Finalmente il New York Times dice la verità sul 7 ottobre
Con la cronaca di Carlo Nicolato
Testata: Libero
Data: 30/12/2023
Pagina: 4
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: Finalmente il New York Times dice la verità sul 7 ottobre

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 30/12/2023, pag.4, con il titolo "Finalmente il New York Times dice la verità sul 7 ottobre", la cronaca di Carlo Nicolato. Dopo la sua cronaca, i nostri lettori potranno leggere quella del New York Times. Pagine, pagine, e pagine, dove il massacro viene descritto in un modo che nessuno ancora conosceva.

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato


La famiglia di Gal Abdush, sterminata da Hamas

«#MeToo, tranne se sei ebrea». E' questa la sbalorditiva sintesi della reazione del movimento femminista occidentale al cospetto delle atroci violenze di Hamas ai danni delle donne israeliane stuprate, violate, torturate e uccise senza pietà il 7 ottobre.
La lentezza con la quale anche Un Women, l’agenzia dell’Onu per l’uguaglianza di genere, ha alla fine ammesso che qualcosa c’è stato con mille dubbi e troppi “ma” (uno su tutti che «non si può dimenticare la violenza indiscriminata di Israele») è un’onta che getta discredito perituro sulla stessa Organizzazione e su tutte le femministe accecate dai pregiudizi, dalle posizioni politiche, se non addirittura da indicibili questioni di razza.


PROVE INCONFUTABILI

Eppure le prove inconfutabili sono lì, ci sono i filmati delle telecamere di sorveglianza e quelli girati dagli stessi assassini di Hamas, ci sono i racconti dei sopravvissuti testimoni oculari del massacro. Ci sono i cadaveri martoriati, mutilati, smembrati.
Il New York Times che ha definito e titolato la sofferenza di quelle donne «urla senza parole», ne ha fatto un reportage dettagliato frutto di una seria indagine durata due mesi in cui parla soprattutto chi in quelle ore è riuscito a nascondersi sfuggendo al massacro.
è la storia ad esempio di Sapir, una contabile di 24 anni che con altre centinaia di giovani era andata spensierata al rave della morte.
Pur ferita da un proiettile alla schiena Sapir era riuscita a nascondersi sotto i rami bassi di un folto tamerice e aveva visto tutto quello che succedeva intorno a sé. Aveva assistito in diretta allo stupro e l’uccisione di almeno 5 donne.
Ha raccontato che proprio lì, di fronte a lei, almeno 100 miliziani di Hamas armati si scambiavano armi e donne ferite come trofei di guerra, «era come un punto di raccolta». «La prima vittima che disse di aver visto era una giovane donna con i capelli color rame, il sangue che le scorreva lungo la schiena, i pantaloni abbassati fino alle ginocchia», racconta il Nyt, l’hanno stuprata così e quando lei cercava di ribellarsi le affondavano un coltello nella schiena. A un’altra mentre la violentavano le hanno tagliato il seno e poi se lo tiravano l’un l’altro come una palla, finché non è caduto a terra. Di tre donne ha visto solo le teste, mozzate. Anche Raz Cohen e Shoam Gueta sono riusciti a nascondersi nel letto di un ruscello prosciugato. Hanno raccontato di aver visto un furgone bianco fermarsi una quarantina di metri di fronte a loro dal quale sono scesi cinque uomini e una ragazza seminuda.
L’hanno stuprata e poi l’hanno letteralmente massacrata con un coltello. I fatti sono stati confermati dai primi medici arrivati sul posto qualche ora più tardi.
Quattro di loro hanno affermato al New York Times di aver scoperto corpi di donne morte con le gambe divaricate e la biancheria intima mancante, alcune con le mani legate da fascette.
Altri sopravvissuti hanno raccontato che quando sono riusciti a scappare dal luogo del rave hanno trovato lungo la strada corpi di donne nude con le gambe divaricate e la zona vaginale fatta a pezzi. Tra loro c’era quello di Gal Abdush, madre di due figli, la cui foto, in cui appare seminuda e con la faccia bruciata, era circolata i primi giorni dopo l’assalto.
Scoperte del genere sono state fatte anche nei kibbutz assaltati da Hamas. Otto medici volontari e due soldati israeliani hanno confermato al Times che in almeno sei case diverse si erano imbattuti in un totale di 24 corpi di donne, ragazze e perfino bambine uccise nude o seminude, alcune mutilate.

GLI ESAMINATORI

Gli esaminatori forensi inviati sul posto per il riconoscimento dei corpi hanno dovuto lavorare rapidamente per dare alle famiglie dei dispersi un senso di chiusura e soprattutto per determinare, attraverso un processo di eliminazione, chi era morto e chi era stato rapito e portato in ostaggio a Gaza. Molte prove sono andate perse così, anche perché la religione ebraica richiede che i funerali vengano fatti in fretta. Ma oltre ai corpi, che comunque possono essere riesumati, e alle testimonianze, ci sono anche i video e le fotografie. Il Nyt li ha definiti insopportabili da vedere. Una serie di quelle fotografie riguarda il ritrovamento del corpo di una donna con chiodi conficcati nelle cosce e nell’inguine. Un video invece riprendeva i corpi di due donne soldato alle quali era stato sparato nella vagina. Di fronte a queste indicibili atrocità la sinistra dubita, le femministe tacciono e molte negano. Qualcuna, purtroppo tante, sostengono si tratti di «resistenza giustificata».

18 settembre 1851: nasce il New York Times

Ecco il testo integrale dell'inchiesta del New York Times in italiano. Per leggerlo, basta cliccare qui. Indispensabile per conoscere il massacro di Hamas del 7 ottobre.
Grazie ad Astrit Sukni per la collaborazione.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@liberoquotidiano.it