo nel cuore dei lettori.

Elisabetta Fiorito, cronista parlamentare a Radio 24, scrittrice e drammaturga ha lavorato all’Ansa e a Radio Capital. Vincitrice di due premi Fersen per Ebraica (Festival internazionale di Cultura) ha scritto nel 2022 per Rosaria De Cicco “Eroine della Libertà”; nel 2023 per Paola Minaccioni “Elena la Matta”, attualmente in tournée nei teatri italiani, e nel 2024 per Pamela Villoresi “Golda e l’Italia”. Per Radio 24 ha realizzato il podcast “La razzia” per gli 80 anni del rastrellamento del Ghetto di Roma.

Tra le sue opere più rilevanti ricordiamo “Carciofi alla giudia” (Mondadori, 2017), “Amori e pandemie (Il Sole 24 Ore, 2021), Golda (Giuntina, 2024) con cui ha vinto il Premio Fiuggi Storia – sezione biografie.

Per il suo impegno contro l’antisemitismo ha ricevuto il Premio Giglio per la pace e la libertà di stampa.

Giorgia Greco

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Il cinema israeliano contemporaneo
a cura di Maurizio G. De Bonis, Ariel Schweitzer, Giovanni Spagnoletti
Marsilio

Ormai da circa dieci anni, il cinema israeliano è ospite fisso delle maggiori manifestazioni cinematografiche internazionali e riscuote sempre maggiore interesse anche in ambito critico.
Questo studio approfondito su una cinematografia “nuova ed emergente”, è il primo volume pubblicato sull’argomento nel nostro paese e analizza il fenomeno di una cinematografia che, pur avendo a disposizione modeste risorse economiche, è stata in grado in poco tempo di dar vita a un significativo cinema d’autore dalle caratteristiche critico-innovative. Il tutto evidenziando le tematiche che attraversano la società israeliana: dal problema del conflitto con il mondo arabo-palestinese alla condizione della donna, dai rapporti tra religione e laicità dello Stato ai temi della violenza e della guerra. Si tratta, dunque, di un testo importante per gli studiosi ma anche per quel pubblico curioso che non vuol fermarsi alle apparenze e alle notizie superficiali ma che intende invece affrontare tematiche altrimenti sconosciute.

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