Per Fared Zakaria Ahmadinejad non è Hitler
ma le sue argomentazioni non convincono
Testata: La Repubblica
Data: 04/09/2006
Pagina: 12
Autore: Fareed Zakaria
Titolo: Restiamo calmi, questo nemico non è Hitler

La REPUBBLICA del 4 settembre 2006 pubblica un editoriale di Fareed Zakaria volto a dimostrare che "Ahmadinejad non è Hitler"
In proposito, riportiamo  quanto dichiarato da
Avi Dichter a Fiamma Nirenstein nell'intervista alla Stampa oggi ripresa su Informazione Corretta:

il capo di uno Stato nemico sta preparando l’arma finale, e ha intenzione di usarla per distruggere noi e per battere tutto l’occidente. Basta ascoltare Ahmadinejad. E non è uno scherzo, è tutto vero.
Nel frattempo abbiamo visto all’opera già da due parti la politica aggressiva dell’Iran: Hamas, che l’Iran finanzia e comanda da Damasco sta distruggendo le speranze dei palestinesi, mentre attacca Israele con i Kassam; e gli Hezbollah hanno portato alla distruzione del Libano dopo averci costruito dentro uno stato iraniano. E l’Iran può causare guai molto più grandi a tutti, Amadinejad è davvero il nuovo Hitler».

Di seguito, l'articolo Di Zakaria: 

E´ come nel 1938, dice il columnist liberal Roger Cohen, evocando le immagini delle armate di Hitler che si ammassavano sotto gli occhi di un Occidente imbelle. No, no, dice Newt Gingrich, la Terza guerra mondiale è già cominciata. I neocon sostengono che in realtà siamo già sull´orlo della Quarta guerra mondiale. Lo storico Bernard Lewis ha avvertito qualche settimana fa che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad avrebbe pianificato l´eliminazione di Israele (e forse anche degli Usa) il 22 agosto, perché è un giorno importante per i musulmani.
Possiamo per favore fare tutti un bel respiro profondo?
Intanto un ripasso di storia: nel 1938 Adolf Hitler lanciò quella che divenne una guerra mondiale non solo perché era un demonio ma anche perché controllava il paese più forte del pianeta. Il che non è remotamente comparabile con la situazione oggi. L´Iran non figura neanche tra le 20 maggiori economie del mondo. Il bilancio del Pentagono quest´anno è più del doppio del Pil dell´Iran (181 miliardi di dollari). Le ambizioni nucleari di Teheran sono reali e pericolose ma il suo programma non è avanzato come si dice spesso.
Washington ha una lunga abitudine a dipingere i suoi nemici come alti trenta metri e del tutto pazzi. Durante la Guerra Fredda molti falchi sostenevano che non c´era deterrenza possibile contro l´Urss perché il Cremlino era diabolico e irrazionale. Negli anni ´90, influenti commentatori e politici hanno raddoppiato le stime della spesa militare cinese. E poi c´è stato il caso delle armi di Saddam Hussein.
Se c´è un uomo al mondo che adora essere oggetto di queste esagerazioni, quello è Mahmoud Ahmadinejad. Da oscuro politico è diventato un giocatore centrale nel Medio Oriente solo provocando l´Occidente e osservando Washington abboccare all´amo. Trasformandolo nel nemico numero uno, reagendo a ogni sua dichiarazione, Bush gli ha riservato molta più attenzione di quanta ne meritasse.
L´Iran è guidato da un regime maligno che destabilizza una parte importante del mondo, frustra gli interessi americani e occidentali e causa problemi con alleati come Israele. Ma cerchiamo di mettere le cose in prospettiva. Gli Usa sono molto più potenti dell´Iran, e sulla questione nucleare Washington ha al suo fianco la maggior parte delle grandi potenze mondiali. Finché l´alleanza rimane paziente, unita e perspicace, tutto giocherà in favore dell´America. Ahmadinejad guida un paese in cui oltre il 40 per cento della popolazione vive sotto la soglia di povertà. La sua autorità è contestata, e i vicini stanno cominciando a contrapporsi alla sua influenza. Se siamo riusciti a contenere l´Unione Sovietica, possiamo contenere l´Iran. Date un´occhiata al calendario: siamo nel 2006, non nel 1938.
(Copyright Newsweek-La Repubblica)

Nel 2006, a differenza che nel 1938, esistono le armi nucleari, in grado di devastare  un piccolo paese in pochi minuti.   Tecnolgie missilistiche sono rese disponibili sul  mercato internazionale delle armi, anche per paesi non tecnologicamente avanzate (per di più, l'Iran ha sviluppato autonomamente sue tecnologie in questo campo). Esiste il terrorismo internazionale, attraverso il quale gli Stati militarmente più deboli possono condurre "guerre asimmetriche" con quelli più forti. Esiste la diffusione mondiale del fondamentalismo islamico, che può trasformarsi in terrorismo e violenza all'interno delle nostre società, reclutando adepti tra le masse di immigrati musulmani.
E' il 2006, non il 1938, e un nuovo Hitler avrebbe a disposizione mezzi per sconvolgere il mondo diversi, ma non meno pericolosi di quelli che aveva il dittatore tedesco.
Cosa che Zakaria, stranamente, ignora.

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