Ancora sul caso Toaff
le reazioni in Israele nella cronaca di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera
Data: 14/02/2007
Pagina: 49
Autore: Davide Frattini
Titolo: Tel Aviv, l'Università difende Ariel Toaff

Nostro malgrado, torniamo a occuparci del caso Toaff. Sul CORRIERE della SERA del 14 febbraio 2007 Davide Frattini rifersice della posizione assunta dall'Università Bar-Ilan (dove Toaff insegna) e in generale del dibattito in Israele, dove soprattutto il giornale di sinistra Haaretz sembra incline a difendere  l'autore del libello "Pasque di sangue", che riesuma la calunnia antisemitta dell'omicidio rituale.

Ecco il testo: 

GERUSALEMME — «Niente sacrifici al Moloch, come qualcuno avrebbe voluto». Ovvero, nessuna azione disciplinare. I colleghi dell'università israeliana Bar-Ilan hanno ascoltato le ragioni del professor Ariel Toaff. «Siamo soddisfatti — spiega il portavoce Shmuel Algarbali all'Associated Press —. Ci ha raccontato le ricerche che hanno portato al libro Pasque di sangue e ha chiarito che lo studio è dedicato solo al sentimento anti-cristiano di un piccolo gruppo di ebrei ashkenaziti nel nord d'Italia. Il professore ha preso piena responsabilità per i contenuti. Speriamo che la gente legga e discuta il saggio».
Moshe Kaveh, presidente dell'ateneo, aveva deciso di convocare il docente di Storia del Medioevo e del Rinascimento, ancora quand'era in Italia. Kaveh e gli altri accademici lo hanno voluto incontrare per avere spiegazioni sulla tesi del volume, edito dal Mulino: l'accusa contro gli ebrei di avere praticato, tra il 1100 e il 1500, l'omicidio di bambini cristiani a scopo rituale potrebbe non essere stata del tutto falsa. Da subito, l'università aveva difeso la libertà di ricerca e di espressione scientifica. Allo stesso tempo, aveva condannato «qualunque tentativo di giustificare l'"accusa del sangue"».
La Bar-Ilan avrebbe subito pressioni — rivela il quotidiano Haaretz — perché licenziasse Toaff e il presidente Kaveh avrebbe respinto le dimissioni del docente, offerte per fermare le polemiche che potrebbero danneggiare l'ateneo. Toaff dovrebbe comunque andare in pensione alla fine dell'anno. «Persone che non sono accademici e ricercatori di altri istituti — aveva anticipato Yerah Tal, un altro portavoce, prima della decisione di ieri — sono venuti da noi a chiedere di mandar via il professore. Ma non stiamo prendendo in considerazione questo passo».
L'università riceve aiuti soprattutto dagli ebrei ortodossi americani, sponsor e donatori hanno minacciato di tagliare i fondi. Abraham Foxman, direttore dell'Anti-Defamation League, ha chiamato i dirigenti a Tel Aviv e ha criticato il libro: «E' incredibile che chiunque, ma in particolare uno storico israeliano, offra legittimità ad accuse senza fondamento, che sono state la causa di tante sofferenze e attacchi contro gli ebrei. In questo periodo le teorie della cospirazione stanno rifiorendo. Estremisti, antisemiti e terroristi islamici useranno queste tesi per sostenere i loro assalti». In Italia, Pasque di sangue è stato condannato dall'Assemblea dei rabbini («è assolutamente improprio usare delle dichiarazioni estorte sotto tortura secoli fa per costruire tesi storiche tanto originali quanto aberranti») e al giudizio si è associato Elio Toaff, padre del professore e rabbino emerito di Roma.
I colleghi ricercatori avevano intimato all'amministrazione di evitare qualunque condizionamento alla libertà accademica di Toaff. «Non può essere limitata — aveva commentato Rimon Kasher, docente di Studi biblici, ad
Haaretz —. Il nostro lavoro è porre domande ed esporre quello che abbiamo scoperto. Il caso di Toaff mette alla prova le garanzie di autonomia per gli studiosi». Altri professori — racconta sempre il quotidiano — descrivono Toaff come un docente stimato, che ha un buon rapporto con gli studenti. Un collega racconta il soprannome che gli è stato dato nelle aule: «il rabbino rosso», per essere stato ordinato e per le sue posizioni di sinistra.
Prima di tornare a Tel Aviv, Toaff aveva detto al giornale Jerusalem Post:
«Sono sicuro di poter essere meglio compreso in Israele. Ho condotto queste ricerche per sei anni con i miei studenti senza alcun problema. Forse il libro avrebbe dovuto essere indirizzato a un pubblico israeliano, dove c'è meno rischio di incomprensioni e di uso improprio delle mie scoperte».


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