Jihadismo in Norvegia
Cronaca di Monica Perosino
Testata: La Stampa
Data: 21/01/2020
Pagina: 14
Autore: Monica Perosino
Titolo: Sospetta jihadista viene rimpatriata. I populisti fuori dal governo
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/01/2020, a pag.14 con il titolo "Sospetta jihadista viene rimpatriata. I populisti fuori dal governo" la cronaca di Monica Perosino.

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Monica Perosino

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Siv Jensen

Una donna e suo figlio fanno traballare il governo conservatore della Norvegia. Dopo sei anni e due mesi di stabilità, la coalizione guidata dal primo ministro Erna Solberg è tutt'altro che granitica. Ieri ha perso la maggioranza e, se la situazione dovesse precipitare, rischia di cadere. Ieri, il partito populista di destra (Fremskrittspartiet, Partito del Progresso), che in parlamento conta 27 deputati, ha deciso che lascerà il governo: «Non ci sono più le condizioni», ha detto la leader Siv Jensen in una nota. La crisi è stata innescata dalla decisione dell'esecutivo di concedere il rimpatrio in Norvegia di una donna e di suo figlio. Si tratta di una cosiddetta «sposa dell'Isis», una pachistana di 29 anni che, nel 2013, è partita per la Siria e ha sposato un jihadista norvegese, un miliziano dell'Isis morto poi in combattimento. Fino a martedì scorso il governo aveva sempre negato il rimpatrio della donna e di suo figlio, da marzo detenuti in un campo controllato dai curdi ad Al-Hol, nel Nord-Est della Siria. Poi il cambio di rotta e la decisione di concedere il rimpatrio alla donna e ai suoi due figli piccoli, uno dei quali sarebbe gravemente malato.


"Motivo umanitario"

Secondo i media norvegesi il piccolo soffrirebbe di una grave fibrosi cistica. «Lo abbiamo fatto per motivi umanitari - ha detto il ministro degli Esteri Ine Eriksen Søreide - temiamo per le condizioni di salute del bambino». La donna, una volta sbarcata in Norvegia, sarà arrestata e processata «per appartennza a un'organizzazione terroristica».
«Avremmo potuto accogliere i bambini, ma non facciamo compromessi su gente che ha partecipato ad organizzazioni terroristiche», ha dichiarato la leader del partito del Progresso, Jensen. 
Ma la posizione del Frp potrebbe rimare isolata: l'uscita del partito anti-immigrazione priva della maggioranza il governo ma non ne causa necessariamente la caduta. Il partito populista si era detto Favorevole al rientro dei bambini ma si era opposto al rimpatrio della madre, mentre gli altri tre componenti della coalizione hanno ignorato le obiezioni dell'Frp, sostenendo che il «rimpatrio della madre» fosse l'unica «condizione per salvare il bambino», che ha cinque anni. Ma Siv Jensen non arretra di un centimetro: «Il rischio di consentire a una persona legata all'Isis di vivere in Norvegia supera il dovere umanitario del Paese di aiutare il bambino».

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