"Fuori l'Ucoii dalla Consulta islamica"
intervista a Riccardo Pacifici
Testata: L'Opinione
Data: 09/02/2007
Pagina: 2
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: “Amato deve riflettere l’Ucoii danneggia i moderati”
Da L'OPINIONE del 9 febbraio 2007, un'intervista di Dimitri Buffa a Riccardo Pacifici sull'incriminazione dei dirigenti dell'Ucoii per istigazione all'odio razziale:

“Era ora che la magistratura italiana si occupasse del caso Ucoii e delle sue predicazioni all’odio intrise di estremismo islamico. Io credo, fermo restando che in Italia, al contrario che negli stati islamici del Medio Oriente, tutti sono innocenti fino a prova contraria e per tre gradi di giudizio, che ora si apra uno spazio di riflessione per il ministro dell’Interno Giuliano Amato, a proposito della permanenza di quella organizzazione notoriamente legata ai Fratelli musulmani, che altrove si chiamano Hamas, nella stessa consulta islamica che invece ospita soprattutto chi è disposto al dialogo con le altre religioni e riconosce il diritto di Israele di esistere”. Usa un linguaggio diplomatico, tipico di chi fa da anni il portavoce della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, ma certo non gira intorno alle parole per porre sul tappeto l’aspetto più spinoso che riguarda l’Ucoii, dopo la notizia di mercoledì sera che la procura di Roma sta indagando i suoi vertici, Hamza Piccardo e Nour Dachan, per incitamento all’odio religioso e razziale.

Cosa ne pensa di questa iniziativa della magistratura romana?
Fermo restando il nostro garantismo, perché qui siamo in Italia e non in dittature mediorientali e tutti siamo innocenti fino a prova contraria e dopo sentenza passata in giudicato, io credo che sia stata quanto meno doverosa. Ed è mia opinione che nel caso dell’inserzione a pagamento pagata da Dachan per conto dell’Ucoii sul Quotidiano nazionale lo scorso 19 agosto le parole scritte siano di per sé prove di incitamento all’odio religioso. Paragonare Auschwitz e la Shoà alle azioni di legittima difesa dell’esercito di Israele contro il terrorismo dei gruppi armati palestinesi o libanesi è evidentemente una bestemmia e contiene un incitamento all’odio...implicito, se vogliamo.

Si può criticare Israele legittimamente? Sì può essere antisionisti?
Sono due cose distinte e implicano due risposte diverse. La prima è sì, ovviamente, la seconda è no, altrettanto ovviamente. Oppure sì, perché c’è libertà di pensiero, a patto che ci si confessi senza ipocrisie di essere antiebraici. Criticare la politica militare di Israele è possibile perché quello ebraico è uno stato libero e anche gli stessi ebrei criticano spesso e non poco le scelte sbagliate dei politici di Gerusalemme. E’ un’ovvietà. Disconoscere il diritto di Israele alla stessa esistenza nella cartina geografica, che è la radice dell’antisionismo, sta diventando un secondo pericoloso negazionismo, paragonabile a quello sulla Shoà. E dietro ad esso si intravede l’ombra inquietante dell’antisemitismo e di chi come Ahmadinejad lo manovra e lo propaganda. D’altronde anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano durante le cerimonie del “giorno della memoria” lo scorso 27 gennaio ha squarciato l’ultimo velo di ipocrisia definendo l’antisionismo come la forma post-moderna di antisemitismo.

L’Ucoii andrebbe escluso dalla Consulta islamica?
La loro linea di difesa, anticipata dagli avvocati che confondono quello che sta nero su bianco (sia nell’annuncio di Dachan sul Quotidiano nazionale sia nella lettera pubblicata da Piccardo sul sito islamonline.it) con critiche al governo israeliano ci sconcerta. L’Ucoii, a parte questa vicenda, sono anni che predica l’odio nelle “moschee fai da te” di mezza Italia. Io non credo che l’islam fanatico dei Fratelli musulmani che poi si identifica con quello di Hamas in Palestina, che oramai si rivolta con le armi contro quegli stessi cittadini palestinesi che invece seguono le idee politiche di dialogo del presidente Abu Mazen, possa avere diritto di rappresentanza in un organismo istituzionale in cui è invece è giusto che sia presente l’Islam genuino. Che io mi rifiuto di definire moderato. E’ il vero Islam. Quello della grande moschea di Roma, l’unica riconosciuta dallo stato italiano come ente di culto, dove ci sono personaggi ragionevoli e amici come Abdallah Redouane e Mario Scialoja, quello della comunità italiana delle donne marocchine e della sua presidentessa Souad Sbai, quello del Coreis di Pallavicini e altri ancora. Gli unici che a mio avviso non possono rappresentare l’Islam sono i fanatici che distorcono quella religione e che la usano per propagandare l’odio e l’antisemitismo e che strizzano l’occhio al terrorismo. Magari chiamandolo resistenza. Ecco io credo che Amato debba riflettere se sia possibile fare coesistere questa contraddizione nello stesso organismo e se la cosa non danneggi proprio quelli che l’opinione pubblica chiama islamici moderati. La ingombrante presenza dell’Ucoii rappresenta ogni giorno che passa un pericolo in più per il nostro Paese.

E Amato che dovrebbe fare?
Il mio appello, che sento di rivolgergli a nome della comunità ebraica romana, è quello di valorizzare le presenze degli islamici nel dialogo con le altre religioni e che riconoscono il diritto di Israele ad esistere. Non ci può essere il dialogo e la mediazione con chi al contrario parte da posizioni negazioniste presenti nell’Islam soprattutto nelle ideologie distorte dei Fratelli mussulmani. Sarebbe un danno anche per gli altri che nello stesso mondo islamico non la pensano affatto come loro e che io credo che siano la stragrande maggioranza.

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