Cina, Russia, Turchia: l'asse delle dittature
Intervista di Letizia Tortello al giornalista Günter Wallraff
Testata: La Stampa
Data: 16/04/2021
Pagina: 22
Autore: Letizia Tortello
Titolo: 'Cina, Russia, Turchia: i diritti negati'
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/04/2021, a pag.22, con il titolo 'Cina, Russia, Turchia: i diritti negati' l'intervista di Letizia Tortello a Günter Wallraff.

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Letizia Tortello

German icon of investigative journalism turns 70 | Germany| News and  in-depth reporting from Berlin and beyond | DW | 01.10.2012
Günter Wallraff

Il ricatto sulla pelle degli esseri umani è la carta più potente che un autocrate può giocare. Erdogan, «aspirante dittatore», l'ha capito benissimo e va all'incasso. Mentre «l'Europa è ormai in un angolo: minacciata coi migranti, non riesce a uscire dal dilemma dell'accoglienza». Sono passati trentacinque anni da «Faccia da turco». Da quell'inchiesta sotto copertura che ha trasformato il reporter-camaleonte tedesco Günter Wallraff in un'icona del giornalismo internazionale, fino a brevettare il metodo «wallraffa», entrato nel dizionario dell'Accademia di Svezia come tecnica di travestimento investigativo per raccontare la realtà nei panni dei protagonisti. All'epoca erano quelli di All, un «Gastarbeiter» (lavoratore straniero) venuto dal Bosforo per fare l'operaio in Germania. Immigrato necessario per le industrie tedesche, ma discriminato ogni giorno in una vita d'inferno, tenuto ai margini della società. Nel 1987, la Turchia chiese di aderire alle Ue. Oggi quel cammino sembra ormai abbandonato, il Paese cerniera tra Oriente e Occidente «è sulla strada di un sultanato islamofascista», dice Wallraff. Da lì i migranti continuano a partire, ma stavolta, dopo la guerra in Siria, sono usati da Erdogan come uno spauracchio per le democrazie europee. I rapporti economici e politici sono diventati scontro umanitario e conflitto sui diritti. Con Ankara, tutto è da riscrivere.

Günter Wallraff, chi è Recep Tayyip Erdogan? ll premier Draghi l'ha definito «dittatore». «E difficile trovare un termine per classificare correttamente questo despota. Autocrate è innocuo, dittatore gli rende più giustizia. Chiamo Erdogan un "aspirante dittatore": è un autoritario profondamente antidemocratico, più vicino alle dittature di Cina e Russia che al sistema di valori europeo. Il suo obiettivo sembra essere l'istituzione di un sultanato islamico-fascista. Ho sempre avvertito tutti che le sue ambizioni, le violazioni dei diritti umani e la giustizia arbitraria - li non si può parlare di giustizia da molto tempo - erano già molto gravi anni fa. I suoi metodi sono ormai noti, come il recente tentativo di bandire il partito curdo Hdp. La Turchia è oggi il Paese al mondo che ha incarcerato più oppositori politici, giornalisti e polititi dissidenti, secondo Amnesty lnternational».

Ankara si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul, che chiede ai governi di combattere violenza domestica, abusi e mutilazioni. «Incoraggiava il divorzio», dicono i conservatori. L'Europa non doveva reagire? «I diritti delle donne in Turchia sono stati spinti sempre più indietro, prima o poi saranno aboliti del tutto. Non a caso, comunque sia andata, Ursula von der Leyenè finita al "tavolo dei bambini", sul divano, senza che nessuno riparar. all'errore. Erdogan sembra allontanarsi per sempre dall'idea di entrare in Europa. Il problema dei nostri polititi è che non gli tengono testa. Sono rimasto deluso dal ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, che rispettavo: ha improvvisamente chinato il capo ad Ankara sotto il ricatto dei migranti. In Germania, ora, d manca un Mario Draghi che abbia una posizione chiara sulla Turchia».

L'Ue ha promesso 6 miliardi a Erdogan per trattenere i richiedenti asilo, l'Italia intanto collabora con la Libia. È così che si proteggono le democrazie? «L'accordo concluso tra Europa e Turchia per non far arrivare i migranti sulle nostre coste ha aperto i nostri Stati alle pressioni. E difficile uscirne. Ankara minacela di spalancare le porte, e un Paese come la Germania ha paura di vivere un altro boom di arrivi come nel 2015/2016, che ha portato a grandi problemi interni e a una crescita della xenofobia nella società. Ecco perché Berlino sta cedendo. I politici tedeschi sono vulnerabili dopo la crisi dei rifugiati. Erdogan lo sa e gioca questa carta per vincere su più fronti, economico, politico, strategico. I migranti sono lo strumento di contrattazione principale, è diventata in definitiva inaffidabile sulla difesa dei diritti umani. Stiamo scappando dalle responsabilità, è un atto molto riprovevole chinare la testa a un quasi-dittatore».

Dopo Ali, ha mai pensato ad un'inchiesta sui migranti di oggi? «Ah, questo no. Ma mi interessa il destino degli immigrati in Germania. La fondazione che finanzio, Zusammenleben, ha ripetutamente aiutato richiedenti asilo a integrarsi. Anni fa, io e mia moglie Barbara abbiamo ospitato in casa due famiglie immigrate, ora completamente integrate. E abbiamo festeggiato il nostro matrimonio in un campo rifugiati: la più bella festa della mia vita».

Come cambierà la Turchia? «Il Paese è economicamente a pezzi. Erdogan è la sua rovina, la lira è ai minimi storici. Metà della popolazione ha un salario di 250 euro al mese e il divario tra i poveri e gli amici corrotti del presidente si sta allargando. La mia previsione: l'aspirante dittatore non durerà a lungo, i nostri politici dovrebbero tenerne conto. Probabilmente fuggirà in Bahrain, dove ha nascosto i suoi miliardi».

Il «team Wallraff è in silenzio da alcuni mesi. A cosa state lavorando? «Sono in Spagna per ricerche, ma non a Maiorca come i vacanzieri, sia chiaro! (Scherza, ndr.) Sto scrivendo un libro sulle indagini non pubblicate, e un'autobiografia. La mia squadra, composta da giovani, lavora su inchieste che si intersecano anche con le questioni della pandemia. È un lavoro che può essere fatto solo in gruppo. Dovrebbe essere pubblicato nei prossimi mesi».

Le teorie del complotto si stanno diffondendo dall'America all'Italia, da QAnon ai «Querdenken» tedeschi. Un fenomeno temporaneo o il nuovo pericolo per la tenuta delle democrazie? «È un peccato che la parola "Querdenker", libero pensatore, sia stata rubata dai negazionisti, persone aizzate e manipolate. Mi sono voluto infiltrare mascherato nelle loro manifestazioni, vi ho partecipato anche come giornalista per affrontarli faccia a faccia. Sono acceleratori della pandemia, vicini all'AfD, l'estrema destra. Non so dire se resisteranno, ma vanno seguiti a tutti i livelli».

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