"Un bulldozer israeliano è penetrato per alcuni metri nel territorio libanese"
la notizia è stata smentita dall'Unifil, ma il quotidiano cattolico insiste
Testata: Avvenire
Data: 09/02/2007
Pagina: 5
Autore: la redazione
Titolo: TENSIONE TRA ISRAELE E LIBANO: SCONTRI AL CONFINE E BEIRUT: UNIFIL NEL MIRINO DEI FONDAMENTALISTI

Dall'AVVENIRE del 9 febbraio 2007, riportiamo una cronaca scorretta, nella quale ancora si deve leggere, nonostante le smentite dell'Unifil, che i soldati israeliani sarebbero  "sconfinati" in Libano.
Ecco il testo:

La fragile tregua tra Libano e Israele è stata di nuovo messa a dura prova. Un conflitto a fuoco tra militari dei due eserciti divampato l'altra sera nell'area della frontiera meridionale tra i villaggi di Avivim e Maroun ar Ras ha fatto salire la tensione. Un bulldozer israeliano è penetrato per alcuni metri nel territorio libanese,

Falso. L'Unifil ha stabilito che non vi è stato alcun sconfinamento israeliano.

ufficialmente per sminarlo,

"Ufficialmente" ? L'espressione suggerisce che "ufficiosamente" lo scopo israeliano fosse un altro. Ma nella zona in questione le mine piazzate da Hezbollah ci sono. Sono già state rinvenute e lo ammette la stessa organizzazione terroristica (che dice di averle piazzate durante la guerra e non, come denuncia Israele, dopo).

 e i militari del Paese dei cedri hanno reagito aprendo il fuoco.

I militari libanesi, in definitiva, non hanno reagito, ma hanno aggredito.

 È stato il primo incidente al confine dopo il dispiegamento delle forze libanesi nel sud del Paese in base agli accordi di tregua che hanno messo fine ai 34 giorni di guerra scatenata dalle autorità dello Stato ebraico contro le milizie sciite di Hezbollah.

La guerra fu scatenata da Hezbollah contro lo Stato ebraico, non viceversa.
Iniziò con una pioggia di razzi katiuscia, con il rapimento di due soldati israeliani e la morte di altri 8

Israele ha assicurato che farà il possibile per evitare nuovi incidenti, ma l'episodio ha sollevato preoccupazioni, tanto che ieri il premier Ehud Olmert e il ministro della Difesa Amir Peretz hanno convocato lo Stato maggiore e il gabinetto di sicurezza per discutere dell'accaduto.

La versione israeliana dell'accaduto (che coincide con quella dell'Onu) viene gravemente distorta: sembra un'ammissione di responsabilità.

«Non vogliamo innescare una spirale che porti a inasprire la situazione», si legge nel comunicato ufficiale, tuttavia l'esercito «dovrà rispondere in caso di pericolose sparatorie». Il comando dell'esercito libanese ha accusato Israele di aver attraversato la Linea Blu «con il pretesto di cercare ordigni esplosivi» e di aver quindi commesso una «flagrante violazione» della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza. Il premier libanese Fuad Siniora ha ordinato al suo esercito di rispondere a eventuali nuovi attacchi delle forze israeliane. Grande preoccupazione ha espresso l'Unifil, la Forza Onu in Libano, che ha definito un fatto «grave» la sparatoria, anche se non vi sono state vittime né feriti. Ma la stessa Unifil potrebbe essere nel mirino di «fondamentalisti». Lo ha rivelato il ministro della Difesa libanese Elias Murr, citando fonti di intelligence.
Intanto Israele è alle prese anche con la delicata questione dei lavori di ristrutturazione nei pressi della Spianata delle Moschee, a Gerusalemme. Un problema che rischia di trasformarsi in una mina vagante per il governo Olmert. Dopo le critiche e l'indignazione espressa da politici arabi e religiosi musulmani, il ministro della Difesa Peretz, in una lettera al premier Olmert, ha sollecitato l'interruzione dei lavori iniziati martedì perché la situazione sul fronte della sicurezza potrebbe precipitare. «La materia è ora oggetto di riflessione, soprattutto all'ufficio del primo ministro», ha riferito una fonte. I lavori interessano una massicciata che dalla zona sud del Muro del Pianto, il luogo più sacro per gli ebrei, sale alla Spianata delle Moschee. Secondo gli israeliani quel camminatoio è pericoloso e deve essere sostituito. Gli arabi temono che gli scavi possano compromettere le fondamenta della Spianata e della moschea di al-Aqsa, terzo luogo sacro dell'islam.

I timori arabi non hanno alcun fondamento, sono solo un pretesto per la propaganda e l'incitamento all'odio contro Israele.

La Lega Araba ha convocato per domani al Cairo una riunione straordinaria per discutere dei lavori di ristrutturazione definiti un'«aggressione che rientra nei reiterati tentativi di Israele di imporre lo status quo a Gerusalemme». La polizia israeliana ha rafforzato le misure di sicurezza nell'area nel timore di scontri, in particolare nella giornata di oggi, in occasione della grande preghiera del venerdì.

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