Quello di Stabile è sensazionalismo
la guerra di Tsahal resta morale
Testata: La Repubblica
Data: 03/11/2007
Pagina: 13
Autore: Alberto Stabile
Titolo: Israele-shock, sui cellulari dei soldati i palestinesi uccisi come salvaschermo
Sensazionalismo e compiacimento nel mostrare un presunto degrado morale di Tsahal in un articolo di Alberto Stabile su una vicenda non ancora provata: alcuni militari israeliani si srabbero inviati via cellulare le foto dei nemici uccisi.

 Stabile ricorda  "che non di rado anche i combattenti palestinesi si sono abbandonati a comportamenti oltraggiosi, come ad esempio l´ostentazione dei resti di soldati israeliani presentati alle telecamere come trofei" e nota che Israele si differenzia per  la  "capacità di far affiorare gli anticorpi laddove si manifestano alcuni intollerabili cedimenti".

Giusto, ma anche il tentativo di equiparare la vicenda circoscritta denunciata da Maariv con la barbarie dei gruppi terroristici palestinesi è da respingere. Qeusti ultimi non sono semplicemente incapaci di reprimere gli eccessi.
Per essi una ferocia molto più grande di quella rivelata da uno  scambio di immagini sul cellulare è la regola, non l'eccezione.

Una ferocia che è stata esercitata sia sui civili che sui militari israeliani (Stabile avrebbe potuto ricordare anche il rapimento di Ghilad Shalit, che la Croce Rossa non può visitare ), e anche sugli stessi palestinesi ( si pensi alle "esecuzioni" dei presunti "collaborazioniati").

Ecco il testo:


La guerra «giusta», la guerra «morale» onore e vanto dell´esercito israeliano non disdegna talvolta di cadere nelle nefandezze di qualsiasi guerra. Come, ad esempio, il macabro passatempo in voga tra i soldati impegnati dentro e attorno la Striscia di Gaza, i quali, secondo le rivelazioni del giornale Maariv, amano fotografare i nemici subito dopo averli abbattuti e ne conservano le immagini come screen savers dei propri telefonini, al posto della foto della fidanzata o della famiglia.
Maariv, un giornale non certo tra i più inclini a criticare Tzahal, le Forze armate israeliane, ha scoperto che un vero e proprio hobby avrebbe preso piede tra i giovani militari che negli ultimi mesi si sono ritrovati coinvolti in una ripresa del conflitto contro la guerriglia palestinese. L´hobby di trasmettersi da un telefonino all´altro le immagini più macabre e per così dire meglio riuscite sulla morte del nemico.
Uno dei militari ha persino offerto una motivazione psicologica dicendo che per i soldati che collezionano immagini di questo tipo si tratta di un modo per «di allentare la pressione (del combattimento) e preservare il ricordo delle vittorie sui terroristi». Altri, ma non sembrano i più, si sentono francamente indignati per un gioco che, dissacrando la morte, vìola un principio etico-religioso. Ma, aggiungono gli stessi militari, che spesso gli ufficiali davanti a questi eccessi preferiscono voltarsi dall´altra parte e far finta di non vedere.
Non è la prima volta che soldati israeliani vengono colti in atteggiamenti non conformi al codice etico, al rispetto del quale vengono addestrati e che forma una parte non secondaria del messaggio che Tsahal si ripromette di inviare a tutta la società civile. Non molti anni fa si scoprì ad esempio che alcun soldati si lasciavano fotografare mentre dileggiavano i cadaveri dei nemici, tenuti in piedi per la posa come fantocci, qualcuno con in bocca una sigaretta. Anche dopo la Seconda Guerra del Libano scatti inquietanti di Hezbollah uccisi apparvero nei forum dei militari. La denuncia di Maariv ha avuto subito un´eco al di là della frontiera di Gaza, dove un rappresentante delle Brigate «Ezz ed Din el Kassem», braccio armato di Hamas, ha colto al volo l´occasione per criticare i nemici: «le Forze d´occupazione non finiscono mai di stupirci. Dove è finito il loro tanto sbandierato senso morale?». Naturalmente, il portavoce della milizia islamica ha preferito ignorare che non di rado anche i combattenti palestinesi si sono abbandonati a comportamenti oltraggiosi, come ad esempio l´ostentazione dei resti di soldati israeliani presentati alle telecamere come trofei.
La differenza non sta tanto nella pratica diffusa della guerra, con gli eccessi ch´essa comporta sotto tutte le latitudini, ma nella capacità di far affiorare gli anticorpi laddove si manifestano alcuni intollerabili cedimenti. Gli episodi di dissacrazione che riguardano i soldati israeliani vengon spesso alla luce in seguito alle denunce di altri soldati israeliani che, pur ubbidendo agli ordini, non accettano d´ignorare la morale. Il portavoce militare ha detto che sarà avviata un´indagine ed ha aggiunto che «se le affermazioni del giornale risultassero fondate, la questione sarà affrontata col massimo rigore».

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