Siria: ecco i crimini di Assad e dei suoi alleati Russia e Iran
Commento di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera
Data: 22/08/2019
Pagina: 28
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: Le voci inascoltate che arrivano dalla Siria di Assad
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/08/2019, a pag.28 con il titolo "Le voci inascoltate che arrivano dalla Siria di Assad" il commento di Lorenzo Cremonesi.

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Peshmerga kurdi

C’è poco di nuovo nelle dinamiche della terrificante operazione lanciata dalla dittatura siriana contro l’ultima enclave delle forze ribelli nella regione di Idlib. Lo si ripete da almeno cinque anni: senza l’aiuto militare russo e iraniano Assad sarebbe caduto da un pezzo. Ma, proprio grazie a tali alleati, i suoi soldati possono da tempo colpire impuniti, torturare gli oppositori, farli sparire, lanciare agenti chimici, bombardare ospedali, cliniche, campi profughi, terrorizzare col fine dichiarato di stroncare qualsiasi spirito di rivolta. Noi europei siamo distratti. Nessuno crede più all’anelito di libertà e rinnovamento democratico che, soprattutto in Siria, aveva improntato lo scoppio della «primavera araba» locale nel 2011. Siamo in tanti a pensare che comunque, di fronte all’estremismo islamico cresciuto nei Paesi destabilizzati dalle rivolte, un dittatore sia il rimedio giusto «per rimettere le cose a posto». Eppure, le cronache che arrivano in queste ore da Idlib e dintorni sottolineano che una grande parte dei civili siriani, nonostante tutto, non vuole la restaurazione del regime. Da Damasco giungono voci di migliaia di desaparecidos tra coloro che si sono arresi. Oltre tre milioni di civili sfollati a Idlib paventano l’irruzione imminente delle truppe lealiste assieme ai soldati russi e le milizie sciite. Quasi 70.000 sono adesso in fuga. Anche i quasi quattro milioni di profughi siriani in Turchia resistono agli ufficiali di Erdogan, che li spingono a tornare a casa. Il presidente turco vorrebbe espellere l’oltre mezzo milione di residenti a Istanbul, che sarebbero tra le ragioni della sua sconfitta alle municipali di giugno. «I terroristi sono figli delle dittature», nota l’intellettuale algerino Kamel Daoud. Almeno per questo motivo dovremmo preoccuparci per gli sviluppi dello scenario siriano.

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