Londra:polizia islamizzata
Analisi di Carlo Nicolato
Testata: Libero
Data: 23/12/2023
Pagina: 14
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: Elementare Mohammed: a Londra polizia islamizzata

Riprendiamo LIBERO di oggi,23/12/2023, pag.12, con il titolo "Elementare Mohammed: a Londra polizia islamizzata", la cronaca di Carlo Nicolato

Muslim policewoman hailed a hero for confronting anti-lockdown protesters  tweeted racist messages | Daily Mail Online
Londra, e gli estremisti nella polizia islamista

Probabilmente aveva ragione l’ex ministro degli Interni Suella Braverman a voler vederci chiaro sulla piega filoislamica di Scotland Yard. Lei ha pagato quell’attacco istituzionale con le dimissioni ma il fatto che i poliziotti non siano intervenuti durante le manifestazioni pro Palestina nemmeno di fronte a slogan antisemiti e jihadisti non è mai stato spiegato fino in fondo. Mancano le leggi, hanno spiegato come se in quel caso ce ne fosse bisogno di aggiuntive, ma la verità è che la mitica polizia londinese, ora più che altro nota con la semplice sigla “Met”, se non è diventata un covo di impuniti estremisti islamici poco ci manca. Di recente Scotland Yard si è ritrovata nella bufera anche per aver invitato a una cena, tenutasi a luglio, l’eminente presidente della moschea di Finsbury Park, nonché vicesegretario generale del Consiglio Musulmano della Gran Bretagna, Mohammed Kozbar, un personaggio noto per i suoi trascorsi estremisti e per aver elogiato uno dei fondatori di Hamas. L’evento era stato organizzato dal London Muslim Communities Forum (LMCF), organo consultivo strategico della Polizia metropolitana. Già di per sé questo ultimo particolare risulta curioso, ma pare che la collaborazione del Met con vari gruppi di consulenza religiosa e comunitaria sia una parte caratteristica delle attività di polizia per creare fiducia tra tutti i londinesi. Il problema però è che tale Forum musulmano fino al mese scorso era diretto dall’estremista di sinstra Attiq Malik, personaggio a sua volta accusato di aver partecipato nel 2021 a diverse manifestazioni pro-Palestina e in una di queste di aver gridato insieme agli altri «from the river to the sea, Palestine will be free». A inizio novembre Malik era presente nella sala operativa del Met proprio il giorno in cui alcuni manifestanti inneggiavano alla jihad senza che la polizia muovesse un dito. Fu quello l’episodio che innescò la scia di accuse e controaccuse che porterà al licenziamento della Braverman da parte di Sunak, ma anche alle dimissioni dello stesso Malik. Quest’ultimo peraltro era presente, quale padrone di casa, anche alla suddetta cena di luglio in compagnia dell’amico e sodale Mohammed Kozbar che Scotland Yard non poteva non conoscere, e non esattamente per la sua opera caritatevole. La scorsa estate infatti in seguito a un’indagine del Jewish Chronicle il governo britannico si era impegnato a cancellare le sovvenzioni statali a 4 moschee che avevano ospitato oratori seminatori di odio, antisemiti e jihadisti. Tra queste c’era la moschea di Finsbury Park diretta dal nostro Kozbar che nel 2015 aveva visitato la tomba dello sceicco Ahmed Yassin, universalmente conosciuto come uno dei fondatori di Hamas e ucciso in Israele nel 2004, descrivendolo come «il maestro dei martiri della resistenza». Kozbar ha anche incontrato alti dirigenti di Hamas quali Ismail Haniyeh e Mahmoud al-Zahar, mentre nel 2011 è stato ripreso mentre parlava a una manifestazione in cui affermava di attendere con ansia «la fine di Israele, inshallah». Il portavoce degli Sherlock Holmes londinesi laconico ha commentato: «Il Commissario e altri alti funzionari partecipano a dozzine di eventi di questo tipo ogni anno» e «sarebbe inappropriato e illegale per noi condurre controlli di intelligence su background di tutti gli invitati a partecipare». Elementare, Mohammed.

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