I salesiani e la barriera salvavite
la condannano, e precisano che non è colpa loro se si trovano dalla parte israeliana
Testata:
Data: 03/09/2007
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Palestina -Il muro ed i Salesiani

Segnaliamo l'articolo "Palestina -Il muro ed i Salesiani " presente alla pagina: http://www.infoans.org/1.asp?Lingua=1&sez=1&doc=1699,
L'ANS è l'"Agenzia Info Salesiana" ed è l'agenzia stampa ufficiale dei Salesiani,   (vedere la sezione del sito "Chi siamo" presente all'URL:
http://www.infoans.org/13.asp?sez=13&Lingua=1. )

In esso viene riporta al condanna dei salesiani per la barriera di sicurezza israeliane ( e per le vite umane salvate ?).
I salesiani tengono a precisare che la decisione di collocare la loro 
Casa di Cremisan  è stata presa unilateralmente da Israele. Non è stata colpa loro, insomma.

Siamo naturalmente convinti che i salesiani affermino il vero, su questo punto e che Israele abbia stabilito autonomamente il percorso della barriera.
Va anche detto che con, ogni probabilità, la casa dell'ordine religiosa, può ritenersi molto più sicura dalla parte israeliana della barriera che da quella palestinese, come potrebbero spiegare i cristiani di Betlemme.
Ma questo, si capisce, non verrà mai ammesso. E' comprensibile. Le critiche possono (non c'è nulla da temere da quella parte) e devono (c'è molto da temere dalla parte dei terroristi) essere rivolte unilateralmente verso Israele.

Ecco il testo:

(ANS – Betlemme)
– In seguito all’avvio dei lavori per la costruzione del Muro di Separazione israeliano nella municipalità palestinese di Beit Jala, l’Ispettoria Salesiana del Medio Oriente (MOR), a cui appartiene l’opera di Cremisan, ha voluto fare in un comunicato stampa in italiano, inglese e arabo diramato ieri alcune precisazioni.

 Il testo, firmato dal vicario ispettoriale don Giovanni Laconi, precisa che “l’intero percorso del Muro, incluso il tratto che interessa direttamente la proprietà di Cremisan, è stato stabilito in completa autonomia dalle autorità israeliane, malgrado il noto parere consultivo rilasciato dalla Corte Internazionale di Giustizia il 9 luglio 2004. La Comunità Salesiana, vittima di una decisione imposta dalle autorità israeliane, si oppone fermamente alla politica di separazione unilaterale; ribadisce la propria completa estraneità alla pianificazione del tracciato del Muro e, allo stesso tempo, rivolge un appello a tutte le autorità competenti per il ripristino della legalità internazionale;

Il percorso del Muro corre a monte della Casa Salesiana allo scopo di circondare la colonia israeliana di Har Gilo, che si trova sulla sommità della collina, per collegarla alla municipalità della Grande Gerusalemme istituita unilateralmente da Israele nel 1967. E’ opportuno sottolineare che la Casa di Cremisan si trova già all’interno di tale municipalità, stretta fra le colonie di Gilo e Har Gilo, pertanto l’ipotesi di escluderla non è mai stata presa in considerazione. Ai Salesiani non è stata mai posta la scelta del lato del Muro, visto che le autorità israeliane hanno deciso a priori la posizione della Casa entro i confini della municipalità da loro stessi tracciati;

Il tratto di Muro lungo il confine tra la Casa di Cremisan e il villaggio palestinese di Al-Walajeh viene costruito sulla proprietà salesiana, evitando di attraversare il territorio del villaggio che altrimenti avrebbe subito un impatto ancora più grave;

Di fronte alla costruzione del Muro, la Comunità Salesiana non ha contribuito in alcun modo ad aggravare la difficile condizione del villaggio palestinese, né ha favorito in alcuna forma – diretta o indiretta – la requisizione di terre appartenenti al villaggio stesso. E’ opportuno ricordare che durante lunghi periodi della prima e seconda Intifada i Salesiani hanno permesso il passaggio ai mezzi palestinesi sulle proprie strade interne, vista la mancanza di alternative per i collegamenti tra il nord e il sud dei Territori. Tuttavia, nel momento in cui sono state ripristinate le consuete vie di comunicazione, il passaggio sulla proprietà salesiana non si è più reso necessario. Pertanto, il fatto che la Casa di Cremisan rimanga sul lato del Muro che guarda verso Israele non impedisce agli abitanti del villaggio di Al-Walajeh di raggiungere direttamente il resto della Cisgiordania attraverso la strada pubblica.
 
I responsabili della Comunità Salesiana – che sono stati e che rimangono aperti al dialogo con gli abitanti della zona, a cui hanno più volte prestato significativi servizi di utilità sociale – rinnovano la più profonda solidarietà al villaggio di Al-Walajeh e all’intera popolazione palestinese ancora sottoposta alle asperità dell’occupazione. Allo stesso tempo, tornano a esprimere la speranza che ogni Muro tra le genti possa cadere per un futuro di pace”.

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