Unwra & Onu al servizio del terrore
Analisi di Daniele Capezzone
Testata: Libero
Data: 28/01/2024
Pagina: 1
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: I cattivissimi maestri al servizio del terrore

Riprendiamo da LIBERO di oggi 28/01/2024, a pag.1, con il titolo "I cattivissimi maestri al servizio del terrore", l'analisi di Daniele Capezzone.

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Unrwa e Hamas. Storia di un legame controverso e inevitabile - HuffPost  Italia
Unrwa e Hamas, un legame di terrore di lunga data

Uno dei punti qualificanti della mozione parlamentare del Pd, patrocinata in prima persona da Elly Schlein, e che già domani sarà in discussione a Montecitorio, impegnerebbe il governo- se il documento venisse approvato- a ripristinare i fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e in Israele, così come i contributi nell’anno in corso all’Unrwa. Dunque, secondo i dem, sarebbe urgente rifinanziare l’Unrwa, a cui il sostegno italiano è stato sospeso. Di cosa stiamo parlando? Della “United Nations Relief and Works Agency far Palestine Refugees in the Near East”, cioè dell’organizzazione dell’Onu che si occupa dei profughi palestinesi. Già siamo in presenza di un’anomalia strutturale, perché in questo caso è stata scelta una nozione di “profugo” diversa da quella usata per tutti gli altri profughi nel mondo, quelli gestiti dall’Unhcr. Risultano infatti inclusi non solo quelli che sono scappati dalla Guerra di Indipendenza nel 1948, ma anche tutti i loro discendenti: nel caso di Unhcr, invece, si considerano solo coloro che sono direttamente in fuga da un conflitto. Così, il conteggio - tra profughi veri e finti- ha portato i profughi palestinesi da 750mila dopo il 1948 a 5,9 milioni oggi, includendo perfino persone dotate di cittadinanza americana ed europea. Ma lasciamo perdere questo aspetto, pure tutt’altro che marginale. Il punto è che questa organizzazione è diventata il ferro di lancia dell’assalto anti-israeliano che viene incessantemente condotto sotto l’egida dell’Onu. E, a quanto pare, non si raggiunge mai il fondo dell’abisso. All’Onu non bastava detenere il terrificante record di risoluzioni contro Israele, che, come Libero ha più volte ricordato in questi mesi, ha ricevuto più condanne, sia in Assemblea generale sia nel Consiglio per i diritti umani, di tutti gli altri paesi membri messi insieme (stati canaglia inclusi). E evidentemente non è bastato il terrificante scandalo di cui abbiamo scritto già ieri: 12 dipendenti dell’Unrwa che sarebbero stati coinvolti direttamente nel massacro del 7 ottobre. Ora emergono altre due storie letteralmente raccapriccianti.
La prima è l’accusa lanciata dal portavoce del governo israeliano Eylon Levy, che, mostrando i relativi documenti sui canali social, ha reso noto come le Brigate Izz-Al-Din al-Qassam, cioè l’ala militare di Hamas, si sarebbero rivolte per iscritto al capo del direttorato per l’educazione di Gaza chiedendo che insegnanti ed educatori fossero giustificati in caso di assenza dal lavoro per addestramento militare. I dettagli appaiono eloquenti: ciò è avvenuto una settimana prima del 7 ottobre, e si parla di una data “non flessibile”. In altre parole, un urgente addestramento di supporto doveva avvenire proprio nei giorni precedenti il massacro. La seconda storia (la fonte è l’ong Un Watch, che monitora criticamente le azioni dell’Onu e delle sue agenzie, mentre un autorevolissimo rilancio è avvenuto sul Wall Street Journal) riguarda un gruppo Telegram di insegnanti Unrwa a Gaza (i membri del gruppo sono 3mila, con amministratori identificati tramite nome e numero di contratto Unrwa), dove ci sarebbe stata una vera e propria celebrazione, un autentico festeggiamento dell’eccidio di inizio ottobre. Andiamo a vedere i messaggini circolati nel gruppo. Gli insegnanti, chattando, elogiano i «santi guerrieri» di Hamas, e pregano affinché uccidano ancora più israeliani: «O Dio, falli a pezzi», «uccidili a uno a uno», «non dimenticarne nessuno», «ammazza il primo colono in diretta online». Un altro ancora insiste affinché la gente di Gaza dia supporto ad Hamas. Non basta? Ecco i toni di un insegnante di scuola elementare sempre in ambito Unrwa: «I guerriglieri di Hamas hanno assorbito jihad e resistenza insieme con il loro latte materno». Aggiungendo: con i soldi delle tasse americane, alludendo sarcasticamente al fatto che tutta l’organizzazione goda di consistentissimi finanziamenti occidentali. Da anni c’era - carsicamente - dibattito intorno al fatto che grazie all’Unrwa fosse stata assunta una notevole quantità di “insegnanti” impegnati a predicare odio contro Israele. Ma queste chat post 7 ottobre superano ogni limite. Viene da chiedersi amaramente se l’Unrwa sia una sorta di ala civile di Hamas, o se Hamas sia l’ala militare dell’Unrwa. Del resto, è sufficiente una piccola ricerca anche fotografica per trovare immagini che parlano chiaro: il britannico Daily Mail ha pubblicato una foto con uomini armati di Hamas che “scortano” mezzi dell’Unrwa che trasportano aiuti. È perfino ovvio chiedersi a che titolo ciò avvenga, e se davvero quegli aiuti finiscano ai profughi o non siano intermediati e dirottati da Hamas in base alle sue finalità. Rimane da capire come Usa e Ue possano continuare a ritenere che il tema del rapporto tra Unrwa e Hamas possa essere negato o ridimensionato. E come si possa sperare che Gaza diventi un luogo pacifico nel momento in cui le risorse occidentali sono direttamente e indirettamente utilizzate per colpire le donne e gli uomini di Israele. 

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