"Ruspe alla Spianata delle Moschee"
l'ultima menzogna della propaganda antisraeliana
Testata:
Data: 08/02/2007
Pagina: 16
Autore: Alberto Stabile - la redazione
Titolo: Alla Mecca Hamas e Fatah d´accordo ma solo in difesa della Spianata - Le ruspe israeliane al lavoro sulla Spianata delle Moschee - Gerusalemme ruspe alla Spianata Teheran chiama alla rivolta

In un articolo pubblicato dalla REPUBBLICA dell'8 febbraio 2007, Alberto Stabile mette giustamente in evidenza come gli appelli alla mobilitazione contro i lavori introno al Monte del Tempio siano strumentali alla soluzione del conflitto inerno tra i palestinesi, che si vuole far cessare rivolgendo odio e violenza contro Israele.

Stabile attribuisce però a Israele la responsabilità di aver fornito il pretesto per questa operazione.
In realtà Israele sta soltando provvedendo alla sicuirezza dei fedeli islamici, sostituendo una passerella pericolosa.
Gli scavi concomitanti sono previsti dalla legge, e avvengono 60 metri dal Monte del Tempio.
La Spiaata delle Moschee non è minacciata.
Israele non ha fornito alcun pretesto, sono i fondamentalisti islamici che se lo sono inventati.
Non senza la complicità dei media occidentali.

Ecco il testo:


GERUSALEMME - Sono entrati nel palazzo al Safa, affacciato sulla Grande Moschea della Mecca, esprimendo il proposito un po´ velleitario di non uscirne finché non avranno trovato un accordo. Il Gran Cerimoniere dell´incontro, il re saudita Abdallah bin Abd el Aziz s´è augurato che la vista della Kaba, la pietra nera intorno alla quale si conclude il pellegrinaggio dei musulmani, sia per Abu Mazen e Khaled Meshal, il presidente dell´Anp e il capo supremo di Hamas l´un contro l´altro armati, fonte di moderazione, e ricerca del compromesso. Si prevedono almeno tre giorni d´intense discussioni.
E´ difficile dire se l´atmosfera ispirata della Mecca riuscirà a compiere il miracolo. E´ più probabile che i risultati del vertice interpalestinese dipendano da calcoli terreni e da fattori umani: primo fra tutti la capacità dell´Arabia saudita di convincere i dirigenti di Hamas ad ammorbidire la loro ben nota intransigenza, sul punto decisivo del riconoscimento d´Israele, in cambio della fine del boicottaggio economico sancito dalla comunità internazionale contro il governo palestinese. Inaspettatamente, però, alla vigilia del vertice, è successo qualcosa che ha messo i duellanti palestinesi e i rispettivi sponsor sparsi per il Medio Oriente nella condizione di volgere lo sguardo verso Gerusalemme e, alla vista dei lavori iniziati dalle autorità israeliane nei pressi della Spianata delle Moschee, pronunciare, all´unisono, condanne e avvertimenti bellicosi.
Dallo spento Abu Mazen al misurato Ismail Haniyeh, il primo ministro destinato, a quanto pare, a guidare anche il governo d´unità nazionale; dall´inossidabile Abu Ala al gelido Khaled Meshal; dai miliziani delle Brigate al Aqsa ai loro nemici delle Brigate "Kassam": tutti improvvisamente dimentichi delle accuse di golpismo, degli insulti brucianti, delle raffiche di mitra e dei colpi di mortaio esplosi l´un l´altro, degli oltre ottanta morti subiti da entrambe le schiere dalla fine di dicembre, e dei feriti che continuano a morire negli ospedali di Gaza, tutti si sono alzati contemporaneamente per accusare e ammonire Israele. «Ogni volta che i palestinesi sono impegnati in guerre intestine, i nostri leader hanno uno speciale talento per unirli contro di noi», ha commentato su Yedioth Aaronoth Roni Shaked, ricordando la dissennata apertura del tunnel archeologico che costeggia la città vecchia decisa nel settembre del ‘96 da Netanyahu e la provocatoria passeggiata di Sharon nel 2000 sulla spianata delle Moschee.
Così, grazie al regalo gentilmente offerto da Israele, anche l´Iran che sembrava tagliato fuori dall´azione di mediazione dell´Arabia saudita, è rientrato in gioco. A modo suo, naturalmente: tuonando e minacciando più degli altri.
Ora non è detto che l´atmosfera di mobilitazione contro gli scavi debba poi convertirsi in una maggiore disponibilità reciproca sulla formazione del governo di unità nazionale. Sono almeno tre i problemi da risolvere: una formulazione della lettera d´incarico che permetta ad Abu Mazen di dire che il nuovo governo rispetterà gli accordi sottoscritti precedentemente dall´Olp; l´esistenza di una clausola voluta da Hamas che limita il riconoscimento di questi accordi a quelli "che non contraddicono i diritti del popolo palestinese"; l´assegnazione del ministero dell´Interno ad una personalità indipendente.

La STAMPA a pagina 16 pubblica un trafiletto dal titolo falso: "Le ruspe israeliane al lavoro sulla Spianata delle Moschee".

AVVENIRE nel trafiletto "Gerusalemme ruspe alla Spianata Teheran chiama alla rivolta" riporta solo le accuse della propaganda islamista e non le repliche israeliane. 

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