La guerra contro i bambini è quella dei terroristi
e non quella di Israele
Testata:
Data: 04/09/2007
Pagina: 2
Autore: la redazione
Titolo: Se la guerra ai bimbi è normale
Dal RIFORMISTA del 4 settembre 2007, un editoriale che lamenta il silenzio dei media sull'attacco terroristico contro l'asilo di Sderot.
Peccato che l'attacco deliberato contro i bambini israeliani venga equiparato alla morte dei bambini palestinesi colpiti mentre si trovavano nelle vicinanze delle rampe dei razzi kassam (perché mandati, probabilmente dagli stessi terroristi, a recuperarle).
Una morte tragica, che però non può in alcun modo essere imputata a Israele. infatti, la scelta che i terroristi pongono a Israele è tra il non rispondere al lancio di razzi kassam, aumentando la probabilità che questi colpiscano i bambini e gli altri abitanti di Sderot, o farlo colpendo all'interno delle aree civili dalle quali i lanci vengono effettuati.
E' evidente che nessuno stato potrebbe accettare di lasciare indifesa la propria popolazione civile.
Ecco il testo:   


Era il primo giorno di scuola per i bambini di Sderot, la città israeliana al confine con Gaza che da anni si trova sotto il costante bombardamento da parte dei miliziani palestinesi. Ieri mattina la Jihad islamica, il più radicale dei gruppi terroristi nella Striscia di Gaza, ha lanciato ben sette razzi sulla cittadina, di cui uno è caduto nel giardino di un asilo nido.E non si è trattato di un errore: su un sito internet vicino al movimento terrorista, infatti, la Jihad ha rivendicato l’attentato,sostenendo che voleva essere «un regalo per l’inizio dell’anno scolastico». Esasperati, i genitori degli alunni di Sderot hanno deciso di evacuare i bambini - sono circa 2500 - dalla cittadina. Stupisce, dobbiamo dire, il silenzio dei media italiani davanti a un attacco tanto odioso. Certo, per fortuna, non ci sono morti né feriti gravi tra gli alunni della scuola materna, anche se dodici bimbi sono stati portati in ospedale. Ma le intenzioni di chi ha lanciato il razzo erano comunque gravissime. Né esse possono essere nel minimo modo giustificate dalla morte di cinque bambini palestinesi, uccisi la scorsa settimana per errore in due diverse operazioni dell’esercito israeliano. Nel fine settimana è apparso su Haaretz, quotidiano di riferimento della sinistra israeliana, un coraggioso editoriale di Gideon Levy che condannava non solo la mancanza di precauzioni da parte di Tsahal per evitare le vittime innocenti, ma soprattutto l’indifferenza della stampa israeliana di fronte all’uccisione dei cinque bimbi palestinesi: una notizia che il principale giornale del paese,Yediot Ahronot, aveva relegato alle pagine interne. Nel suo editoriale, il commentatore israeliano rintracciava nell’assuefazione alla «guerra contro i bambini» l’effetto più degradante del conflitto. Purtroppo, i fatti di ieri e il relativo silenzio dei media europei non fanno che confermare questa tesi.

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