La Gaza Flotilla: A proposito di ' risposte sproporzionate' 29/05/2011
Autore: Manfred Gerstenfeld

La Gaza Flotilla: A proposito di ' risposte sproporzionate '
di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)


Flotilla turca                                                  Manfred Gerstenfeld

 Circa un anno fa, il 31 maggio 2010, sembrò, viste le reazioni mondiali, che nelle acque internazionali davanti a Israele, stesse per verificarsi un evento di proporzioni globali. Marinai israeliani vennero inviati sulla nave turca Mavi Marmara, una delle sei navi che si riteneva stessero portando aiuti umanitari a Gaza. Mentre i marinai israeliani venivano aggrediti con violenza inaudita appena messo piede a bordo per ispezionare la nave, sei passeggeri tra i più violenti venivano uccisi.

 Negli ultimi mesi, sono avvenuti incidenti, solo apparentemente giudicati meno gravi. Li hanno ignorati coloro che l’anno scorso avevano reagito con forza contro Israele. Migliaia di civili sono stati uccisi o feriti dalle forze governative in paesi arabi o musulmani come Siria, Libia, Egitto, Yemen, Tunisia e altri. In Siria più di 50 persone sono state uccise in diverse città soltanto durante il fine settimana del 21 maggio. Se i critici di Israele avessero reagito conseguentemente come avevano fatto per l’affare della Flotilla, oggi sarebbero distrutti dalla fatica per quanto avrebbero dovuto darsi da fare.

 Le continue critiche a Israele sull’affare Flotilla è solo l’ennesimo esempio di quanto sia diffuso in Europa il pregiudizio contro Israele. Già verificabile quando quelle critiche venivano formulate. Israele mise in guardia in anticipo gli organizzatori che non sarebbero potuti entrare a Gaza. La marina israeliana si era offerta di accompagnare la nave al porto di Ashdod per le opportune verifiche. Ispezionare che non vi fossero armi, mentre gli aiuti umanitari sarebbero stati subito inviati a Gaza per via di terra. Israele era anche disponibile a condividere i controlli con una terza forza che rappresentasse le Nazioni Unite, nel trasferimento del carico. Il rifiuto da parte degli organizzatori della Flotilla rese chiaro che tutta l’iniziativa non aveva nulla di umanitario, ma consisteva in una pura provocazione.

Quei critici non avrebbero avuto difficoltà ad informarsi che gli organizzatori e i finanziatori della spedizione era la società turca IHH. Secondo il rapporto del 2006 dell’Istituto danese di studi internazionali, la pseudo umanitaria IHH era collegata con al-Qaeda e con i centri internazionali islamisti. Come sempre, la diligente baronessa Catherine Ashton, l’alto Commissario per gli affari esteri dell’Unione Europea, dopo poche ore condannò in un comunicato la violenza e ordinò una immediata,completa e imparziale inchiesta sullo scontro. Richiedendo la fine del blocco navale di Israele a Gaza.

In un altro documento estremamente contrario a Israele, emesso il 17 giugno e approvato a larga maggioranza, il Parlamento europeo condannò l’attacco alla Flotilla perché avvenuto in acque internazionali, sostenendo che andava contro il diritto internazionale. Anche se, nello stesso tempo, vi furono molti pareri espressi da esperti in legislazioni internazionali che si richiamavano al “Manuale di applicazione delle leggi internazionali a proposito di conflitti armati in mare redatto nel congresso di San Remo”.


Una condanna che è un altro esempio di come l’Europa demonizzi Israele.
Il 2 giugno, il Parlamento tedesco, il Bundestag, ha adottato una risoluzione senza precedenti. Sosteneva che era evidente che Israele aveva violato il principio di proporzionalità, aggiungendo che un simile comportamento non era nell’interesse politico di Israele, né alla sua sicurezza. Qualcuno commentò che mai prima d’ora il Parlamento aveva emesso una risoluzione simile, nemmeno riguardo agli stati che più di tutti violano i diritti umani nel mondo.
Il Centro Simon Wiesenthal scrisse che “ non abbiamo mai notato una simile unanimità dai politici tedeschi quando i terroristi di Hamas e Hezbollah colpivano i civili israeliani, inclusi i sopravvissuti della Shoah e le loro famiglie”.

 Gert Weissekirchen, un tedesco esperto di antisemitismo e già deputato socialista, ha scritto che, prima del voto,i parlamentari avrebbero dovuto informarsi su chi erano gli organizzatori della Flotilla e sul livello della loro propaganda. Si stupì anche di come il Parlamento tedesco potesse decidere su cosa era utile per la sicurezza di Israele. Ma anche se si fosse comportato in questo modo, come aveva potuto prendere una simile decisione senza consultare prima la Knesset ?

Fra i paesi europei che condivisero la teoria della ‘risposta sproporzionata’, vi furono Svezia, Norvegia, Gran Bretagna, Belgio, Irlanda, Portogallo, Latvia, Spagna. Mentre altri, tra i quali Italia,Olanda,Polonia e Romania si espressero con un basso profilo.

Da allora, c’è stata molta informazione su chi abbia organizzato la Flotilla. Sette dei nove uccisi avevano dichiarato prima della partenza che era loro desiderio morire da ‘martiri’. Accanto agli affiliati all’IHH, vi erano a bordo affiliati a gruppi terroristi. La Mavi Marmara, la nave più importante e altre due avevano a bordo  passeggeri, e carichi di altro genere. Parte degli ‘aiuti’, nascosti dentro a reti, erano chiaramente armi dirette a Hamas. Fra gli ‘aiuti’, vi erano anche medicine scadute. Molti passeggeri sulla Mavi Marmara erano armati, pronti ad aggredire. Furono rinvenute armi che non avrebbero dovuto trovarsi su una nava che dichiarava di trasportare aiuti umanitari.

 Un recente studio del ricercatore investigativo Steven Merley, un esperto in estremismo politico, ha rivelato che è risultata evidente la collaborazione del governo turco nell’incidente della Flotilla, compresa la responsabilità del Primo Ministro Tayyip Erdogan. Il rapporto dimostra che l’aiuto del governo turco alla Flotilla era arrivato attraverso il canale dei Fratelli musulmani. Vale a dire la presenza di dirigenti del partito di maggioranza turco AKP alle riunioni con i Fratelli musulmani per sostenere la Flotilla, così come ci sono stati incontri tra Erdogan stesso con le delegazioni del settore internazionale dei Fratelli musulmani e i leader inglesi e francesi della Flotilla prima che salpasse per Gaza.

 Tra pochi giorni, in giugno, una Flotilla ancora più grande sta preparandosi a partire per Gaza, pronta a ripetere la provocazione dello scorso anno. E’ quindi probabile che scorrerà altro sangue sulla ‘primavera araba’. E’ urgente che Israele lanci una campagna di informazione prima che le navi cariche di falsi pacifisti e loro sodali si apprestino a partire.

Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora a Informazione Corretta.