Guerra ai minareti 08/02/2010
Autore: Mordechai Kedar

Guerra ai minareti, di Mordechai Kedar
traduzione e adattamento di Antonella Donzelli e Avi Kretzo


Mordechai Kedar

Dopo il referendum svizzero sui minareti, dal quale è emerso che i cittadini elvetici si oppongono alla loro costruzione, dal Belgio arriva la soluzione al problema: la moschea senza minareto. L’idea non è nuova né originale. Nell’Islam infatti non esiste alcun obbligo di erigere minareti accanto alle moschee. In effetti, alcuni giorni fa è stata inaugurata in Belgio una nuova moschea costruita su una chiesa cristiana, in una località oggi a maggioranza mussulmana, in seguito all’abbandono da parte degli abitanti cristiani. I mussulmani quindi hanno acquistato la chiesa dal comitato che l’aveva in gestione e l’hanno trasformata in moschea e, per non suscitare attriti (almeno per il momento) con la popolazione autoctona, hanno conservato le caratteristiche dell’edificio, evitando d’innalzare il minareto. Del resto, in Egitto e in altri paesi islamici i minareti affiancano soltanto un terzo delle moschee, mentre gli altri due terzi appaiono come normali case.


Com’è noto, il minareto, dall’arabo “manar” (faro), è la torre dalla quale il muezzin chiama cinque volte al giorno i fedeli alla preghiera, cercando di raggiungere anche quelli più lontani. Oltre a ciò, per i mussulmani, soprattutto nei paesi cristiani, l’alto minareto è un simbolo di supremazia sulle altre fedi religiose. L’ondata d’immigrazione islamica verificatasi in Europa nell’ultimo decennio sta lentamente modificando l’architettura cristiana del vecchio continente e mette in atto cambiamenti indigesti agli occhi della popolazione. Il minareto inoltre diventa un simbolo politico dell’avanzare della legge islamica della Shaaria.


Probabilmente gli europei continueranno a permettere ai mussulmani di costruire moschee senza minareti, che in questo modo non daranno all’occhio, come già accade nella Svizzera del post referendum. Ciò però significa che l’Europa non mette reali limitazioni all’immigrazione mussulmana, non compie passi concreti per conservare il proprio carattere culturale e non cerca di risolvere il vero problema, ma si concentra su quello dei minareti, come se vietando la loro costruzione si spingesse i mussulmani a ritornare ai loro paesi d’origine. 


Invece gli islamici, più astuti degli europei, continueranno a costruire le loro moschee, anche senza minareti; continueranno l’immigrazione illegale e rafforzeranno la loro presenza in Europa, nell’economia come nelle istituzioni politiche, trasformandolo in un continente mussulmano. Anche senza minareti.


Peccato che i campanili cristiani non suonino per svegliare l’Europa dal suo torpore.

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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