Revelli e Sansonetti: Nicola Porro ma non hai altri da invitare? 03/04/2024
Diario di guerra di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait

Revelli e Sansonetti: Nicola Porro ma non hai altri da invitare?
Diario di guerra di Deborah Fait

Marco Revelli. A suo dire nelle università italiane non c'è antisemitismo. Ma "normale contestazione contro un governo 'corrotto' come quello di Netanyahu". Quindi inneggiare alla morte degli ebrei e gridare "Palestina dal fiume al mare" non è istigazione all'odio contro gli ebrei?

 

Ieri sera da Nicola Porro, a Quarta Repubblica, c’erano due ospiti che definirei melanconicamente comici. Uno era il politologo, giornalista e saggista Marco Revelli e il secondo il direttore dell’Unità, Piero Sansonetti. Il primo, quasi urlando, anzi urlando, ha detto che non si può parlare di antisemitismo nelle università, si tratta semplicemente di normale contestazione contro un governo “corrotto” come quello di Netanyahu. Già qui c’è di che piangere perché se, a una persona presumibilmente normale e colta, sembra logico che dei ragazzi bardati di kefiah e di odio, urlino “morte agli ebrei…dal fiume al mare…Palestina libera…” e non ritenga trattarsi di antisemitismo e di odio violento contro gli ebrei e il loro stato, la cosa si fa preoccupante. Per il professor Revelli ho qui un dono che dovrebbe leggere e poi chiedere scusa: “Alza le mani, allarga le gambe, levati i calzoni, spogliati, sdraiati, non dire una parola, tu sei un’ebrea, sei un ostaggio, io posso ucciderti”. Questa la testimonianza di una ragazzina liberata dall’inferno dopo due mesi. E quello che descrive non accadeva solo alle donne. Sono passati sei mesi e gli ostaggi liberati sono ancora in cura seguiti da psicanalisti e personale medico. Però per il professor Revelli gli studenti italiani che pretendono di cessare ogni collaborazione con le università israeliane (non con le cinesi che massacrano gli uiguri, non con le iraniane che impiccano le donne che non portano il velo nel modo giusto), non sono antisemiti. Non lo sono nemmeno quelli che manifestano con cartelli “Hamas vincerà” e “ebrei ai forni”. A Bologna un presidio di giovani odiatori idioti ha uno striscione che recita “  “Rivendichiamo il 7 ottobre, solidali con Hamas”.

Ma non è antisemitismo, vero professo Revelli? Per essere antisemiti devono ammazzarlo qualche ebreo, allora…forse…

Se Revelli mette tristezza con le sue uscite “da professore so tutto io e voi non siete un cazzo”, Piero Sansonetti mette allegria. Che dire quando, tronfio di orgoglio, dichiara che sul suo giornale scrive un ebreo israeliano, molto di sinistra, ma che  “mica direte che anche lui è antisemita”? Ebbene, caro Sansonetti, lei mi è anche simpatico ma devo darle una delusione, Gideon Levy è ebreo israeliano ma è anche antisemita. Guarda un po’. C’è da inorridire a leggere i suoi articoli e mi fa specie che diffonda la sua venefica propaganda in un’Italia già pregna di odio contro Israele. In ogni talk show, che ormai  mi sono stancata di ascoltare, perché fatti a copia incolla, anche chi si considera amico di Israele, si sente costretto a dire che nonostante Netanyahu sia un corrotto despota, bisogna stare dalla parte di Israele comunque. Intanto chi fa questi discorsi non sa chi sono i despoti pur avendone uno bello e pronto in Europa. Netanyahu può piacere o non piacere ma è il primo ministro della più bella e sana democrazia da cui tanto dovrebbe imparare l’Europa. Ditemi, quale nazione in guerra manda aiuti ai proprio nemici? Lo ha fatto la Nato quando ha massacrato la ex Jugoslavia? Ricordo l’immagine di due fratellini serbi, due bambini, cui erano diventati i capelli bianchi per il terrore. Gli USA hanno mai aiutato le popolazioni colpite dalle loro guerre? No, mai! Morivano di fame,  di paura e di bombe ma il mondo non ha fatto mai una piega. Israele sono 17 anni che mantiene Gaza, i Tir colmi di ogni ben di Dio arrivavano anche quando, per ringraziamento, loro ci sparavano migliaia di missili. Anche adesso, persino dopo il 7 Ottobre, Israele manda viveri con quasi 200 camion al giorno. L’unico paese che lo fa, nonostante tutto. Ma non è abbastanza, per i pacifinti Israele non avrebbe dovuto reagire alla mattanza, avrebbe dovuto piangere in silenzio e accettare il suo destino millenario di morti ammazzati solo perché ebrei. Ebbene, NO! Questa volta è stato troppo. Si, Israele ha sbagliato, avrebbe dovuto fare la guerra molti anni fa, non parare colpo su colpo i loro attacchi terroristici e poi curare i palestinesi nei propri ospedali.

Hamas avrebbe dovuto essere eliminata già dal 2006, al primo missile sparato contro Israele, e noi non avremmo urlato di dolore e disperazione adesso, dopo il 7 ottobre.

Deborah Fait
Deborah Fait