Teorie del complotto: il vaccino antipolio è un arma americana
lo sostengono alcuni imam in Pakistan, e c'è anche una fatwa di morte contro i dipendenti dell'Onu e dell'Oms
Testata: Corriere della Sera
Data: 16/02/2007
Pagina: 24
Autore: Viviana Mazza
Titolo: «Vaccino infedele, è americano» In Pakistan boicottato l'antipolio
Dal CORRIERE della SERA del 16 febbraio 2007:

MILANO — In Pakistan, nelle «aree tribali» semiautonome al confine con l'Afghanistan, la lotta contro la poliomielite è anche una lotta contro la disinformazione e i pregiudizi antioccidentali. Queste zone turbolente, in cui gli americani pensano si nascondano Osama Bin Laden con i vertici di Al Qaeda e migliaia di talebani, sono anche uno dei pochi luoghi al mondo in cui la polio è ancora diffusa (resta endemica solo in Pakistan, Afghanistan, India e Nigeria).
A gennaio i dipendenti dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che si occupano di vaccinazioni anti-polio hanno incontrato resistenza da parte della popolazione locale. I genitori di 24.288 bambini nella cosiddetta North- West Frontier Province hanno rifiutato il vaccino, ha detto alla Reuters
un manager locale dell'Oms, Rizwan Ali.
Molti di loro avevano paura dell'effetto delle gocce: un pregiudizio diffuso nella zona è che, se vaccinati, i figli da grandi non potranno avere bambini. E a volte all'ignoranza sul farmaco si accompagna il sospetto verso l'Occidente. «Queste gocce per la polio, e altre iniezioni, sono un complotto dell'Occidente — ha detto Arman Khan, padre di un bimbo di 2 anni —. Non vogliono che i musulmani abbiano figli perché questi figli si uniranno alla jihad contro l'Occidente». «Allah proteggerà i nostri figli. Non abbiamo bisogno delle medicine americane», ha detto Muhammad Sanullah, padre di 3 bambini. Una donna di 25 anni, Ajmeena Khan, ha portato il figlio di nascosto all'ospedale di Peshawar: «Mio marito non sa che siamo qui, non vuole — ha confessato —. Dice che è un complotto occidentale. Ma io voglio che mio figlio stia bene».
Nonostante i leader religiosi del Muttahida Majlis-e-Amal, coalizione dei maggiori partiti islamici in Pakistan, abbiano appoggiato le vaccinazioni con una fatwa, resta nelle aree tribali una forte propaganda contro il vaccino. Il dottor Waheed Khan, un manager del programma di immunizzazione, dice al Corriere che «un giornale locale e alcuni volantini hanno diffuso l'idea che le gocce causino sterilità per via di ormoni estrogeni in esse contenuti. L'analfabetismo è diffuso qui e la gente crede a ciò che sente. Ci sono anche leader religiosi locali che fanno propaganda contro il vaccino alla radio o nelle moschee. E c'è chi, dopo aver visto quello che gli americani hanno fatto in Afghanistan e in Iraq si chiede "Com'è che vogliono fare qualcosa di buono per noi?". Ma capita anche che i genitori vogliano solo qualcosa in cambio prima di far vaccinare i figli, ad esempio l'energia elettrica in casa o dei regali».
Al rifiuto del vaccino, un articolo apparso sul
Guardian attribuisce l'aumento dei casi di polio registrato in Pakistan lo scorso anno: 39 casi (15 dei quali nelle «aree tribali»), rispetto ai 28 del 2005. «Non abbiamo ancora i dati dell'ultima campagna — replica Olivier Rosenbauer, portavoce dell'Oms da Ginevra —. Ma una certa resistenza è normale. E poi un rifiuto di 24.000 persone rappresenterebbe meno dell'1% dei bambini sotto i 5 anni della zona, che sono circa 5 milioni. Nelle aree tribali l'Oms non arriva a vaccinare il 90% dei bambini (su una percentuale nazionale del 90-95%). Il rifiuto delle famiglie non è l'ostacolo principale. Uno dei problemi più grandi sta invece nei continui movimenti di persone tra Afghanistan e Pakistan».
Le confessioni dei dipendenti locali dell'Oms rivelano però il timore che il pregiudizio del «vaccino infedele» si diffonda. L'anno scorso dopo l'attacco dell'esercito pakistano contro una madrassa nella zona, il giovane imam Maulana Fazlullah, che ha perso un fratello nel bombardamento, ha criticato alla radio la campagna anti-polio. E i gruppi che conducono le vaccinazioni rischiano ben più che essere respinti con un «no». A dicembre, un'altro imam locale ha lanciato una fatwa: uccidere dipendenti dell'Onu e dell'Oms sarebbe «in linea con i precetti della jihad nell'Islam».

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera lettere@corriere.it