Norvegia come Urss 28/03/2011
Autore: Manfred Gerstenfeld

Norvegia come Urss
di Manfred Gerstenfeld
(traduzione di Angelo Pezzana)


Manfred Gerstenfeld

“Quando arrivai in Norvegia mi fu detto che c’era una lunga tradizione di anti-semitismo. Si sbagliavano, non è la storia ad essere in questione. Succede qui, adesso.”Alan Dershowitz, il famoso professore di legge a Harvard, ha eccellenti ragioni per affermarlo quando ha visitato la Norvegia la scorsa settimana. Avrebbe dovuto tenere alcune conferenze su Israele e sulla legislazione internazionale nelle università di Oslo e Trondheim (NTNU), senza spese per l’amministrazione, ma entrambe le università l’hanno respinto. 

Il rifiuto dell’Università di Trondheim è l’esempio della profonda ostilità contro Israele dei suoi dirigenti, dato che il rettore Torbjorn Digernes ha finanziato conferenze di anti-israeliani come Stephen Walt e Ilan Pappe, nell’ambito di una serie organizzata dagli insegnanti dell’Università stessa, per lanciare una campagna di boicottaggio verso le università israeliane. Una campagna che non è riuscita solo grazie  alle pressioni giunte dall’estero. 

Una terza università, Bergen, rispose che avrebbe ospitato Dershowitz solo se avesse cambiato argomento, per esempio affrontando il processo di O.J.Simpson, il famoso giocatore di football americano accusato di omicidio. Non volevano che parlasse di Israele. Ovviamente Dershowitz oppose un netto rifiuto. Il sindacato degli studentgi delle tre università organizzò allora in tutta fretta una sua sua conferenza, salvando così in parte l’onore della Norvegia. 

Dershowitz dichiarò al quotidiano cristiano Dagen, che non ha una grande diffusione, che il rifiuto delle università norvegesi a concedergli di parlare gli ricordava quando si recò in Unione Sovietica e in Sud Africa quando c’era l’Apartheid.  Definì le università norvegesi strumenti di propaganda, i cui leader sono abili ma ignoranti. Aggiunse anche che le politiche del governo norvegese sono un ostacolo al processo di pace, e che il loro doppio standard aiuta Hamas.   

In Norvegia non bisogna però fermarsi su un solo singolo caso di anti-semitismo o anti-israelismo, sennò si rischia di dimenticarne molti altri, che vengono alla luce con puntuale regolarità. La televisione di Stato NRK è un  esempio del pregiudizio contro Israele. Ha appena annunciato  che trasmetterà il film “ Lacrime su Gaza”. Vibeke Lokkeberg, il regista, ha dichiarato in una intervista “ Non vedo nessuna differenza tra Israele a Gaza  e i massacri di Gheddafi contro i dimostranti in Libia “, aggiungendo che si augura  che l’Occidente intervenga in Israele come ha fatto in Libia. 

Sempre in marzo, Sisdel Wold, che è stata corrispondente della TV NRK in Israele, ha ricevuto dal Comitato norvegese dei Rifugiati il premio come ‘miglior giornalista’. Un aspetto interessante è il fatto che il sito di informazione  Honest Reporting ha segnalato Wold  come il peggior giornalista a livello mondiale per il modo disonorevole con cui lavora. Intervistò anche me, ineventandosi tutto, con dichiarazioni che non mi sono mai sognato di fare. 

Ci sono molti esempi di odiatori di Israele, anti-semiti e giornalismo spregevole in Norvegia negli ultimi anni. L’anti-semitismo in Norvegia  ha una lunga tradizione. Fu, ad esempio, l’ultima nazione in Europa ad accettare ebrei nel 1851. Nel 1959, a grande maggioranza, il Parlamento proibì la macellazione kasher, molto prima, quindi, della Germania, che la approvò quando Hitler salì al potere nel 1933. Fino ad oggi la crudele caccia alle balene è legale in Norvegia. Come questi animali muoiano fra indicibili sofferenze è visibile  su youtube. 

Durante la guerra, gli ebrei da sterminare nei campi, furono arrestati e derubati dai norvedesi, non dai tedeschi. Non per caso il nome di Quisling, il Primo Ministro nel tempo di guerra, divenne poi sinonimo di traditore. 

Oggi la Norvegia è in prima fila tra i paesi leader nell’organizare iniziative anti-semite e contro Israele. Un esempio tra tanti è quello del sindacato LO che, insieme a quello danese,  è stato il primo in Europa a proporre il boicottaggio di Israele nel 2002. Questi boicottaggi non hanno grande diffusione altrove, ma alcune settimane fa è stato il sindacato LO ad essere tra i primi ad organizzare iniziative contro Israele. 

La società norvegese è dominata da una élite di centro-sinistra, che comprende politici, giornalisti, accademici, organizazioni non governative  e anche qualche vescovo.  Sono fra loro, i più accesi odiatori di un paese lontano migliaia di chilometri. Un esempio tra i tanti su come ragionano questi odiatori è ila percentuale dei giornalisti, il 9%, che  votano per il piccolo partito dell’estrema sinistra. Mentre nessuno appoggia il Partito del Progresso, che è pro-Israele, o il piccolo partito dei Cristiano-democratici. 

Fra i giornalisti stranieri che si interessano ogni tanto alla Norvegia, c’è  Jay Nordlinger, della National Review. Raccontò bene quanto accade quando scrisse sul leader del Partito del Progresso Siv Jensen. “ Ci sono due segnali particolari nell’ufficio di Jensen, una piccola bandiera israeliana e un busto di Reagan. E’ difficle non essere d’accordo sul fatto che questi simboli siano poco comuni nella  tradizione politica norvegese. Un politico americano avrebbe destato meno scandalo se avesse avuto nel suo ufficio qualche immagine pedofila ". 

Quando qualcuno riporta ai responsabili isrealiani storie come queste, l’abituale, banale  reazione è “ perchè ti preoccupi ? qual’è l’influenza della Norvegia ? Non è nemmeno membro dell’Unione Europea. Chi legge poi i suoi documenti ? Persino gli svedesi e i danesi, che comprendono la loro lingua, non si interessano della Novegia. E quale impatto può avere l’anti-semitismo in un paese dove la comunità ebraica ha solo 800 membri ? “. 

Questa abitudine alla trascuratezza ha un costo molto alto, che Israele  dovrà pagare. In una società globalizzata, anche la piccola Norvegia, ma con una immagine internazionale molto positiva, può causare un pesante danno a Israele. Eppure, mentre l’atmosfera in Norvegia è in genere ostile a Israele, non è detto  che non ci siano alleati.  Ci sono nel soprattutto nel Partito del Progresso , nel piccolo Partito Cristiano Democratico, e fra un certo numero di cristiani,  fra quelli che si dichiarano sionisti. Venir loro in aiuto, affinchè il loro appoggio  possa essere più efficace nel combattere le élites che propagandano odio, può essere di grande aiuto per Israele

Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consoglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs, Israele. Collabora a Informazione Corretta